Download lecture notes of theology and institution education and more Lecture notes Theology in PDF only on Docsity!
Concetto di RELIGIONE è un fenomeno strettamente connesso con l’esperienza
umana. È un fenomeno religioso che è costante nella storia (nelle varie epoche dell’umanità ritroviamo tracce che possiamo leggere in chiave religiosa, come ad esempio nel periodo preistorico e nell’ateismo che di fatto è una reazione al fenomeno religioso- non ci sarebbe l’ateismo senza un fenomeno religioso) IL FENOMENO RELIGIOSO è al plurale:
- PLURALISMO INTERRELIGIOSO: pluralismo che fa riferimento alla diversità tra le varie realizzazioni del fenomeno religioso.
- PLURALISMO ENDORELIGIOSO: fa riferimento al pluralismo dell’attuazione di uno stesso fenomeno religioso
- PLURALISMO FENOMENICO: che distinguono le religioni mistiche (fanno riferimento ad esperienze mistiche) dalle religioni profetiche (fanno riferimento ad uno scritto) Il fenomeno religioso è connesso alla vita sociale, perché sacralizza riti che segnano la crescita della società e del singolo (come, ad esempio, i riti di iniziazione, i riti di matrimonio e i riti per i morti) Esistono 2 tipi di religiosità: religiosità sana favorisce la vita, questo tipo di religione ricorda all’essere umano la fonte della sua umanità, evidenzia la dignità umana in qualsiasi momento (nel momento della malattia, della povertà e della morte) sottolinea la ricerca umana di salvezza religiosità malata mette in pericolo la vita, intesa come nemica dell’essere umano (quando giustifica un atteggiamento sbagliato con il proprio corpo, giustifica atti di violenza o suddivisione in caste come avviene nel sistema indiano) Questa attuazione malata del fenomeno religioso è necessario utilizzare gli strumenti della psicologia. Quindi, normalmente si può dire che la religione è fatta da un insieme di riti, credenze, oggetti, clero, e da un’etica ma di fatto questo schema non è applicabile a nessuna religione (l’induismo, ad esempio, non ha credenze come noi siamo abituati a pensare, o ad esempio in alcune religioni di tipo mistico non c’è la presenza di miti, in altre religioni non ci sono oggetti considerati sacri). Nella società occidentale la religione come ISTITUZIONE SOCIALE può essere in declino, ma la religione come risorsa culturale rimane potente.
TEOLOGIA normalmente si pensa che sia una disciplina che si occupa di “Dio”.
Il grosso problema di questa affermazione è che noi applichiamo la parola “Dio” come qualsiasi altra parola, quando è totalmente diversa dalle altre parole e in più noi non sappiamo chi sia Dio e anche ammesso che lo sapessimo, non esiste disciplina umana che possa conoscerlo. Se noi volessimo formulare una definizione di dio che viene dalla tradizione europea è “Dio è ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore”, allora se questo è Dio non c’è nessuna disciplina che può contenerlo e ridurlo a oggetto.
Dio, contiene tante incognite, non è identificabile in un oggetto e quindi non c’è una disciplina specifica per poterlo studiare. La parola “Dio” all’interno di una frase non può essere tolta perché essa perderebbe senso. La teologia è lo studio di quello che Dio dice, ma come si fa a sapere cosa dice Dio? il pericolo di ciò è il fondamentalismo (ovvero affermare in punti cosa dice Dio). Per la religione cristiana “va bene” perché abbiamo la Bibbia, ma per le altre religioni. Possiamo cadere facilmente nel fondamentalismo religioso e non possiamo permettercelo dal momento che attualmente esistono più religioni. La teologia come disciplina accademica deve portare dialogo ed al confronto con gli altri mondi teologici. In Italia solitamente la teologia viene accostata al cristianesimo. Inoltre, è una disciplina che studia quello che una comunità credente dice della propria esperienza di Dio. “Il tentativo di esporre e di far esperienza di quel factum che la metafisica e la critica delle religioni devono limitarsi a presupporre, di prendere cioè coscienza del puro fatto che si parla di Dio e che l’evento della Parola accade al credente nel luogo della voce, ma senza che nulla lo articoli a questa”. Cogliere seriamente l’atto di fede, ovvero credere realmente in una manifestazione “divina” espressa da una comunità o nella reale rivelazione e/o accadimento di un qualcosa o di un qualcuno, della comunità credente (l’atto di feda aiuta ad esplicitare Dio) da non confondere con la storia delle religioni. Tuttavia, ad oggi, bisognerebbe provare meraviglia di fronte al fatto che esistono ancora comunità credenti, pur non essendo oggi la religione necessaria per vivere. Nel pensiero antico (area greca e latina) la parola teologia ha 3 significati:
- Racconto della genealogia degli dèi, conoscenza del rapporto tra le forze sacre. I primi teologi furono i poeti (Omero e coloro che erano vicino alla sua visione) perché di fatto narrano questo rapporto tra le varie forze sacre.
- Teologia filosofica: filosofia che nasce come pensiero critico sulla teologia pensata come quella prima e ha sviluppato un’altra eccezione: secondo Aristotele la conoscenza è conoscenza delle cause fino ad arrivare alla causa prima che il filosofo identifica come il motore immobile di ogni cosa, cioè Dio. Fare un discorso filosofico per arrivare alla causa prima.
- Varrone, enciclopedista latino: nella sua presentazione identifica la teologia in 3 eccezioni:
- Theologia mytica (Teologia genealogica)
- Theologia naturalis (Teologia filosofica che nasce come studio del principio della natura)
- Theologia civilis (conoscenza delle convenzioni religiose di una determinata civilizzazione) Nel passato si usò più il termine teologia perché i cristiani volevano annunciare il vangelo o parlare di Gesù, non volevano studiare teologia. La parola Teologia venne invece ripresa nel medioevo come discorso su dio, da una parte Dio dall’altra la parola umana. Ma chi è realmente autorizzato a parlare di dio? Bisogna cercare di formalizzare i concetti ma non è possibile formalizzare perfettamente. La formalizzazione imperfetta, perché si parte già da una restrizione di campo, del filosofo Giorgio Agamben (parte dal linguaggio): “Possiamo definire il compito della filosofia come il tentativo di esporre e di fare esperienza di quel factum che la metafisica (del linguaggio,) e la scienza del linguaggio devono limitarsi a presupporre, di prendere, cioè coscienza del puro fatto che si parli e che l’evento di parola accade al vivente nel luogo della voce, ma senza che nulla lo articoli a questa.” Il factum: “vi sono delle persone credenti, che producono un linguaggio credente” Non è compito della teologia dimostrare “Dio”. Non è compito della teologia fare catechesi.
Perché questi quattro eventi sono stati possibili in Europa e non altrove? È un caso che sia avvenuto tutto in Europa? C’entra qualcosa nella storia della secolarizzazione il fatto che sorga in un ambiente toccato dal messaggio giudaico cristiano? I valori dell’Europa secolarizzata sono di fatto i valori biblici secolarizzati (cioè i valori biblici che non hanno però un legame con il fenomeno religioso) e questi valori sono:
- il concetto di progresso —> progresso tecnico e scientifico non è opposto alla presenza della religione, ma è frutto della rivoluzione culturale del sistema biblico offre per presentare la storia
- Autonomia del creato rispetto a Dio—> c’è una distinzione tra: 1. Religioni primitive—> vivono il mondo come atto della divinità 2. La dottrina della creazione—> il mondo è distinto da dio e l’evoluzione del mondo - Distinzione tra sfera politica e religiosa --> nelle religioni “civili” la legge era nelle mani del pontifex, una legge per essere efficace doveva essere sacralizzata dal pontifex (figura sacra che in epoca imperiale p stato assunto dall’imperatore), Graziano rifiuta la carica di pontifex che viene assunta dal vescovo di Roma. Quindi si vengono a creare due centri giuridici, il pontifex (ovvero il vescovo di Roma) che struttura la parte sacrale e l’imperatore che invece cura la parte civile. Con il concordato di Worms nel 1122, i due centri tentano di trovare una collaborazione tra loro; il Papa concede anello e pastorale ai vescovi e l’imperatore conferisce i poteri feudali. - La centralità del concetto di persona e di coscienza--> il diritto romano riconosceva lo statuto di cives solo ad alcuni degli abitanti dell’impero, si diventava cives pleno iure per nascita o per concessione politica. All’interno delle rappresentazioni teatrali la persona era invece la maschera, con la quale si identificava anche la funzione pubblica di ciascuno (la funzione del teatro è quello di condurre lo spettatore a liberarsi dalle pesantezze della vita di tutti i giorni). Panezio (185-109 a.C.), filosofo storico, sostiene che l’essere umano a due maschere con le quali entra in scena nel mondo: quella della ragione universale e quella della vita individuale, il punto fondamentale e cercare di far collaborare queste due maschere così che si venga a strutturare la persona. I due dogmi, centri della fede cristiana sono: - La riflessione sulla trinità, la trinità è l’affermazione che l’unità di Dio non si rompe nella relazione con le tre persone, l’unica sostanza è condivisa dalle tre persone (padre, figlio e spirito Santo); il figlio ha preso carne
- La riflessione sull’incarnazione , la persona e ciò che costituisce la realtà e che tiene unità la realtà di Gesù. CONFRONTO Dichiarazione dei diritti dell’uomo (ONU 1948) Art. 18: Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti. Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo (UNESCO 1981) Art. 12: Ogni persona ha il diritto di pensare e di credere, e di esprimere quello che pensa e crede, senza intromissione alcuna da parte di chicchessia, fino a che rimane nel quadro dei limiti generali che la Legge islamica prevede a questo proposito. Nessuno, infatti, ha il diritto di propagandare la menzogna o di diffondere ciò che potrebbe incoraggiare la turpitudine o offendere la Comunità islamica.
La secolarizzazione e i suoi valori, di fatto è stata possibile in Europa è stato un luogo di confronto tra le varie religioni. Il cristianesimo nelle varie zone si manifesta in modo diverso perché deve entrare in relazione con la cultura del posto (al sud si fanno molte più processioni rispetto al Nord). Il giudeo cristianesimo ha aiutato l’Europa a vivere nel confronto e nel dialogo. 20/ (Libro della parola capitoli 1,2,3,4, parte seconda capitolo 1,2,3,4,5,6,7) LA BIBBIA Testo sacro cristiano. La Bibbia è un libro storico, non è nata all’improvviso e tutta completa ma c’è una storia della formazione della bibbia e una storia del testo. (Paragone con il corano:Il corano nasce come testo orale e poi successivamente fissato come scritto questo comportò il fatto che non si potè trasformare il testo perché già era sacro, a differenza con la bibbia che prima i libri erano già stati scritti e poi verificati) La Bibbia racconta una storia—è una storia raccontata in modo unico ,ma questa storia raccontata in modo unico corrisponde alla storia che sta dietro al testo? La risposta è che qualche volta la storia raccontata nel testo corrisponde alla storia dietro e qualche volta no. Non solo la Bibbia ha una storia, ma la Bibbia è formalmente una narrazione e da questo punto di vista dovremmo valutare qual è il valore teologico della narrazione. Come si è formata la bibbia nell’estensione storica? Pag.173- Prima della scrittura della Bibbia i contenuti della Bibbia che troviamo variamente nella Bibbia sono stati presenti in varie tradizioni orali (esempio: racconto di Noè che deriva da un racconto precedente alla bibbia scritta)e queste tradizioni possono essere state anche dipendenti. queste varie tradizioni vengono a confluire nell’epopea di Mosè centrata sul personaggio carismatico, creatore legislativo. Questa unificazione inizia a dare forma unitaria alla tradizione biblica. Le prime due tradizioni che possiamo individuare fanno parte di 2 grandi sistemi che chiamano dio con 2 nomi diversi e queste 2 tradizioni sono:
- Scuola jawhista (dio jawhel)
- Scuola elohista (dio Elohim) Queste due tradizioni sono rielaborate da altre due scuole:
- Scuola deuteronomista
- Scuola sacerdotale Il punto determinante che ha fatto sì che si creasse un unico testo per raccogliere tutte le testimonianze fu l’esperienza tragica dell’esilio babilonese Dal 586 al 531 a.C. il popolo di Israele viene esiliato a Babilonia mentre prima Israele aveva una terra e aveva un riferimento statuale nella monarchia ( i riferimenti identitari erano il re e la terra sulla quale si viveva), con l’esilio questi due riferimenti identitari vengono meno e allora dove si trovò la propria identità? o si perde la propria identità oppure è necessario fissare le proprie tradizioni e cioè :il culto del tempio, la circoncisione (perché questa la posso portare con me, è un segno distintivo sugli israeliti maschi) e la torah (cioè la scrittura e questa posso portarmela con me).
Il secondo evento che ha contribuito alla stesura della lista dei testi canonici fu la distruzione di Gerusalemme. Trasformazione del giudaismo che si avvicina all’ebraismo rabbinico. Si vive la necessità di avere un altro riferimento che è appunto la torah (la circoncisione resta, il tempio crolla) Un altro evento che ha contribuito alla stesura della lista dei testi canonici fu la necessità di tradurre i testi biblici.
COMPOSIZIONE DEL CANONE
Attorno al 100 a.c. la bibbia era costituita da tre nuclei:
- Legge che corrisponde alla torah
- Profeti che corrispondono ad una raccolta dove troviamo profeti anteriori e profeti posteriori
- Scritti vari STORIA DEL TESTO NEBIIM: profeti anteriori-> libri che raccontano la storia legata alla monarchia; i profeti posteriori invece sono quelli predicatori KETUBIM: scritti vari, libri filosofici, sapienziali e lirici STORICI: corrispondono ai profeti anteriori PROFETI: corrispondono ai profeti posteriori SAPIENZIALI: scritti
Nel 1546, tutto è terminato quando il concilio di Trento (risposta alla riforma che non voleva i deuterocanonici) determina per la chiesa cattolica il canone lungo (comprende tutti i libri sia protocanonici che deuterocanonici). Criteri che hanno portato il concilio alla scelta del canone lungo:
- Perché è stato usato fin dall’antichità dalle comunità cristiane nella liturgia
- Presenza nella vulgata (traduzione latina della bibbia) Testamento: deriva dall’ebraico “alleanza”, mentre nella traduzione greca “alleanza e testamento” I vari libri biblici prima vengono scritti e poi sono canonizzati:
- Vi è un processo di ricezione/scrittura del testo
- Il testo è bloccato solo dopo la canonizzazione Se il testo non è canonizzato può subire cambiamenti Anche quando un libro entra nel canone, la storia del testo continua:
- Al variare del supporto materiale della scrittura, i materiali utilizzati sono: pietra, metallo, argilla, papiro, pergamena e carta
- Al variare della lingua
- Al variare della cultura I libri che abbiamo ancora noi ora sono quelli scritti su papiro in forma di rotolo e quelli scritti su pergamena che hanno la forma del codice. Il testo ebraico della maggior parte del primo testamento giunge ad un punto di fissazione con i masoreti (VI-X dc) L’ebraico è la lingua della maggior parte dei testi del primo testamento. Si delineano tre tappe:
- Fino al I secolo d.C. non vi è un testo normativo
- Con la fissazione del canone si sente l’esigenza di fissare il testo biblico nelle sue consonanti, le vocali non venivano scritte
- La fissazione giunge al suo termine con la fissazione delle vocali e la masorah La diffusione del giudaismo nel mondo ellenistico favorisce la traduzione in greco del primo testamento: la traduzione più diffusa è la 70, traduzioni più letterali sono quelle di Aquila, teodozione e Simmaco, le esapla di Origene mettono in sinossi le varie traduzioni greche. Dal IV secolo a.C. l’aramaico sostituisce l’ebraico come lingua parlata: nasce il Targum. Quando l’aramaico (dialetto ebraico) sostituisce l’ebraico come lingua parlata, viene utilizzato anche nelle liturgie giudaiche: si approntano delle traduzioni in aramaico in modo orale e verso la fine del I secolo a.C. si fissano queste traduzioni libere, che sono spiegazioni o parafrasi del testo (targumin). Il greco biblico è presente negli scritti più recenti e ha caratteristiche proprie. Alcuni deuterocanonici e i libri del secondo testamento sono arrivati a noi in greco: nei deuterocanonici del primo testamento in greco è più vicino alla koinè, nel nuovo testamento è più popolare; il greco utilizzato nella Bibbia subisce delle trasformazioni lessicali, grammaticali e sintattiche. La diffusione del cristianesimo favorisce ulteriori traduzioni dei due testamenti: versioni latine, gotiche, armene… CRITICA TESTUALE La critica testuale è il tentativo di ricostruire il testo autografo. Generalmente la critica testuale spiega l’origine di un errore interno esterno alla catena di trasmissione testuale. Confrontando gli apografi, si può notare la presenza di vari errori nella trasmissione del testo: errori di omissione, aggiunta, confusione, errori involontari e intenzionali.
●versioni copte ●versione gotica ●versione armena ●altre… Prime nozioni di critica testuale La critica testuale è il tentativo di ricostruire il testo autografo. Generalmente, la critica testuale spiega l’origine di un errore interno o esterno alla catena di trasmissione testuale. Confrontando gli apografi, si può notare la presenza di vari errori nella trasmissione del testo: ●errori di omissione ●errori per aggiunta ●errori per confusione ●errori involontari ●errori intenzionali La critica esterna ricostruisce varie famiglie di apografi. Poiché un errore nel testo è poi riprodotto nelle successive trascrizioni, è possibile ricostruire delle famiglie. testuali. La critica esterna fa l’inventario delle varianti testuali di un brano per determinare la più antica. Le testimonianze delle varianti più antiche e meglio rappresentate hanno una maggiore probabilità di riportare la lezione più vicina all’originale. La critica interna ricostruisce il testo a partire da alcune considerazioni intrinseche al testo stesso. La critica interna valuta il senso intrinseco del testo, secondo tre regole generali: ●regola aurea: trovare la lezione che spiega le altre ● lectio difficilior : è da preferire la lezione più difficile ● lectio brevior : è da preferire la lezione più breve STORIA BIBLICA- PAG. 233- La storia biblica si elabora in un piccolo pezzo di terra che riceve vari nomi e questi nomi indicano un’interpretazione della storia, per esempio nei documenti più antichi questa terra viene chiamata “terra dell’ovest” = documenti della culla della civiltà mediterranea che è stata la Mesopotamia (indica i territori che stanno a ovest della Mesopotamia), altri nomi attribuiti sono “terra di Israele” (fa riferimento che Israele ne rivendichi politicamente la possibilità di esercitare sul territorio la propria giurisdizione) , “giudea” (nome dato dai romani quando hanno conquistato quella provincia) “Palestina” (caratterizzazione diversa, fa riferimento agli abitanti di questa zona in senso generale cioè senza riferimento stretto né alla religione né all’etnia) , “canaan” , “terra promessa” (riferimento religioso perché nel racconto biblico è la terra che il signore promette ad Israele) — ciascuno di questi nomi indica una particolare interpretazione del territorio. Questo “piccolo pezzo di terra” si trova in una posizione importante perché è l’incrocio tra l’Asia, l’Europa e l’Africa. Questo incrocio è poi accentuato dalla presenza di molti mari che favoriscano la comunicazione (mar nero, mar mediterraneo, mar rosso, mar Caspio e golfo persico). Attualmente il territorio è diviso tra 2 stati, tra due entità: terra di Israele e Territori palestinesi. Possiamo dividere questo territorio in 4:
- PIANURA DELLA COSTA: che comprende Tel Aviv , Cesarea , Haifa
Di varia lunghezza Terreno fertile Abitato da Fenici e filistei
- LA GALILEA: che comprende Nazareth, Terreno collinoso Ricca di Olivi e cereali
- LA SAMARIA : che comprende il monte Carmelo, il tabor, il sito di sichem (svolse la funzione di santuario nazionale per le tribù di Israele) , Valli molto fertili Ricca di olivi e cereali
- LA GIUDEA : comprende il deserto di neghev e il deserto di giuda, il santuario di ebron, la giudea ha come capitale Gerusalemme Molto meno fertile a causa dei deserti Spostandoci più a est troviamo la FOSSA DEL GIORDANO, fiume che nasce a nord costruendo un lago dolce ricco di pesci. Il giordano percorre da nord a sud con andamento verticale e finisce nel mar morto, chiamato così perché l’acqua è talmente salta che non permette vita. Ci ritroviamo in una depressione geologica e questo comporta che la pressione atmosferica sia molto elevata e che quindi l’evaporazione sia più alta, la concentrazione salina quindi si alza moltissimo. (Nel mart morto, anche chi non sa nuotare, sta a galla). Nelle vicinanze troviamo: Gerico (oasi felice nel deserto, prima città conquistata nella terra di israele) , ghor, qumran, lago di tiberiade, cafarnao. Nella trasngiordania poi ricordiamo il monte nebo (vede su tutto il territorio di israele, qui viene posta la morte di mosè) IL CONTESTO UMANO P.Ricoeur elabora 3 diversi livelli della storia: Le premesse relativamente a questi 3 livelli sono 3: Il territorio biblico, nel terzo millennio, troviamo la civilizzazione dell’homo carmelitanus: attorno al monte Carmelo si sono sviluppati villaggi che hanno permesso di ideare un’unica civilizzazione.
L’epoca ellenistica e romana ●Insurrezione maccabaica: 175-135 a.C. e costituzione del regno maccabeo (asmonei) ●I romani a partire dal 63 a.C. ●Erode il Grande: 37 a.C. – 4 a.C. VALORE TEOLOGICO DELLA NARRAZIONE BIBLICA ( pag. 17-32 e pag. 77-140) La problematica: La relazione tra Dio ed essere umano è una relazione gratuita. Ammessa l’esistenza di Dio e ammesso che Dio abbia creato nel senso biblico (alterità assoluta) non è di per sé già chiaro che e come possa avvenire una comunicazione tra Dio e il creato
- L’alterità assoluta di Dio rispetto alla creazione non permette deroghe
- Il linguaggio umano per esprimere il reale è sempre carente; tanto più se deve esprimere l’assolutezza di Dio Una prima soluzione: Una prima soluzione è descrivere un intervento di Dio nel creato al modo del miracolo, inteso come sospensione delle regole ‘normali’. 1.La premessa è l’onnipotenza di Dio, intesa come un potere assoluto, che può permettere delle azioni in deroga. 2.La conseguenza è che la relazione che si instaura con Dio non è affatto una relazione ‘normale’. 3.La relazione tra Dio e il creato si presenta non solo come univoca, ma come atto di violenza da parte di Dio. Una relazione non gratuita. La soluzione biblica: La soluzione che la Bibbia offre alla nostra problematica è il richiamo alla forza dell’atto linguistico. 1.L’atto linguistico nel suo senso pieno è teso a creare relazione (informazione, comunicazione, appello). 2.In quanto tale, l’atto linguistico non si identifica solamente con un atto locutorio, ma è un atto di presenza. 3.La narrazione biblica è l’atto linguistico di Dio in quanto è narrazione delle esperienze di persone credenti. 4.La narrazione biblica presenta la relazione con Dio come relazione gratuita. In quanto è una relazione gratuita la relazione con Dio è una relazione di affidabilità.
In tal modo si istituisce un circolo virtuoso che possiamo delineare più o meno in questo modo: 1.Il punto di partenza è la volontà di Dio di rendersi presente, anzi Dio è un rendersi presente. 2.La gratuità di questo rendersi presente di Dio è la sua narrabilità universale, cioè senza vincoli o senza premesse. 3.Questa narrabilità significa che la relazione deve essere comprensibile, cioè narrabile, cioè affidabile. 4.Su questa affidabilità si basa l’accettazione della relazione, o la risposta di fede, che ha quindi il proprio fondamento in una chiamata. Questo implica la sua narrabilità. Ispirazione è il termine con il quale la teologia ha fatto propria questa riflessione: il testo biblico è ispirato. La teologia ha sviluppato questa riflessione parlando di ‘ispirazione’. Tale concetto significa:
- il testo sacro ha come autore il redattore umano, in quanto la narrazione è anche sua
- il testo sacro ha anche Dio come autore, in quanto la narrazione è anche sua
- le due autorità sono concorrenti ma tra loro incongruenti: 1.l’autore divino è la fonte dell’affidabilità di una storia di salvezza 2.l’autore umano è colui che accetta l’affidabilità di una storia di salvezza
- entrambe le autorità narrano una storia di salvezza, cioè di affidabilità e in quanto tale non c’è circolarità tra canonicità e ispirazione NB: Alla domanda se solo il testo biblico, in quanto canonico, sia ispirato da Dio, la risposta non può essere positiva, proprio in virtù della gratuità della narrazione biblica: il canone biblico è pluriforme; vi possono essere testi ispirati anche al di fuori della lista canonica; la parola di Dio non si identifica con il Libro. In prospettiva cristiana NON vi è incarnazione in un Libro. 10/11/ UN CRITERIO TEOLOGICO: ISPIRAZIONE (pag.77-100) Le cose divinamente rivelate, che nei libri della sacra scrittura sono contenute e presentate, furono consegnate sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. La santa madre chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia dell’antico che del nuovo testamento, con tutte le loro parti, perché, scritti sotto ispirazione dello Spirito Santo, hanno Dio per autore e come tali sono consegnati alla chiesa. Per la composizione dei libri sacri, Dio scelse degli uomini, di cui si servì nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo egli in essi e per mezzo loro, scrivessero come veri autori tutte e soltanto quelle cose che egli voleva (DV 11). Collegamento con dante che scriveva solo quando era ispirato.
UN PARAGONE: LA STELE DI HAMURABI GENERI LETTERARI: LA PROFEZIA
17/11/ Generi letterari: la profezia Nel canone ebraico c’è una sistemazione delle parti diversa, c’è la torah,i profeti (perché sono istanza scritta della torah) e gli scritti (nel canone cristiano i profeti sono nell’ultima parte). Generi letterari: lirica Si tratta sostanzialmente della produzione poetica presente nella Bibbia. Della poesia ha le le caratteristiche: il coinvolgimento del poeta e del lettore e un vocabolario ricercato. Le caratteristiche della poesia biblica: Sono centrali gli accenti più che le assonanze Viene utilizzato molto il parallelismo tra stichi Esistono 3 parallelismi: Sinonimico = quando le due frasi sono sinonimi Antitetico = quando una frase dice una cosa e l’altra frase è oppositiva Sintetico= quando la seconda frase spiega in sintesi il significato della prima
Si tratta di circoscrivere qualcosa di cui si ha paura o qualcosa che fa male, Gesù invece riconosce nel paralitico la sua dignità di persona e di figlio— questo sta dietro all’intenzione di Gesù nel racconto, intenzione che in parte riconoscono anche gli scribi (studiosi delle sacre scritture, teologi del tempo) che lo accusano di bestemmia perché solo dio può perdonare i peccati. La cosa più difficile non è far guarire fisicamente ma è più difficile far guarire una persona dalle proprie ferite interiori. 24/ Una delle questioni più discusse riguarda il volto di Gesù, il volto fisico di Gesù assomiglia ad un uomo scuro di capelli e tendente a carnagione scura, e la simbolizzazione che ha assunto il volto di Gesù in ambito religioso è quella dell’uomo che tutti noi oggi consociamo. È necessario, prima di tutto fare una distinzione tra:
- Gesù storico —> è il Gesù che si può ricostruire con criteri storiografici, da questo punto di vista non è detto che corrisponda al Gesù reale che ha vissuto nella storia
- Gesù della storia/reale —> Gesù presente nelle arie fonti storiche, un po’ prima o in parallelo con l’applicazione dei criteri storiografici (è il Gesù che risulta dalle varie fonti anche quando queste fonti sono tra loro contraddittorie) Le fasi della ricerca sono 5:
- Periodo pre critico : che non applica una critica di tipo storico alle fonti, quello che le fonti dicono risulta essere quello che storicamente è Gesù. C’è un accostamento fondamentale ai testi. I tesi dicono esattamente quello che Gesù ha detto o ha fatto. Le differenze sono giustificate a partire dalla prospettiva di ogni vangelo.
- Periodo critico (old quest): inizia intorno all’illuminismo, le fonti di riferimento non sono del tutto attendibili specialmente negli aspetti della divinità di Gesù, questa critica inizia con la critica alla resurrezione perché questa non è dimostrabile storicamente. Inizia lo studio propriamente storico dei testi. Si parte dalla distinzione tra cristo della fede (personaggio mitizzato che la storia reputa essere dio) e Gesù della storia (figura contrapposta al cristo della fede, Gesù era un profeta apocalittico giudaico). Si parla di teoria dell’inganno, cioè si dice che i profeti non volevano far sapere di essere stati imbrogliati da questo profeta apocalittico che dopo aver instaurato il suo regno è morto e quindi inventano le storie di resurrezione che fanno in modo che si sparga la voce che Gesù è ancora vivo. Strauss però non parla di inganno ad opera degli apostoli, a para di MITO. In questo periodo si compiono grandi ricerche sulla vita di Gesù partendo dallo studio delle fonti più antiche, a partire dalla ricostruzione biografica del vangelo di marco. In questo periodo nascono tante figure di Gesù, come ad esempio nasce un carattere ideologico di Gesù, un carattere tendenzioso e un carattere frammentario dei vangeli.
- Fase della demitizzazione: fase nella quale dalle fonti si riconosce che la comunità cristiana ha mitizzato la figura cristiana di Gesù di Nazareth e il compito degli studiosi sarebbe quello di togliere la mitizzazione di Gesù per instaurare una relazione personale di fede con Gesù.
- Periodo ermeneutico (new quest): periodo in cui iniziano ad essere applicati i criteri storiografici e l’utilizzo di questi porta a risultati che però sono ancora interrogativi
- Periodo sistematico (third quest) : periodo in cui si va oltre e si aggiunge il criterio storiografico della plausibilità
01/ Le fonti si distinguono in: Fonti non cristiane = forniscono informazioni più neutre rispetto Gesù. Non bisogna aspettarci che siano molto numerose. Ci si riferisce a 3 brani presi da : Plinio il giovane, tacito e Flavio Giuseppe. Fonti cristiane = si dividono in 2 blocchi: Fonti exracanoniche = fonti che non sono finite nel canone, si dividono in: vangeli apocrifi (nascosti)— espressione ambigua perché ormai sono tutti stati pubblicati padri apostolici : scrittori cristiani del primo secolo, sono i vari testi che riferiscono della vicenda di Gesù Agrapha : frasi/ detti di Gesù che ritroviamo per via archeologica, ad esempio sui monumenti Fonti canoniche = fonti che coincidono con alcuni testi presenti nel libro della bibbia cristiana (si identificano con i vangeli). Nelle fonti canoniche ritroviamo i sinottici, cioè: Dal greco syn (con) e opto (vedo) = vedere insieme, vedere con uno sguardo d’insieme; si chiamano in questo modo i primi tre vangeli perché si possono mettere in colonna uno accanto all’altro e vedere come il loro racconto proceda in parallelo, con un unico sguardo.
- Matteo e Luca concordano con Marco e tra loro quando raccontano quello che Gesù compie
- Matteo e Luca concordano tra loro (ma non con Marco) quando raccontano quello che Gesù dice
- Matteo ha materiale che non si ritrova altrove
- Luca ha materiale che non si ritrova altrove LA FONTE Q