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L'evoluzione delle fibre tessili: dalla lana al sintetico, Study notes of Information Technology

L'evoluzione delle fibre tessili nel corso della storia, dalla lana al cotone, dalle fibre artificiali alle sintetiche. Si analizza l'impatto della rivoluzione industriale, la diffusione del cotone, lo sviluppo delle fibre artificiali e sintetiche, e l'emergere di una coscienza ecologica nel settore. Vengono approfondite le caratteristiche delle diverse tipologie di fibre, dalla lana alla seta, dal cotone alle fibre artificiali e sintetiche, con particolare attenzione alle loro proprietà e ai loro usi.

Typology: Study notes

2023/2024

Available from 01/15/2025

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yacine-ouali 🇬🇧

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INNOVAZIONE TECNOLOGICA ESAME

Nel corso dei secoli la storia delle fibre tessili è stata strettamente legata all’evoluzione dell’uomo. La produzione tessile è nata con il bisogno dell’uomo di vestirsi allo scopo di proteggersi dagli elementi climatici. Parallelamente al desiderio di migliorare le condizioni di vita, la produzione di manufatti tessili si è estesa ad altri settori. Grazie al progresso tecnologico le fibre e la produzione tessile si sono ulteriormente ampliate andando a coprire settori non strettamente tessili. La moda è il secondo settore più impattante dopo quello dell’energia che è il primo nella produzione di materie prime, di lavorazioni. L’uomo fin dall’inizio ha utilizzato ciò che la natura offriva spontaneamente come le fibre vegetali del lino e canapa ricavate da erbe, foglie coriacee e steli filamentosi. Già nel 4000 a.C la prima fibra tessile utilizzata fu la lana, i primi tessuti furono prodotti in Mesopotamia e in altre regioni del Medio Oriente. Successivamente nel 2600 a.C ebbe inizio in Cina l’utilizzo della seta e per molti secoli fu un prodotto esclusivo di questo paese.

Con la rivoluzione industriale ebbe inizio l’era della fibra di cotone che ha permesso di soddisfare i bisogni di un sempre maggior numero di consumatori. Il consumo di tale fibra, del cotone si diffuse nei primi anni del ventesimo secolo e rappresentava circa ¾ della produzione mondiale delle fibre tessili. Intorno agli anni 1895-1940 l’uomo scoprì le fibre chimiche artificiali e successivamente quelle sintetiche, dal 1940 in poi.

ricapitolando: Nei primi anni del 20 secolo, l’industria tessile si alimentava con materie prime naturali come il cotone, le fibre artificiali hanno conosciuto uno sviluppo industriale a partire dagli anni 20/30, mentre le sintetiche sono entrate sul mercato in maniera rilevante solo alla fine degli anni 50. Possiamo affermare quindi che l’utilizzo delle fibre man-made è cresciuto in maniera esponenziale a tal punto da superare la produzione del cotone. Un altro aspetto importante da tenere in considerazione è la globalizzazione dei mercati , che ha visto in particolare la crescente importanza dei produttori asiatici come esportatori sul mercato europeo, sia nel campo delle fibre che in quella del tessile- abbigliamento in generale. Un’importante tendenza dell’ultimo decennio del secolo è stata l’affermarsi di una coscienza ecologica, sempre più condivisa anche nel tessile, con il diffondersi di marchi che garantiscono il rispetto di determinati requisiti di prodotto o di processo, di coloranti vegetali ritenuti meno inquinanti, di manufatti riciclati o riciclabili, fino ad arrivare nel campo delle fibre naturali, ai cotoni biologici, alla riscoperta della canapa e di tutte le materie immuni da trattamenti chimici. Negli anni 90 sono state create, inventate, nate le fibre anti batteriche, anti uv, anti stress sono in grado di scaricare dai manufatti l’elettricità statica ritenuta essere causa di stress, anti caldo, antifreddo e così via, proprio per rispondere a determinate esigenze. Attualmente il tessile del terzo millennio sta vivendo la sua terza rivoluzione. Il XXI secolo sarà quello delle smart fibres, le cosiddette fibre intelligenti, capaci di proteggere, curare, facilitare la vita in tutte le sue forme. Da qui ne deriveranno tessili autopulenti, autoriparanti, autoriparanti fatti proprio per alleggerire i nostri impegni quotidiani. Si tratta di tessili con funzioni sensoriali, regolanti, climatici, tessili biostimolanti e curativi. Il tessile quindi in tutti i campi tende a diventare attore della nostra vita.

1700 industria della lana), mentre l’industria Italiana mantenne il primato per quanto riguarda la qualità e le fasi di lavorazione. Con il termine lana si intende una fibra tratta dal vello delle pecore; mentre le lane ricavate da altri animali si dicono peli fini o lane di- accompagnate dal nome dell’animale. E’ una fibra di origine animale a costituzione proteica che deriva come accennato sopra dal vello di ovini, pecore ed alcune capre e camelidi che vivono in zone fredde e montagnose. Il vello della pecora non è tutto uguale, è costituito da una parte esterna, il mantello che funge da protezione, che ripara da pioggia e freddo. Ed è composto da due tipi di pelo: - la giarra, costituito da peli setolosi, lunghi ed ispidi, ha la funzione di impermeabilizzare l’animale; - la borra, formato da peli sottili, ondulati e morbidissimi, ha la funzione di isolare dal freddo. Negli animali da allevamento però è difficile distinguere i peli setolosi della giarra da quelli lanuginosi della borra. Invece negli animali allo stato selvatico tale distinzione è netta. Dalle nostre pecore si ottengono 2 kg di lana suicida, ovvero da pulire per ottenere una lana priva di impurità. E’ necessario eliminare il grasso poiché la /che rende impermeabile la lana e di conseguenza non è possibile colorarla, tingerla. Si parla di: Lana vergine: un prodotto preso dal vello dell’animale attraverso la tosatura. Utilizzata per la prima volta. E’ una lana di qualità e viene riconosciuta dal marchio: WOOLMARK che attesta e certifica la realizzazione in pura lana vergine. Lana concia: ottenuta dall’animale morto. Lana rigenerata: ottenuta da economia circolare. Lana da cascami: fibre eliminate perché troppo corte e quindi non idonee al processo di pettinatura. Proviene da scarti di produzione. La lana è più elastica perché la sua struttura è fatta da tanti avvolgimenti, è arrotolata su se stessa. La lana può variare a seconda della razza, dell’età e dell’annata. La qualità è data:

  • Dalla razza, tra le più pregiate ricordiamo la lana merinos proveniente da pecore allevate prevalentemente in Argentina, Spagna e Australia; e la lana shetland ottenuta da pecore allevate in Scozia. Particolarmente pregiate sono alcune lane di capra, come la lana cashmere ottenuta da capre originarie dall'altopiano del Tibet; e la lana mohair ottenuta dal vello delle capre d’Angora allevate in Turchia.
  • Dall’età dell’animale, dagli agnelli si ottiene la cosiddetta lambswool, le cui fibre sono ondulate e poco resistenti ma in compenso molto fini e morbide.
  • Dalla zona del corpo da cui proviene: le più pregiate sono quelle che vengono dalla schiena e dai fianchi utilizzate per i filati, mentre quelle che vengono dall’addome e dalle zampe sono più scadenti e vengono impiegate per le imbottiture.
  • Dalla lunghezza del pelo: le lane più valutate sono quelle lunghe o da pettine che hanno una lunghezza superiore a 7 cm e permettono di ottenere delle lane più piatte, leggere e compatte, ma meno calde. Quelle più corte sono invece utilizzate per produrre filati cardati più gonfi, voluminosi e caldi.
  • Dalla sottigliezza del pelo: più sono sottili, maggiore è la qualità della lana.
  • Dall’arricciatura del pelo: l’arricciatura è proporzionale alla qualità della lana. Ad esempio la lana merino presenta molti più ricci per cm rispetto alle altre razze. Più ricci più qualità.
  • Ad altre caratteristiche del pelo: come l’elasticità, la morbidezza, il colore e la resistenza.

La lana prima della lavorazione viene lavata a fondo con soluzione saponose o detergenti sintetici, viene sottoposta a sgrassatura per raffreddamento, in questo modo il grasso si solidifica e diventando più fragile è possibile eliminarlo per battitura. La lanolina, il grasso della lana viene recuperata ed utilizzata nell’industria cosmetica e farmaceutica. Successivamente viene lavorata secondo il sistema pettinato o cardato. Nel sistema pettinato si usano lane vergini lunghe, parallelizzate dalla pettinatura in modo da ottenere un filato raccolto per poter poi avere un tessuto battuto, liscio, meno caldo, più leggero perchè la lana sarà più sottile e più costoso perchè di qualità maggiore. Nel sistema cardato si usano fibre più corte (spesso da lane rigenerate) poco orientate in modo da ottenere un filato più voluminoso ed avere un tessuto meno battuto, più gonfio, più peloso, morbido, più caldo perché in grado di trattenere più aria e con disegni meno nitidi. Circa metà della lana o ancora greggia o dopo aver ricevuto le prime basilari trasformazioni viene esportata in altri paesi per essere filata e tessuta nei grandi centri dell’industria tessile mondiale. In passato è stata la fibra più usata nel vestiario, poi ha ceduto il posto al cotone che nel millennio appena passato è stato superato dalle fibre sintetiche. Costituisce il 90% delle fibre naturali di origine animale. Il prezzo della lana è aumentata da 6 a 20 dollari. La misura della fibra, la finezza (micron) incide sul prezzo, più è sottile maggiore è il suo valore economico. Anche la lunghezza incide sul prezzo, più la fibra è lunga più sarà pregiata.

LA SETA: Fibra animale da secrezione di lepidotteri, a differenza delle fibre naturali ha una lunghezza illimitata (può arrivare anche a un km) ed è l’unica fibra naturale ad avere questa caratteristica. La fibra più utilizzata viene prodotta da un lepidottero, il Bombyx moris, che è una falena. Dalle uova che depone nasce una larva, il baco da seta che è un insetto che si ciba di foglie di gelso. Durante la sua crescita compie una serie di mute, infatti il ciclo di vita del baco da seta può essere suddiviso in 4 mute e 5 età. Terminata la V ed ultima età si prepara alla filatura del bozzolo (si inizia a chiudere in un bozzolo), successivamente avviene una prima trasformazione, la larva diventa crisalide e poi farfalla. Il ciclo vitale viene bloccato per utilizzare il bozzolo. Quando la metamorfosi del bruco va a termine esce dal bozzolo e secerne una sostanza che rovina il filo per questo motivo le crisalidi vengono uccise prima che possa fuoriuscire e rompere il bozzolo (tramite processi di essiccazione con dei macchinari appositi oppure il bruco viene immerso in acqua bollente). I bozzoli vengono puliti (sboscamento, spellaiatura, essiccazione) dalla parte esterna che non può essere presa e filata e vengono selezionati a seconda della qualità e a seconda della lunghezza del filo. Successivamente vengono fatti essiccare, vengono messi in una bacinella, perché la seta ha una fibra gommosa che va fatta sciogliere, così si può trovare il capofila. La fase della torcitura è fondamentale per rendere le fibre naturali resistenti e utilizzabili. Con una macchina, il torcitoio viene impressa una torsione al filo di seta greggia, che ne aumenta la tenacità e impedisce la separazione dei vari filo, ovvero dei filamenti ricavati dal bozzolo. Dopo questa lavorazione, il filo di seta diventa un filato pronto per essere trasformato in tessuto. Secondo alcuni studi scientifici basati su ritrovamenti archeologici, la storia della seta risale a millenni avanti Cristo e secondo una leggenda affonda le sue radici in Cina. Si racconta

Si dividono in artificiali, ottenute in laboratorio a partire da una materia prima naturale- la materia prima è un polimero naturale poi lavorato in laboratorio per ottenere la fibra artificiale. Trattando la cellulosa di piante diverse, trasformata e sciolta con solventi e successivamente filata sotto forma di fibra tessile in filo continuo oppure in fiocco, fibra discontinua. -Di origine cellulosica, le fibre troppo corte vengono riutilizzate per produrre le fibre artificiali, Il rayon viscosa, filo acetato, filo cupro. Di origine animale: lanital, merinova. Le fibre artificiali coprono l’11% dei consumi dell’industria tessile. Sono state inventate nella fine dell’800 e messe sul mercato negli anni 20/30. Inizialmente fatte a lunghezza limitata poi a filo continuo o a fiocco.

Sintetiche: parto da un prodotto che non esiste in natura, fibra acrilica, fibra poliestere, fibra elastan, fibra polliaminica (nylon) e fibra polipropilenica. Le fibre sintetiche coprono circa il 65% dei consumi dell’industria tessile e rappresentano il 75% di tutte le fibre prodotte nel mondo e l’81% in Europa. Sono state una risposta valida da un punto di vista economico e sociologico, in quanto è sempre possibile produrle a differenza di quelle naturali. Il loro principale impiego finale è nell’abbigliamento, nei tappeti, nei tessili per la casa e in una vasta gamma di prodotti tecnici come gli pneumatici, i nastri trasportatori, imbottiture per sacchi a pelo, materiali resistenti al fuoco e molto altro. Sono state introdotte, entrano nel mercato dopo la 2 guerra mondiale, create in un settore che non aveva niente a che fare con il settore tessile, provengono dal settore petrolchimico che oggi occupa il 70% del mercato ed è nato negli anni 50. Il petrolio viene definito materia prima globale, serve per ottenere prodotti energetici ma anche altri prodotti come fertilizzanti chimici, detersivi, materie plastiche ecc. Vi sono petroli che valgono di più come quello del medio oriente e petroli che valgono di meno in quanto più pesanti come quello del golfo del messico.

Settore petrolchimico: In passato il petrolio veniva estratto dai paesi del medio oriente e poi veniva messo sul mercato. Successivamente i paesi produttori di petrolio si sono organizzati, hanno fatto valere la loro proprietà sul petrolio. Hanno deciso di vendere il petrolio a patto che gli venisse insegnato come lavorarlo. La manodopera in questi paesi costa molto di meno e l’Italia importa la materia semilavorata. La produzione di fibre sintetiche si è spostata in paesi meno industrializzati come la Cina.

Le fibre devono essere indicate con dei codici e attualmente esistono 50 tipi di fibre tessili riconosciute dalla legge.

Caratteristiche morfologiche delle fibre tessili: Lunghezza, finezza, lucentezza, sofficità, morbidezza, voluminosità. La lunghezza e la finezza determinano la qualità del prodotto; la sofficità, morbidezza e voluminosità determinano la mano della fibra e del tessuto. Le caratteristiche essenziali delle fibre sono La lunghezza di gran lunga maggiore della finezza, e la tenacità ed alta flessibilità. La lunghezza si misura in mm, la finezza in micron. Proprietà fisiologiche: Allergenicità, senso di caldo o freddo, vestibilità, resistenza a batteri e muffe. Caratteristiche fisico- meccaniche: Igroscopicità ovvero la capacità di assorbire l’umidità, feltrabilità combinazione di umidità e calore che portano all’ispessimento della fibra, coibenza la capacità di isolare dal calore,

tenacità la resistenza alla trazione che determina la durata del capo, allungamento la capacità di estensione, elasticità la capacità della fibra ad essere deformata reversibilmente, tasso di ripresa la massima quantità d’acqua che la fibra può contenere ecc.

Il comparto tessile negli ultimi 100 anni ha subito grandi trasformazioni. Nel 1900 per ogni persona vi era una richiesta di 3kg a testa (per il tessile in generale), oggi di 13 kg, quindi la richiesta è aumentata. Il mercato era costituito per il 70% dal cotone, fibra tessile naturale, successivamente vengono introdotte le fibre artificiali che costituiranno il 20% e la lana il 10%. Con il boom economico si aveva bisogno di materiali che costavano poco e a metà degli anni 90 la produzione di fibre sintetiche (chimiche, fatte in laboratorio a partire da una materia petrolchimica) sul mercato superò quella del cotone. Cresce la popolazione, la richiesta di queste fibre e di conseguenza anche la produzione. Si aveva bisogno di tempo, spazio, territorio, terreno ecc. Questo aumento di richiesta non poteva essere soddisfatto solo da materie naturali, per questo sono state introdotte le fibre sintetiche, di qualità minore rispetto alle fibre naturali. Siamo passati da 3 kg a 13 kg a testa.

In passato si parlava di economia lineare, quando il prodotto non serviva più veniva dismesso e poi smaltito. Nel 2014 si è iniziato a parlare di economia circolare, ovvero le materie prime compiono tutto il ciclo di vita e vengono rinserite, riutilizzate nello stesso settore o nei distretti industriali che lavorano in simbiosi. Ad esempio a Prato è presente un punto di raccolta. In Sicilia una start up che è stata finanziata da Ferragamo utilizza materiali di scarto, le bucce delle arance.

LEGGI guarda lezione n Negli anni 80 si parlava di smaltimento dei rifiuti; Negli anni 90 di gestione dei rifiuti (1915 rifiuti urbani) Negli anni 2000 si parlava di gestione sostenibile dei rifiuti; Nel 2014 di economia circolare= 0 rifiuti (il prodotto viene riutilizzato).

  • 1 legge sull’ambiente, fatta alla fine degli anni 70: Viene posta un'attenzione maggiore all’ambiente. In alcuni paesi però vi sono ancora problemi di alimentazione quindi prima di parlare di attenzione all’ambiente bisogna risolvere i problemi primari.
  • D.Lgs 22/97 Decreto Ronchi “chi inquina paga”. Differenziare i materiali (plastica, legno, organico ecc).
  • Nel 1992 è stata stilata un’agenda con una serie di obiettivi da raggiungere nel 21 secolo a favore della sostenibilità. Nel 2014/2015 ne è stata stilata un'altra, l’agenda 30 da raggiungere appunto nel 2030 (si tratta di obiettivi volti a risolvere, a trovare soluzioni a grandi sfide del pianeta come la povertà, i cambiamenti climatici, l’ambiente e le crisi sanitarie).
  • Nel 2006 viene fatto il testo unico ambientale, legge 152, normativa sull’ambiente.
  • Nel 2022 è stato introdotto un decreto legislativo n. 116/2020, che rende obbligatoria la raccolta differenziata dei rifiuti tessili anche in Italia. Sono assimilati ai prodotti tessili e

prime e un impatto ambientale negativo (si produceva tanto, i prodotti duravano poco per poi essere subito sostituiti).

Oggi invece grazie all’attenzione posta alla sostenibilità, si torna a parlare di SLOW FASHION: i prodotti sono concepiti per durare nel tempo sia da un punto di vista qualitativo che di foggia (le sue linee devono rimanere attuali anche nel tempo).

Total quality management: oggi comprando una macchina, viene inclusa l’assistenza e una serie di servizi in più. In passato le macchine erano fatte in metallo, oggi in plastica quindi il materiale viene riutilizzato. Vengono progettate proprio per essere riutilizzate, per rispondere a delle esigenze.

ETHICAL FASHION: Sostenibilità ed Ecosostenibilità. Il termine moda etica ha una doppia valenza, sostenibilità umana ed etica. Ad esempio prodotti che costano poco non rispecchiano la qualità, oppure se vengono prodotti attraverso lo sfruttamento non rispettano la vita di chi lavora, i diritti umani.

GREENWASHING: Si tratta di una tecnica ingannevole, indica quando un marchio da una falsa impressione dei suoi sforzi sostenibili. Ad esempio la materia prima è il cotone biologico, però viene lavorata con delle sostanze chimiche.

ECO-FRIENDLY FASHION: Ecosostenibilità. La materia prima che può essere il cotone o il lino, viene lavorata attraverso un processo con un colorante organico o chimico.

CARBON NEUTRAL: Emetto tanta anidride carbonica quanta riesco a riassorbirla. Una società che si impegna per la neutralità del carbonio significa che mira a eliminare tutte le emissioni di carbonio.

ORGANIC: Senza l'utilizzo di prodotti chimici. Materiali realizzati da coltivazioni senza l’uso di pesticidi, fertilizzanti sintetici, organismi geneticamente modificati ecc.

CRUELTY FREE: Privi di crudeltà. Le aziende hanno realizzato il prodotto senza testare sugli animali nessuno dei suoi ingredienti durante la sua fase di produzione.

Lo sviluppo sostenibile permette alle generazioni attuali di progredire consentendo che questi diritti siano lasciati anche alle generazioni future. Ad esempio, il petrolio è una materia limitata , così come l’acqua; quindi se io oggi consumo tutto, cosa lascio alle generazioni future? Benigni: la terra non ci viene data in eredità ma in affitto.

CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA

Associazione senza scopo di lucro che disciplina, coordina e promuove lo sviluppo della moda Italiana. La sostenibilità è uno dei pilastri della strategia della camera nazionale della moda Italiana che fin dal 2010 si è impegnata nel porla come valore fondante del sistema moda italiano. La sfida è ripensare al futuro del pianeta e della moda attraverso un percorso

che conduca al raggiungimento dei più alti standard di sostenibilità, tenendo conto dei fattori produttivi, ambientali e sociali.

Fasi politica ambientale Nel 1945 si concluse la 2 guerra mondiale, la fine del conflitto segnò l’inizio di una cooperazione tra stati. La cooperazione politica ed economica ha accelerato lo sviluppo di tutti i paesi che vi hanno aderito negli anni. La Ceca , la comunità europea del carbone e dell’acciaio è stata la prima forma di collaborazione tra stati europei, creata nel 1951, mirava allo sviluppo politico ed economico di tutti i suoi paesi. la ceca era nata per mettere in comune l’acciaio e il carbone attraverso scambi pacifici, si voleva evitare che la ricerca di queste risorse scatenassse altre guerre. nel 1958 questi paesi hanno dato vita alla cee e hanno abolito i dazi doganali ovvero le tasse di frontiera che si pagano x far passare le merci da uno stato all’altro. I paesi hanno così potuto risparmiare investendo nella crescita e sviluppo. nel 1958 l’europa dei 6 è diventata l’europa dei 12 allargandosi a spagna, irlanda, gran bretagna e portogallo. nel 1986 la commissione europea ha proposto di realizzare nei 12 grandi paesi un unico grande mercato interno nel quali potessero circolare liberamente le merci come già avveniva le persone, il capitale e il lavoro.