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IL QUADRO EPISTEMOLOGICO E’ un quadro dove collochiamo il quadro della scuola che consideriamo
una materia (un oggetto) che ha uno statuto EPISTEMOLOGICO = cioè si regge su pilastri scientifici.
La STORIA DELLA SCUOLA E DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE:
si colloca in un ambito storico perché il contesto storico è molto importante (ad esempio, andare a
scuola nel 2021 è molto diverso dall’andare a scuola nell’800)
Incrocia:
LA STORIA DELLA PEDAGOGIA “PEDAGOGIA” = (deriva da “accompagnare”) RIFLESSIONE
TEORICA INTORNO ALL’EDUCAZIONE,
LA STORIA DELL’EDUCAZIONE “EDUCAZIONE” = (deriva da “educere”: condurre,tirar fuori..)
PROCESSO, LA PRATICA, IL FARE; CIO’ CHE, CONCRETAMENTE, FA UNA FIGURA EDUCATIVA
LA STORIA DELL’INFANZIA,DELLA FANCIULLEZZA E DELLA GIOVINEZZA la quale studia come
nel tempo è evoluto i8l modo di essere bambino, fanciullo, adolescente e poi giovane. ( ad
esempio, un bambino dell’800 è completamente diverso ad un bambino del 2021)
(in Inghilterra PEDAGOGIA E EDUCAZIONE sono sinonimi)
La TEORIA PEDAGOGICA e la PRASSI EDUCATIVA SONO IN UN RAPPORTO DI CIRCOLARITA’ e danno origine
ad una riflessione.
TEORIA PEDAGOGICA influisce su come le agenzie educative ( famiglia, scuola,ecc.) attuano dei processi
educativi che poi sono messi in atto.
LA STORIA DELL’INFANZIA
Uno dei primi storici dell’infanzia fu philippe aries che disse che l’attenzione educativa nei confronti
dell’infanzia come condizione esistenziale propria si ebbe dal 1400/1500 in poi.
Lui diceva che:
- l’età del medioevo era considerata l’età senza educazione.
- PERIODO DEL 1400/1500, con L’ETA’ MODERNA qualcosa cambia nel mondo adulto nei confronti
dell’infanzia, nasce il SENTIMENTO DELL’INFANZIA= si inizia a percepire che l’infanzia ha bisogno di
una cura educativa specifica
I principali fattori della RIVOLUZIONE EDUCATIVA in età moderna sono stati:
affermazione dell’idea che l’educazione, specialmente quella umanistica, possa rinnovare la società
ricerca di metodi efficaci (Comenio, XVII secolo)
diffusione della carta stampata
manifestazione degli affetti familiari
«scoperta dell’infanzia» in ambito religioso (es. culto a Gesù Bambino)
nascita di sempre più capillare sistema di istruzione gestito soprattutto dalla Chiesa del
rinnovamento cattolico tridentino: non solo collegi per i nobili (es. Gesuiti), ma anche scuole
popolari (es. Scuola della Dottrina Cristiana)
La svolta decisiva si ebbe nel 700 quando avvenne la SCOPERTA DELL’INFANZIA ovvero si iniziò a
riconoscere che l’infanzia ha una sua specificità.
LA SCOPERTA DELL’INFANZIA avviene in 2 ambiti:
AMBITO MEDICO (Da qui nacque poi la pediatria (Branca della medicina che si occupa della cura dei
bambini, è una SCIENZA AUTONOMA) Si scopre che PER CURARE IL BAMBINO SERVONO
ATTENZIONI SPECIFICHE CHE SERVONO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE A LUI
AMBITO PEDAGOGICO, nella riflessione pedagogica con Rousseau
La storia della prassi educativa, negli stessi anni, raggiunse un altro traguardo, cioè si affermò l’idea che
esiste un diritto e dovere per i bambini, cioè il DIRITTO DEI BAMBINI ALL’ISTRUZIONE (Alfabetizzazione).
Dall’età delle riforme in poi, nacquero i primi sistemi scolastici e si iniziò ad affermare l’idea che TUTTI I
BAMBINI HANNO DIRITTO AD UN INSTRUZIONE ADATTA A DISCIPLINARE I BAMBINI STESSI iniziò così la
SCOLARIZZAZIONE DI MASSA.
IL 700 è un PUNTO DI SVOLTA ed è visto come un termine a quo (da cui si parte per il discorso sulla storia
della scuola e delle istituzione educative)
La domanda che è legittimo porsi è: LA STORIA DELL’INFANZIA E’ DAVVERO UNA STORIA DI CONQUISTE DEFINITIVE?/ EVOLUZIONE CONTINUA? NO! Perché è sì vero che l’infanzia ha ottenuto molti diritti giuridici ed educativi, però non tutti i bambini del mondo vivono in condizioni uguali ovunque (anche in Italia c’è un fortissimo tasso di evasione dalla scuola, anche elementare)
La società invece ha reso l’uomo CATTIVO con l’introduzione della PROPRIETA’ PRIVATA con questa è entrato in conflitto con gli altri: Per ragioni difensive (entra in conflitto con chi si vuole appropriare di ciò che è suo) Perché non si accontenta e vuole altro,sempre di più La società, con la proprietà privata, si GERARCHIZZA viene distinto chi ha di più e chi ha di meno. Con tutto questo si sviluppa il distacco di Rousseau dagli Enciclopedisti parigini e così critica la ragione illuministica e questa critica è alla base delle 2 opere principali. Rousseau si chiede se è possibile tornare allo stato di natura, e a questa domanda da 2 risposte completamente opposte: Nell’ EMILIO dice che è possibile; Nel CONTRATTO SOCIALE dice che non è possibile
IL CONTRATTO SOCIALE
In quest’opera Rousseau dice che l’uomo è nato libero ma è ovunque in catena.
Per lui è impossibile ritornare alla BONTA’ ORIGINARIA dell’uomo e quindi bisogna creare una CONDIZIONE
DI CONVIVENZA che consenta all’uomo di vivere civilmente con gli altri senza entrare in conflitto.
Per fare questo serve un CONTRATTO SOCIALE un patto tra eguali per non far diventare l’uomo nemico
e senza creare una guerra tra tutti.
Questo CONTRATTO SOCIALE sarebbe (=) lo STATO con le LEGGI di cui ogni cittadino accetta le condizioni
contrattuali.
Con il CONTRATTO SOCIALE si afferma una VOLONTA’ GENERALE
In questo senso, L’EDUCAZIONE deve essere PUBBLICA e deve formare il cittadino (la scuola assume una
funzione civica)
L’EMILIO
Si tratta di un trattato pedagogico in forma di Romanzo, con questo Rousseau pensa che è possibile il ritorno allo stato di natura, questo ritorno però avviene SOLO tramite L’EDUCAZIONE. (breve storia del romanzo: Emilio era un ragazzo che venne sottratto alla famiglia e lasciato con un precettore fino al compimento dei 18 anni) L’opera ruota attorno a 3 PRINCIPI GENERALI:
È un patto secondo cui ogni
cittadino rinuncia ad
interessi particolari o limita
la propria libertà
affidandola alla custodia
dello stato
≠ dalla volontà di tutti= la
quale sarebbe l’insieme delle
singole volontà e che quindi
crea una guerra di tutti contro
tutti)
- EDUCAZIONE NATURALE secondo cui l’uomo è buono solo in natura, questa educazione serve per recuperare la naturalità dello sviluppo, Emilio viene educato in campagna al riparo dalla corruzione della società L’educazione di Emilio deve formare prima l’uomo che il cittadino (ricreando le condizioni dello stato di natura) - PUEROCENTRISMO secondo cui il bambino è al centro del processo educativo e quindi l’educatore deve “perdere tempo” = dare il giusto tempo per accompagnare il bambino. Per Rousseau il bambino non è un piccolo adulto. EDUCAZIONE INDIRETTA/ NEGATIVA questo tipo di educazione è una difesa da influssi negativi. L’educatore non deve intervenire direttamente, semplicemente deve provocare l’esperienza al momento giusto (tramite il principio dell’auto-educazione)
L’ opera è divisa in 5 CAPITOLI corrispondenti alle 5 FASI DELLA VITA DI EMILIO.
1. INFANZIA (0-3 ANNI) La madre deve allevare il bambino, non una nutrice allattamento materno Rifiuto delle fasce ( una volta si pensava che la fasciatura favorisse uno sviluppo armonico dell’ossatura) Il bambino apprende solo tramite i sensi (no innatismo) Prevede un’educazione sensoriale apprendimento attraverso l’esperienza e quindi bisogna assecondare il bisogno di movimento e curiosità; ed è necessario impedire l’acquisizione di abitudini Evitare il giudizio morale sul comportamento del bambino (sei un monello!) 2. FANCIULLEZZA (3-12 ANNI) In questa fase Emilio fa delle cose per necessità, perché non può far altro che quello che deve fare principio della NECESSITA’ in cui predomina l’agire Nel fanciullo predomina l’agire Apprendimento attraverso l’ESPERIENZA. - Legge del possibile/impossibile - Legge del piacere/ dolore No all’educazione libresca 3. PRE-ADOLESCENZA (12-15 ANNI) Fase dell’istruzione Apprendimento per scoperta e NON per trasmissione In questa fase Emilio legge un libro di un naufrago che deve ricostruirsi un mondo in cui vivere La legge che guida il comportamento di Emilio (cioè la morale) è utilitaristica (legge utile/inutile) Emilio impara in questa fase ciò che gli è utile Apprendimento di un lavoro manuale (nel caso di Emilio, falegname)
4. ADOLESCENZA (15-18 ANNI)
in questa fase si manifestano le prime passioni e si ha lo sviluppo razionale, in questa fase avviene l’educazione morale educazione che ci aiuta a comportarci capendo ciò che è bene e ciò che è male tutto questo avviene tramite la socializzazione con gli altri uomini. In questa fase avviene anche l’educazione religiosa la quale prevede: o Il rifiuto delle religioni rivelate (religione rivelate= cristianesimo, ebraismo, islamismo) o Dottrina religiosa razionale: DEISMO (secondo cui dio esiste ma non è lo stesso il dio delle religioni rivelate) L’educazione religiosa afferma:
_- Anni ’80: periodo della riflessione pedagogica (opere maggiori)
- Nel 1798 fonda a Stans un istituto per orfani
- Inizia alcune esperienze di scuola popolare nelle case da lui fondate a Burgdorf (1800) e Münchenbuchsee (1804)
- Nel 1805 apre l’istituto di Yverdon
- Muore a Brugg nel 1827 Le opere principali:
- Sulla legislazione e l’infanticidio (1783)
- Leonardo e Gertrude (1781- 1787) – romanzo pedagogico- sociale
- Il metodo(1800)
- Come Gertrude istruisce i suoi figli (1801)
- Libro delle madri (1803)
- Il canto del cigno (1826)_
Pestalozzi subisce l’influsso di Rousseau ma c’è anche un distacco dovuto all’ influsso del romanticismo e questo distacco si vede nell’esaltazione della natura. Per pestalozzi l’educazione naturale si vede in 2 elementi:
- nella centralità del ruolo materno,
- nel ruolo formativo ed educativo attribuito al villaggio
2 punti che distanziano Pestalozzi da Rousseau.
Il concetto di comunità/villaggio emerge nel “Leonardo e Gertrude” in cui in un villaggio c’è un podestà che sfrutta i contadini e Gertrude sollecita il signorotto reale a cacciare il podestà. Quindi lei è la protagonista e lei riflette che l’educazione famigliare è l’educazione che riesce a mantenere sulla “retta via” i figli dei contadini, come riesce lei stessa con i propri figli. L’idea è quella di una madre che educa i propri figli ma che è anche attenta ai bisogni del villaggio e che capisce l’importanza di un certo tipo di educazione. La proposta di pestalozzi è anche condizionata da una variabile di tipo socio-economico, cioè dalle trasformazioni della rivoluzione industriale —> trasformazioni che potrebbero stravolgere l’ordine sociale —> su questo pestalozzi è molto prudente, secondo lui l’ordine sociale non va stravolto perché aveva una visione conservatrice della società perché ritiene che il contadino non possa scalare sulle scala sociale, ma deve restare contadino così com’è nato. Educazione liberatrice—> educazione eleva l’uomo moralmente e non socialmente perché non gli permette un riscatto sociale.
Tratti dell’educazione per Pestalozzi X lui deve avere 3 caratteristiche e cioè deve essere :
- EDUCAZIONE NATURALE—> conforme alla natura del fanciullo e ne segue gradualmente la crescita, rispetta il contesto e le tappe della crescita del bambino,
- EDUCAZIONE ELEMENTARE—> deve fornire gli elementi base dell’istruzione e deve sviluppare le forze fondamentali de bambino
- EDUCAZIONE INTEGRALE—> deve riguardare tutte le dimensioni del bambino (potenzialità morali, intellettuali e fisiche)
In generale, per lui, l’educazione deve mirare a far comprendere all’uomo la propria dignità, il proprio valore di uomo.
EDUCAZIONE ELEMENTARE
Ha a che fare con il processo di insegnamento e apprendimento e quindi pestalozzi dice che la scuola popolare deve seguire un metodo elementare e per fare questo egli propone una didattica(un modo di insegnare) e secondo lui la didattica deve corrispondere al processo di apprendimento del bambino
Pestalozzi descrive 3 fasi del processo di apprendimento del bambino alle quali corrispondono 3 fasi didattiche.
FASI DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO:
- Intuizioni e impressioni confuse
- Intuizioni e impressioni distinte da alcuni oggetti/elementi particolari
- formazione di idee vere e proprie
FASI DIDATTICHE:
- L’insegnante deve separare gli oggetti per renderli distinti
- L’insegnante deve riunire con l’immaginazione le intuizioni nelle relazioni intercorrenti tra loro
- L’insegnante deve aiutarlo ad impadronirsi delle idee, cioè farle proprie
Il bimbo della realtà:
- vede il numero (principio dell’ aritmetica)
- vede la forma (principio del disegno) -le nomina (principio della lingua)
EDUCAZIONE INTEGRALE
Educazione che si propone di educare tutto l’uomo nelle sue diverse dimensioni, educa:
- la forza della mente = capacità cognitive
- la forza del braccio= capacità manuali, esercizio fisico
- la forza del cuore = gli affetti, le volontà ed eticità.
—>la formazione morale è una formazione che ha a che fare con gli affetti perché lui dice che l’educazione morale si procura soprattutto attraverso una relazione educativa che riprende quella materna cioè è una relazione educativa amorevole materna lo strumento il mezzo con cui si può procurare il mezzo del bambino —> chi imita la figura materna, insegna al bambino a distinguere il bene e il male. Lui dice che la caratteristica fondamentale della relazione madre-figlio è quella dell’amore oblativo(amore che si sacrifica) —> il bambino sentendosi amato così forte, rispetterà e amerà il prossimo nello stesso modo che lui ha ricevuto dalla madre (base sicura su cui cresce il bambino che gli consente di essere stabile moralmente) —>Pestalozzi si concentra su questo tema nell’opera “sull’infanticidio”.
L’ORIGINE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
(Asilo infantile,giardino d’infanzia,scuola materna,scuola dell’infanzia)
Prima degli asili infantili c’erano le sale di custodia —> stanza in cui i bambini venivano curati e custoditi,
sviluppate nel secondo 700, quando anche le donne cominciano a lavorare e quando molte famiglie
lasciano la campagna per arrivare in città a lavorare nelle industrie.
Se in campagna la rete parentale e il lavoro agricolo consentiva alla famiglia di allevare i bambini, in città
non era più possibile perché alla madre e al padre viene meno quella rete parentale che li aiuta a urlare i
bambini e ciò genera il bisogno di un luogo dove lasciare i bambini mentre i genitori erano a lavoro.
-il linguaggio
Questi spunti stano alla base della teoria pedagogica dell’educabilità della seconda infanzia.
Il fatto che gli organi dei bambini dai 3 ai 6 anni fossero considerati più flessibili , è considerato un elemento
che dice della malleabilità dei bambini —> così nasce l’idea che i 3-6 anni sono l’età adatta al “dare forma”
all’educazione (piega il ramo quando è giovane)
Come secondo elemento importante c’è lo SVILUPPO DEL LINGUAGGIO—> chi sa parlare sa anche a
ragionare; il fatto che questi bambini cominciassero a parlare, era letto come l’inizio dello sviluppo del
ragionamento, il bimbo inizia ad usare i sensi e quindi esplora e quindi diventa un BAMBINO RICETTIVO
(bambino disposto ad apprendere)
Terzo elemento fondamentale è la deambulazione e il movimento.
I PRIMI ASILI INFANTILI IN EUROPA
In scozia venne creata la “infant school”—> fondata da Owen (filantropo,imprenditore che crea questa
scuola all’interno della sua fabbrica)
Avvia questa esperienza molto significativa che:
- non prevedeva la dinamica premio/castigo
- valorizzava l’amor proprio,la simpatia,la comprensione,
- prevedeva un’istruzione per mezzo delle cose, di conversazioni famigliari, del canto e della danza.
SCUOLA APRI-PISTA PER TUTTE LE ALTRE ESPERIENZE CHE VERRANNO POI.
Quest’esperienza viene raccontata da wilderspin che scrisse “sull’importanza di educare i bambini dei ceti
più poveri”—> racconta la storia di Owen in scozia, quest’opera viene tradotta anche in tedesco da
Wertheimer e sarà proprio quest’ultima traduzione ad essere letta da aporti che studiò a Vienna e così:
- IN ITALIA—> 1828- primo asilo, con aporti
- IN GERMANIA—> 1840- primo kindergarten, con Froebel
Nel 1840: più di 1000 asili in G. Bretagna, 1500 in Francia e solo 100 in Italia (questo perché non cera ancora
industrializzazione e di conseguenza non c’era il bisogno delle famiglie di affidare i propri figli a delle scuole)
19/ FERRANTE APORTI
Cenni biografici
- Nasce a S. Martino dell’Argine (Mantova) nel 1791
- Ordinato sacerdote per la diocesi di Cremona (1815), viene inviato al Theresianum di Vienna (prestigioso istituto per la formazione del clero); segue le lezioni del pedagogista V.E. Milde e entra in contatto con J. Wertheimer (di cui legge la traduzione in tedesco del testo di Wilderspin sulla Infant School inglese) •Rientrato a Cremona, insegna presso il seminario diocesano; è nominato direttore delle scuole elementari maggiori maschili (1821) e insegnante di metodica agli aspiranti maestri (1826)
- Nel 1828, fonda a Cremona la prima Scuola infantile per paganti, cui fanno seguito altre due scuole infantili – una maschile (1830) e una femminile (1833) – per famiglie povere; nel 1834, a S. Martino, fonda il primo asilo rurale
- Riscuote le simpatie dei liberali; dal 1844 inizia a collaborare con il governo piemontese nell’ambito delle sue iniziative scolastiche; è nominato senatore del Regno
- Pio IX non ratifica la sua nomina a arcivescovo di Genova
- Esule, muore a Torino nel 1858 Opere principali
- Manuale di educazione ed ammaestramento per le scuole infantili (1833)
- Guida dei fondatori e direttori delle scuole infantili di carità (1836)
Noi ricordiamo Aporti come il fondatore dell’asilo in Italia e della sua pedagogia infantile. PEDAGOGIA INFANTILE DI APORTI La cornice culturale nella quale egli si inserisce è quella del cattolicesimo ottocentesco, lui pone attenzione alla pedagogia infantile da una parte criticando le sale di custodia, dall’altra con la lettura del testo di wilderspin. Spinto da un attenzione ai bisogni dei bambini dei ceti più poveri, vuole avvicinarli al mondo della cultura educando il cuore, la mente e il corpo (triade aportiana). Le facoltà fondamentali della persona per aporti sono:
- Facoltà morale —> l’educazione morale insegna a distinguere bene e male e a comportarsi tramite il bene, tutto questo deve avvenire innanzitutto con la preghiera quotidiana recitata in italiano e NON in LATINO questo perché in italiano il bambino potesse capirla così che il bimbo possa interiorizzare gli insegnamenti che la preghiera trasmette. Un altro strumento dell’educazione morale era la “storia sacra”= “versioni volgarizzate della bibbia” (per raccontare le vicende bibliche -storia di Adamo, di Mosè, vita di Gesù- raccontate in modo divulgativo in base all’età dell’ ipotetico lettore, erano racconti adattati) tutto questo era sì fatto per trasmettere conoscenze religiose, ma anche perché si voleva che i bambini prendessero come esempio morale i personaggi dei racconti biblici. Altro strumento erano i cartelloni murali, dove si scrivevano dei valori per far sì che si interiorizzassero (ad esempio : la pietà=religiosità, disposizione religiosa, attitudine alla preghiera) o ancora si usava il canto come strumento formativo morale perché muove l’emotività, cantando un canto religioso o un canto che ha un messaggio molto forte al suo interno, mi emoziono e i valori di questo canto sono più facilmente introiettati e ancora di più lo sono se si canta coralmente. Anche i piccoli lavori manuali erano un buon modo per educare all’operosità. Ultimo strumento ma non meno importante è il rispetto delle regole per l’educazione morale, le regole della convivenza a scuola sono portatrici di istanze di educazione morale
- Facoltà intellettuali —> =si parla di istruzione, anche l’asilo ha compiti istruttivi in senso stretto, deve insegnare a leggere, scrivere e fare di conto (idea oggi che viene criticata, perché oggi non è così), l’educazione intellettuale parte dall’educazione linguistica tramite il metodo dimostrativo o indicativo, cioè alcuni oggetti comuni o immagini di questi oggetti vengono indicati e vengono insegnati così i nomi degli oggetti, tramite esercizi di nomenclatura; dopo aver fatto questo passo si continua con il compitare, sillabare, scrivere e conteggiare => tutto questo era collegato alla prescolarizzazione. - Facoltà fisiche —> aporti diceva che l’educazione fisica comprendeva tanti aspetti, dal cibo , al sonno, alla pulizia, ad esercizi di equilibro, di corsa, di salto, che dovevano sviluppare un attenzione fisica nel bambino.
Secondo l’educazione integrale, la facoltà intellettuale, fisica e morale dovevano alternarsi. Aporti si concentra poi sullo spazio del suo asilo: AULA (per l’insegnamento) Banchi da 8 per lezioni frontali (prevista anche la possibilità di lavorare in piccoli gruppi – mutuo insegnamento) Tavola nera (lavagna) Pallottoliere Tavole per la nomenclatura e la Storia sacra CORTILE (per la ricreazione e il movimento) CUCINA e REFETTORIO (per pranzo: minestra calda fornita dalla scuola; altro cibo dai genitori)
LA DIFFUSIONE DEGLI ASILI IN ITALIA C’erano alcune regioni dove lo sviluppo degli asili già nei primi anni (fino al 1846) dove cerca maggiore diffusione dell’asilo infantile e questi anno l’appoggio degli ambienti politici liberali e risorgimentali (Cavour, Boncompagni, Lambruschini, Sacchi)
LE CRITICHE AL METODO AI PROGRAMMI DEGLI ASILI APORTIANI Si diceva che le maestre non erano abbastanza preparate, si accusava aporti di precocissimo cioè di anticipare i tempi di apprendimento del bambino, si criticava lo scolasticismo e la vastità dei programmi.
_- modestapreparazionedellemaestre
- schematismo delle guide scritte da Aporti: ripetitività e eccessiva centratura sulla memoria
- precocismo_
- Canti e vezzeggiamenti materni (1844)
IL FONDAMENTO FILOSOFICO-TEOLOGICO DELLA PEDAGOGIA DI FROEBEL Non si può capire Froebel senza esplorare lo sfondo filosofico da cui prende le mosse. La cultura filosofica di riferimento è l’idealismo tedesco con Hegel, Fichte , Schelling, Krause. La cultura storica è quella del romanticismo.
- Il primo concetto base è il PANENTEISMO /IMMANITÀ = TUTTO è IN DIO, cioè la realtà è unificata in Dio, secondo Froebel questa è una legge eterna che vale per tutti e per sempre. Si tratta di una concezione immanentistica della divinità—> cioè la divinità si trova nella natura, si trova nelle cose (DEUM SIVE NATURA) — c’è un riferimento al cristianesimo, perché i valori di questa spiritualità sono influenzati dal cristianesimo. Froebel ci dice che, se è vero che la realtà è un tutto di cui ogni ente fa parte, l’unico elemento che può essere consapevole di far parte di questo tutto è L’UOMO. Compito dell’educazione è proprio quello di rendere l’uomo consapevole di essere parte di questo tutto, RISVEGLIARE IL DIVINO CHE E’ IN OGNI UOMO = far scoprire all’uomo la consapevolezza di essere parte di questo tutto.
- Il secondo concetto base è l’ ATTIVITÀ —> cioè l’idea che la realtà è in continua attività, che si crea e ricrea costantemente. Dio coincide con la natura e la natura è in perenne attività. L’attività è l’attributo costitutivo di Dio,
l’attività propria di dio è la creazione, dio crea continuamente (non è la creazione biblica) il principio dell’attività poi si presenta anche nell’uomo e l’attività propria dell’uomo è il lavoro, modo con cui l’uomo partecipa all’attività creatrice di dio l’attività propria del bambino è il gioco, modo con cui il bambino entra in contatto con il mondo, agisce sul mondo, e al contempo esprime sé stesso. Il gioco viene inteso in senso filosofico perché Froebel dice che “Il gioco rappresenta il grado più alto dello sviluppo infantile... perché esso è libera manifestazione del mondo interiore, per necessità e bisogno di questo mondo stesso” = quindi per Froebel, anche nell’animo infantile, c’è la tensione verso l’attività. Si può dire quindi che è dio stesso che gioca nel fanciullo, essendo che dio è in tutte le cose. Il gioco non è ozio o trastullo, Il gioco Non è una delle tante attività infantili, ma è LA attività del bambino, ciò che lo connota come tale, Il gioco è un’attività spontanea con significato spirituale= nel gioco il bambino partecipa allo spirito di dio che è immanente alla realtà Il bambino non fa e non sa che giocare, ciò che rende il bambino tale è l’attitudine al gioco.
IL GIARDINO D’INFANZIA, KINDERGARTEN
Il nome che egli da alla sua scuola è una metafora nella quale ci sono riferimenti simbolici:
- l’asilo è un giardino perché ci sono dei fiori, questi fiori sono i bambini,
- Questi fiori sono accuditi da una giardiniera, questa giardiniera è la maestra. In queste metafore, come il fiore, anche il bambino ha una propria crescita spontanea cioè si sviluppa x virtù propria, ma questa spontaneità ha bisogno di essere accudita, nutrita da parte di un adulto. Cè un incontro tra la spontaneità dell’ educando e lo sforzo formativo dell’educatore = nella proposta educativa di Froebel si riflette una delle più importanti antinomie pedagogiche, antinomia tra permissivismo (essere molto concessivi) e autoritarismo ( imporre un’autorità quasi ciecamente sul bambino, la libertà dell’ educando è cosi centrale che bisogna guidare il bambino a pensare che le norme che io impongo deve essere vista come un ideale a cui tendere, e non come un imposizione autoritaria.)
Le attività principali che Froebel propone sono:
- i giochi e i canti —> per avvicinare alla vita spirituale perché tramite il gioco il bambino partecipa alla vita dello spirito , il gioco non è un ozio, il gioco è indice di salute del bambino
- Giardinaggio e allevamento di animali —> per sviluppare l’amore per la natura e per avviarsi già dai primi tempi al lavoro
- Didattica dei doni e il suo simbolismo ludico —> dare ai bambini degli oggetti (doni) per familiarizzare con questi e con il loro valore simbolico (concezione metafisica della realtà che si esprime in forme geometriche)—> i doni di Froebel sono diversi e 2 di questi sono: LA PALLA = oggetto che richiama una figura geometrica, quella della sfera. La sua simbologia è la simbologia dell’unità e della pluralità, la palla può stare ferma (l’essere, lo stare) o può anche muoversi (il divenire, il muovere), la palla è simbolo dell’evoluzione tra passato, presente e futuro perché si muove. SFERA + CUBO + CILINDRO = Insieme di 3 elementi , i contrari sono la sfera e il cubo che indicano due cose opposte. Uno indica la curva, l’altro il piano. E il cilindro è la fusione di questi 2 elementi, (cubo più sfera) così da creare instabilità e movimento. Nel cilindro è compresente la staticità e il movimento.
IL CURRICOLO PER L’ADOLESCENZA
Nella sua opera Froebel dice che quando il bambino cresce, bisogna passare dal gioco all’istruzione (materie): Adolescenza : passaggio dal GIOCO all’ISTRUZIONE (materie): Religione : esprimere l’unità di Dio e del mondo Scienza naturale : cogliere la manifestazione di Dio nella natura (botanica) Lingua : esprimere rapporti tra le cose e il pensiero Giardinaggio/allevamento :cura per la natura e avviamento al lavoro
L’eredità di Froebel è così importante specialmente per il valore che egli attribuisce all’infanzia e al rispetto che il mondo adulto deve all’infanzia. Anche chi criticò Froebel riconobbe il significato ideale della sua proposta e così si diffuse il Froebelismo in Europa. Anche in Italia Froebel iniziò a circolare dal 1870 e così aporti iniziò ad essere dimenticato.
Il Positivismo: Auguste Comte
Il positivismo fu una Corrente filosofico pedagogica che si sviluppa nell’800 e a livello generale si pone in contrapposizione al romanticismo e all’idealismo. Il romanticismo e idealismo che avevano dominato la scena nel primo 800, a livello filosofico il positivismo è l’opposto dell’ idealismo. L’iniziatore del positivismo fu Auguste Comte—> scrisse un’opera, tra le altre, “corso di filosofia positiva” (1830-1842), in quest’opera teorizza la LEGGE DEI 3 STADI, secondo cui l’uomo ha attraversato 3 stadi nella sua storia che si riferiscono a 3 modi diversi di spiegare la realtà.
Con Froebel nasce il:
- Primo giardino d’infanzia : aperto da Adele Della Vida Levi (Venezia, 1869)
- Adolfo Pick , difensore del pensiero di Froebel , il più importante (pedagogista di origini boeme): diffonde froebelismo con la rivista L’educazione moderna Presenta Froebel in chiave positivistica, rilegge Froebel nell’ottica dell’evoluzionismo creando una grande contraddizione
- grazie al VII Congresso pedagogico di Napoli (1870): si capisce com’è letto Froebel, primo congresso in cui si parla di Froebel, favorevole alla pedagogia di Froebel (di un Froebel deprivato della sua premessa metafisica, concentrandosi solo sulla proposta metodologica) contrario alla didattica perché troppo artificiosa e perché serve istruzione (l’Italia è un paese analfabeta)
IL GIUDIZIO SUI GIARDINI D’INFANZIA CONTRARI:
- imprenditori: dicono che I bambini venivano abituati a giocare e non a lavorare
- Cattolici: dicevano che il metodo era estremamente artificioso, non c’era l’insegnamento religioso, eccessiva ludicità.
FAVOREVOLI:
- Positivisti italiani : criticando I principi di fondo (idealismo) ma valorizzano il metodo di Froebel. Loro dicono che I giardini erano degli strumenti non pericolosi, di progresso sociale che assicurano le basi per una scuola laica che il positivismo voleva realizzare (tesi del ministro copino). Infine dicevano anche che il gioco non è un fine ma è un metodo che consente di assecondare le inclinazioni naturali del bambino (tesi di gabelli).
I PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI (della sinistra storica)
(Cerca approfondimento sulla sinistra storica)
- PATENTE MAGISTRALE — nel 1880. bisognava avere frequentato almeno i primi anni della scuola normale
- PROPOSTA DI LEGGE che vogliono portare l’asilo sotto il ministero dell’istruzione
- RELAZIONE DI CARLO GIODA AL MINISTRO BOSELLI SUGLI ASILI INFANTILI IN ITALIA— emerge una fotografia degli asili infantili, cioè emerge che il 10% degli asili seguiva il metodo froebeliano, il 16% seguiva il metodo aportiano e il 74% seguiva il METODO MISTO = scuole senza metodo, le insegnanti improvvisavano, ¾ delle maestre lavoravano senza titolo. Molte insegnati erano religiose suore. C’erano pessime condizioni delle strutture e del materiale didattico. Con l’affermazione delle sorelle Agazzi ci sarà una svolta.
Il froebelismo riformato delle Sorelle Agazzi
Rosa agazzi partecipò al congresso pedagogico del 1898 di Torino dicendo che:
- «l’educazione dell’infanzia» sia «condizione indispensabile per una buona
preparazione alla scuola e alla vita»
- Appoggiò Froebel, nonostante riconosceva I meriti di aporti - CRITICÒ IL FORMALISMO con cui viene applicato il metodo di froebel, - Chiede che ogni comune avesse un propri asilo
- Che le Mestre fossero formate la metodo froebeliano e che di questo metodo doveva
essere ridotto alla massima semplicità — > spogliare l’apparato froebeliano di «ogni
convenzionalismo mnemonico», affinché sia una guida per condurre il bambino
«all’osservazione, alla riflessione sul mondo esterno coll’educazione dei sensi per mezzo
delle forme, dei colori, delle sostanze, del moto, dei rapporti tra le cose» = avvicinare il
bambino alla realtà così come essa è , togliendo la simbologia formalistica di froebel, una
realtà che il bambino possa osservare, riflettere sul mondo esterno educando i suoi sensi
(aiutarlo a leggere con i sensi il mondo, per rifletterci sopra) PASSARE DALLA PAROLA
ALLE COSE, PASSARE DALL’ASTRATTO AL CONCRETO.
IL MUSEO DELLE CIANFRUSAGLIE
Queste cianfrusaglie vengono definite dalla agazzi “ UMILI COSE ” —> «scatolette, bottoni, semi, noccioli,
tubetti, fili, fettuccine, figurine, boccette, tappi, campionari di tessuti, di carte, ninnoli vari, palline, vasetti,
sacchetti, cartoline». ——> «Tutto quello che può capitare nelle mani del bambino»: NO al formalismo
froebeliano.
Ha un SIGNIFICATO EDUCATIVO:
**- Educa al MANEGGIO QUOTIDIANO DELLE COSE
- Educa al RISPETTO DELLE COSE,** delle mie e quelle degli altri (tutte le cose hanno ugual valore, a
prescindere da se siano belle o brutte, grandi o piccole, ecc.)
In questo scenario educativo è molto importante l’AMBIENTE FAMIGLIARE che deve essere improntato a
due criteri:
**- Socievolezza = stare bene insieme
Molto importante è:
- il RUOLO DELLA MAESTRA : Rosa agazzi dice:
«Salta subito all’occhio la necessità di creare intorno a questa massa eterogenea, ancora estranea all’uso
delle ragione, una atmosfera che sia per tutti respirabile, una atmosfera permeata di sana libertà ... Si
tratta di far giungere all’animo infantile le prime sensazioni di una vita basata sull’ordine , ovunque frutto di
tolleranza, di generosità, soprattutto di reciproco rispetto»
(SANA LIBERTÀ=la libertà può esprimersi solo in un contesto educativo ordinato, poter essere me stesso in
un contesto ordinato)
- L’ASSISTENZA DEI BAMBINI PIÙ GRANDI A QUELLI PIÙ PICCOLI: Rosa agazzi dice:
«Nulla di più grazioso di un maggiore che insegna al piccolo a innaffiare, senza bagnarsi, una pianticella; a
sollevarlo perché possa con più agio osservare un disegno sulla lavagna; a rimboccargli le maniche prima
della lavatura; a insegnargli a pronunciare il nome di un fiore, ad allacciargli la bavaglia; a spezzargli il pane;
[...] a condurlo in guardaroba a riporre le cose con ordine ; a segnargli il tempo mentre si insegna un passo
ritmico»
Cè l’idea che il bimbo più grande diventi un’assistenza, che comporta una responsabilizzazione.
MARIA MONTESSORI
Cenni biografici
- Nasce a Chiaravalle (Ancona) nel 1870
- Trasferitasi con la famiglia a Roma, frequenta un Istituto tecnico e, dopo un passaggio a Scienze Naturali, si iscrive a Medicina
- Nel 1896 si laurea in Psichiatria con Ezio Sciamanna, di cui diviene assistente presso la Clinica psichiatrica universitaria; con lei lavorano Sante De Sanctis e Giuseppe Montesano (con quest’ultimo inizia una relazione da cui nascerà, nel 1898, il figlio Mario, abbandonato dalla M. e ripreso con sé nel 1913)
- Partecipa al movimento femminista europeo
- Nel 1898 interviene al Congresso Pedagogico di Torino (educabilità bambini disabili)
- Studia Itard e Séguin (i testi di quest’ultimo vengono ritrovati dalla M. in Francia presso il neuropsichiatra Bourneville); dirige con Montesano la Scuola Magistrale Ortofrenica di Roma
- All’inizio del Novecento si allontana dalla psichiatria per avvicinarsi all’antropologia pedagogica, di cui ottiene la libera docenza nel 1904
- Nel 1901 lascia la Scuola Ortofrenica e inizia ad insegnare Igiene e Antropologia presso l’Istituto Superiore di Magistero Femminile di Roma – rottura con Montesano (si era spostato con un’altra donna), ma anche nuovo impegno per il rinnovamento della scuola del tempo
- Nel 1902 si iscrive ai corsi della Facoltà di Lettere
- Nel 1907 apre la prima Casa dei Bambini nel quartiere romano di S. Lorenzo
- Nel 1913 compie il primo viaggio negli U.S.A; lascia l’Università per dedicarsi alle sue Case dei bambini
- Diffusione del metodo montessoriano nel mondo
- Appoggio al metodo anche in Italia (regina Margherita, Gentile...); nel 1929 nasce a Roma la Regia Scuola Magistrale Montessori
- Nel 1934 avviene la rottura col fascismo (conferenza della M. su pacifismo)
- Lascia l’Italia (Spagna, Olanda, India)
- Nel secondo dopoguerra torna in Europa (anche in Italia)
- Muore a Noorwijk am See (Olanda) nel 1952
Le opere principali (edizioni italiane)
- Antropologia pedagogica (ideato prima, ma pubblicato nel 1910)
- Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei bambini (1909; II ed. ampliata: 1913)
- L’autoeducazione nelle scuole elementari (1916)
- I bambini viventi nella Chiesa. Note di educazione religiosa (1922)
- Manuale di pedagogia scientifica (1921; I ed.: 1914)
- Il bambino in famiglia (1936; I ed.: 1923)
- Il segreto dell’infanzia (1938; I ed.: 1936)
- La formazione dell’uomo (1949)
- Educazione e pace (1949)
- La Santa Messa spiegata ai bambini (1949; I ed: 1932 )
- La scoperta del bambino (1950; I ed.: 1948)
- La mente del bambino (1952) – titolo originale The absorbent mind (1949)
- Educazione per un mondo nuovo (1970; I ed.: 1947) • Come educare il potenziale umano (1970; I ed.: