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Il lettore e il concetto di lettore implicito, Study notes of Law

Il concetto di lettore nel contesto letterario, distinguendo tra lettore reale, ipotetico e ideale. Ruolo del lettore nell'attivazione del significato potenziale del testo, attraverso l'interazione tra strategie testuali e competenze del lettore. Lettura come interazione dinamica tra testo e lettore, in cui il significato emerge dalla sintesi delle immagini stimolate dal testo e dalla proiezione del lettore. Il carattere artistico del testo si rivela in modo attivo durante la lettura, ma può essere compreso più pienamente in una seconda lettura, quando il lettore diventa consapevole dei meccanismi che hanno portato alla costruzione del significato. Il significato del testo non esiste indipendentemente dal lettore, ma è completato dal soggetto che legge, in un'interazione regolata dalla necessità di colmare la mancanza di una cornice di riferimento comune.

Typology: Study notes

2023/2024

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interessata alle struure della performance che precedono leeo e concepisce la separazione analica di
performance e risultato come premessa fondamentale.
Il lettore e il concetto di lettore implicito
Generalmente emergono due categorie di leore a seconda se il crico è interessato alla storia delle
risposte o all’eeo potenziale del testo leerario:
1. Leore REALE conosciamo araverso le sue reazioni documentate;
2. Leore IPOTETICOsul quale ogni passibile realizzazione del testo può essere proieata;
la categoria 2 è divisa in:
oLeore IDEALE non esiste oggevamente;
oLeore CONTEMPORANEO esiste;
è stato introdoo u altro po di leore, la cui psicologia è stata dischiusa dalle scoperte della psicoanalisi:
oLeore PSICOLOGICAMENTE DESCRIVIBILE ha aumentato il grado di accertabilità delle risposte
leerarie, e una teoria psicoanalicamente fondata sembra plausibile soprauo perché il leore a
cui si riferisce sembra avere una propria reale esistenza.
1. Il leore REALE è invocato soprauo da studi di storia della recezione , vale a dire il modo in cui
un’opera leeraria è stata accolta da uno specico gruppo di leori; qualunque giudizio può
rieere i vari aeggiamen e le norme di questo pubblico leeratura specchio del codice
culturale che condiziona ques giudizi. Questo vale anche per leori appartenen a epoche storiche
diverse, ma la ricostruzione dipende dalla sopravvivenza di documen contemporanei e , più
indietro risaliamo, più scarsa diventa al documentazione; di conseguenza, la ricostruzione dipende
da ciò che può essere raccolto dalle opere leerarie stesse. Il problema è se tale costruzione
corrisponde o meno al leore reale del tempo o se assume il ruolo che l’autore intendeva. A questo
proposito abbiamo tre pi di leore CONTEMPORANEO : uno STORICO e REALEtrao da
documen esisten, e due IPOTETICI 1.partendo dalla conoscenza storico sociale del tempo; 2.
Estrapolato dal ruolo del leore che risiede nel testo.
oLeore IDEALE opposto a quello contemporaneo, è dicile ssare dove esso sia stato trao
anche se tende ad emergere dal cervello del crico o del lologo stessi; essi rimangono comunque
leori istrui. Un leore ideale dovrebbe avere un codice idenco a quello dell’autore; gli autori
generalmente ricodicano nei loro tes codici dominan, e così il leore ideale dovrebbe
condividere le intenzioni che soendono il processo. Se questo fosse possibile la comunicazione
sarebbe superua, dato che si basa soltanto su ciò che non è stato condiviso tra emiente e
ricevente.
L’autore benché teoricamente il solo possibile leore ideale, in quanto egli ha sperimentato ciò che
ha scrio, non è obbligato a duplicare se stesso in autore e leore ideale, così che nel suo caso il
postulato di un leore ideale è superuo. Gli scriori stessi come leori non fanno mai osservazioni
sull’impao che i loro tes hanno esercitato, ma preferiscono parlare delle loro intenzioni, strategie
e costruzioni in modo conforme alle condizioni che riene valide per il pubblico che tenta di
guidare.
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interessata alle struure della performance che precedono l’eeo e concepisce la separazione analica di performance e risultato come premessa fondamentale.

Il lettore e il concetto di lettore implicito

Generalmente emergono due categorie di leore a seconda se il crico è interessato alla storia delle risposte o all’eeo potenziale del testo leerario:

  1. Leore REALE  conosciamo araverso le sue reazioni documentate;
  2. Leore IPOTETICO sul quale ogni passibile realizzazione del testo può essere proieata;

la categoria 2 è divisa in:

o Leore IDEALE  non esiste oggevamente; o Leore CONTEMPORANEO  esiste;

è stato introdoo u altro po di leore, la cui psicologia è stata dischiusa dalle scoperte della psicoanalisi:

o Leore PSICOLOGICAMENTE DESCRIVIBILE  ha aumentato il grado di accertabilità delle risposte leerarie, e una teoria psicoanalicamente fondata sembra plausibile soprauo perché il leore a cui si riferisce sembra avere una propria reale esistenza.

  1. Il leore REALE  è invocato soprauo da studi di storia della recezione , vale a dire il modo in cui un’opera leeraria è stata accolta da uno specico gruppo di leori; qualunque giudizio può rieere i vari aeggiamen e le norme di questo pubblico leeratura specchio del codice culturale che condiziona ques giudizi. Questo vale anche per leori appartenen a epoche storiche diverse, ma la ricostruzione dipende dalla sopravvivenza di documen contemporanei e , più indietro risaliamo, più scarsa diventa al documentazione; di conseguenza, la ricostruzione dipende da ciò che può essere raccolto dalle opere leerarie stesse. Il problema è se tale costruzione corrisponde o meno al leore reale del tempo o se assume il ruolo che l’autore intendeva. A questo proposito abbiamo tre pi di leore CONTEMPORANEO : uno STORICO e REALE trao da documen esisten, e due IPOTETICI  1.partendo dalla conoscenza storico sociale del tempo; 2. Estrapolato dal ruolo del leore che risiede nel testo.

o Leore IDEALE  opposto a quello contemporaneo, è dicile ssare dove esso sia stato trao anche se tende ad emergere dal cervello del crico o del lologo stessi; essi rimangono comunque leori istrui. Un leore ideale dovrebbe avere un codice idenco a quello dell’autore; gli autori generalmente ricodicano nei loro tes codici dominan, e così il leore ideale dovrebbe condividere le intenzioni che soendono il processo. Se questo fosse possibile la comunicazione sarebbe superua, dato che si basa soltanto su ciò che non è stato condiviso tra emiente e ricevente. L’autore benché teoricamente il solo possibile leore ideale, in quanto egli ha sperimentato ciò che ha scrio, non è obbligato a duplicare se stesso in autore e leore ideale, così che nel suo caso il postulato di un leore ideale è superuo. Gli scriori stessi come leori non fanno mai osservazioni sull’impao che i loro tes hanno esercitato, ma preferiscono parlare delle loro intenzioni, strategie e costruzioni in modo conforme alle condizioni che riene valide per il pubblico che tenta di guidare.

[Digitare il testo]

Un leore ideale dovrebbe essere capace di realizzare in pieno il signicato potenziale del testo leerario. Diversi signica dello stesso testo sono emersi in tempi dieren e la maggior parte dei tes le in u secondo tempo avranno un eeo diverso da quello della prima leura. Il leore ideale dovrà non solo colmare il signicato potenziale del testo indipendentemente dalla situazione storica, ma deve farlo esausvamente. Il risultato sarebbe la totale consumazione del testo, che è rovinosa per la leeratura, ma che si adaa ad altri pi di testo, come la leeratura leggera. Il leore ideale, diversamente da quello contemporaneo è zio, e questo gli permee di colmare il vuoto che appare costantemente in ogni analisi delle risposte e degli ee del testo leerario, e può venire introdoo con varie qualità a seconda dei problemi che è chiamato a risolvere.

L’ambito fondamentale di ques conce, leore ideale e contemporaneo, riguarda i risulta prodo, piuosto che la struura degli ee, che provoca ques risulta ed è responsabile di essi. Focalizziamoci sul potenziale del testo che innesca la dialeca ricreava del leore.

Il desiderio di liberarsi da queste categorie restrive si può vedere già con lo svilupparsi di nuove categorie di leori come conce eurisci. Oggi la crica leeraria ore speciche categorie per aree speciche di discussione il superleore (Riaterre), il leore informato (Fish), il leore supposto (Wol) benché siano concepi come costru eurisci, sono tra da gruppi specici di reali, esisten leori.

o Il SUPERLETTORE di Riaterre gruppo di informan che procede insieme ai pun nodali del testo e che stabiliscono così araverso le loro comuni reazioni l’esistenza di un fao slisco. Tiene conto in modo empiricamente vericabile sia del potenziale semanco sia di quello pragmaco contenuto nel messaggio del testo. Riaterre spera di eliminare il grado di variazione che nasce inevitabilmente dall’inclinazione soggeva del leore individuale. Tenta di oggevare lo sle, o il fao slisco, in quanto elemento comunicavo supplementare rispeo a quello primario del linguaggio. Il fao slisco scaturisce da questo contesto, che punta alla densità del messaggio codicato, che viene alla luce da un conceo intratestuale che è riconosciuto dal superleore.--> aggira le dicoltà ineren alla slisca della deviazione, che implica sempre un riferimento a norme linguische che si trovano fuori dal testo, e che misurano le qualità poeche di esso grazie al grado di devianza da queste supposte norme extratesuali. Tuavia il punto vitale è che il fao slisco può essere individuato solo da un soggeo percipiente. Quindi l’impossibilità di formalizzare il contrasto intratestuale si manifesta come un eeo che può essere sperimentato solo dal leore. Il superleore è uno strumento di accertamento del fao slisco, ma a causa della sua non referenzialità questo conceo mostra quanto sia indispensabile il leore per la formulazione del fao slisco. Il superleore non è impermeabile all’errore, l’accertamento dei contras intratestuali presuppone una competenza dierenziata e dipende dalla prossimità o dalla distanza storica del gruppo rispeo al testo considerato. Inoltre le qualità slische non possono più essere stabilite esclusivamente con gli strumen della linguisca. o LETTORE INFORMATO di Fish non è interessato alla media stasca delle reazioni del leore, ma alla descrizione del traamento da parte di esso. Il LI deve possedere delle competenze, quali: parlante competente, competenza semanca, competenza leeraria; è un ibrido: non è né un’astrazione né un leore vivente; è un leore che fa tuo ciò in suo potere per informarsi. Non solo deve avere le competenze necessarie, deve anche osservare le proprie reazioni durante il processo di aualizzazione allo scopo di controllarlo. Se il leore, grazie alla sua competenza, struura egli stesso il testo, ciò implica che le sue reazioni seguiranno l’una l’altra nel tempo, nel

[Digitare il testo]

VECCHIA RISPOSTA: DEVIAZIONE

Modello struuralista della deviazione  condizione centrale di “Poecità”; “la violazione della norma è ciò che rende possibile l’ulizzazione poeca del linguaggio”; Non è la violazione in quanto tale, ma la relazione che essa stabilisce con lo Standard, che diventa condizione di qualità poeca (Mukarovsky).

Il conceo di deviazione ore una denizione unidimensionale del testo leerario, puntando tuo su una singola denizione indiscriminata; scarsa aenzione è concessa alla dierenza fra le par componen del testo, che sono essenziali alla produzione dell’oggeo esteco; non c’è alcuna analisi dei tra dell’oggeo esteco che sono più concre della vaga qualità di “poecità”.

Queste eviden insucienze non sono sfuggite all’aenzione dei suoi fautori: le poeche linguiscamente orientate meono insieme un complesso di deviazioni, non solo del linguaggio ordinario, ma anche delle norme leerarie acceate (slisca struuralista di Riaterre), ma risultano essere degli elenchi che non ci dicono niente sulle funzioni. Per il deviazionista convinto tale catalogo costuisce la struura del testo leerario, ma un registro che denisce una struura del genere perde il suo signicato, dato che la struura ulma di un testo non può essere predicata, perché non c’è metalinguaggio che la possa imprigionare.

Tuavia tale teoria dionde molta luce sulla struura del testo leerario le deviazioni possono arrivare no all’invalidazione totale di ciò che è familiare; questo produce un parcolare po di tensione : la violazione è trasformata in provocazione e comincia ad ararre l’aenzione su di se. La tensione richiede sollievo, e questo ha bisogno di un riferimento che non può essere idenco a quei riferimen che l’hanno originariamente prodoa. Questo produce la prima fase del rapporto testo-leore : la qualità poeca non è legata alle norme di uno standard astrao o a un altreanto astrao canone esteco, ma alle disposizioni di un leore individuale. La sua funzione è di mobilitare l’aenzione del leore, così da “assicurarsi della comprensione” (Ausn). Se la deviazione è intesa in questo senso, non può riferirsi a una supposta norma linguisca, essa è legata alle aspeave del leore, la cui frustrazione può portare più lontano della produzione di un potenziale semanco.

Norme di aspeazione 2 categorie:

  1. Il repertorio fornisce il retroterra contro il quale il testo deve essere riconosciuto dal leore;
  2. Le aspeave possono riferirsi a convenzioni sociali e culturali di un pubblico parcolare al quale il testo è indirizzato.  leeratura didaca e propagandisca propos sistemi di pensiero contemporanei allo scopo di provocare un aeggiamento di conferma verso i retroterra che forniscono; le violazioni di tali norme produrranno una tensione, ma esse stesse non potranno struurare l’aeggiamento del leore.

In ogni caso l’accrescimento del potenziale semanco tramite la violazione della norma non può essere ne i sé, ma dev’essere direo verso u possibile ricevente del messaggio. Questo elemento elude la comprensione dei deviazionis, poiché per loro la deviazione è signicava, e quindi, classicabile solo in termini di un sintema semanco. Tale teoria elude il processo di comunicazione che nasce fra testo e leore come risultato della deviazione.

Necessità di un riorientamento Derbyshire “grammar of style” lo sle non è una deviazione della norma, ma del senso ; pone la disnzione tra informazione (= procurata da codicatori del messaggio allo scopo di dargli un signicato), e signicato (= totalità delle esperienze di risposta a una data quantà di informazione).

[Digitare il testo]

Tali osservazioni sono alla base dell’idea di Gombrich sulla percezione della piura; introduce i conce di “schema e correzione” che sono alla base della psicologia della Gestalt; egli tenta di comprendere la rappresentazione in termini di ricezione. Lo schema rivela non solo il principio d’economia che regola le nostre percezioni quodiane (Gestalt), ma anche una drasca riduzione della conngenza del mondo , che è rappresentato mediante la crescente complessità dello schema ed è perciò reso accessibile ala comprensione. Struura dello schema è dialeca equilibra i principio di economia contro la sua stessa complessità crescente, tramite cui ene conto delle perdite subite a causa della riduzione della conngenza del mondo. Ogni schema rende accessibile il mondo in accordo con le convenzioni che l’arsta ha ereditato. Quando è percepito qualcosa di nuovo, può essere rappresentato solo mediante una correzione degli schemi stessi. Araverso la correzione l’esperienza parcolare della nuova percezione può essere caurata e trasmessa. Qui abbiamo una rinuncia al realismo imitavo e l’implicazione che la comprensione e la rappresentazione di una realtà parcolare può aver luogo soltanto mediante la negazione degli elemen familiari dello schema. Lo schema rende rappresentabile il mondo, la correzione evoca le reazioni dell’osservatore al mondo rappresentato. La correzione degli schemi è guidata dalla mimesi , cioè dallo sforzo del piore di armonizzare ciò che ha osservato con i modelli che ha ereditato. La correzione viola una norma dell’aesa contenuta all’interno della stessa piura. In tal modo, l’ao della rappresentazione crea le proprie condizioni di ricezione. Esso smola osservazioni, e mee all’opera l’immaginazione dell’osservatore, che è guidato dalle correzioni nché tenterà di scoprire il movo al di qua del cambiamento nello schema  valore eurisco.

Per quanto riguarda i tes leerari dobbiamo apportare una modicazione  la correzione degli schemi non può intervenire araverso una percezione speciale, perché non vi è una speciale realtà obieva rispeo alla quale il testo può essere misurato. La relazione del testo al mondo può essere compresa soltanto mediante gli schemi che il testo genera all’interno di se stesso. Se gli schemi devono essere cambia la correzione non può essere guidata dai da percevi che partono dal mondo esterno, poiché non va trovata e non è stata formulata nel mondo esterno. Essa può aver luogo tramite la ricostruzione dei pun di signicanza degli schemi. Funzione degli schemi leerari: sono elemen del testo, nono sono né aspe né par dell’oggeo esteco. L’oggeo esteco segnala la sua presenza araverso la deformazione degli schemi, e il leore, riconoscendo queste deformazioni, è spinto a dare la sua forma all’oggeo esteco. È l’intenzionalità dell’oggeo esteco che sprona l’immaginazione del leore. Questo non vuol dire che l’immaginazione è libera di produrre quel che vuole strategie : progeano le linee lungo le quali l’immaginazione deve correre. Ma come?

PRIMO PIANO E SFONDO Posner:

SCHEMI  codice primario ;  OGGETTO ESTETICO  codice secondario ;

l’oggeo esteco non esiste prima del testo che lo concrezza, ma si compone soltanto nel testo e constatato solo nel corso del processo di leura. È soprauo da questa avità- decifrazione del secondo codice- che il leore trae il piacere esteco quando legge. Il primario non può essere pura denotaizone, in quanto gli schemi non sono ni a se stessi. Essi trascendono sia lo schema individuale che quello del contesto originale dal quale sono sta presi. Pone le condizioni alle quali il nuovo aspeo alle quali il nuovo asseo può essere sperimentato. Tali condizioni non possono però essere vincolan, perché mentre il codice primario rimane invariabile, quello secondario varia a seconda del codice culturale e sociale di ciascun leore individuale. Le strategie trasmeono il codice primario invariabile al leore, che poi lo

[Digitare il testo]

LA STRUTTURA DI TEMA ORIZZONTALE

Finora abbiamo parlato del legame tra repertorio e i sistemi ai quali esso si riferisce, poiché in questo consiste la cornice esterna di riferimento dell’opera. Tuavia il compito prevalente delle strategie testuali è di organizzare la rete interna di riferimen, perché è questa che prestruura la forma dell’oggeo esteco che il leore deve produrre gli elemen seleziona devono essere combina.

La selezione produce la relazione sfondo-primo piano e questa consente l’accesso al mondo del testo (legame esterno); la combinazione organizza gli elemen scel in modo tale da permeere la comprensione del testo (legame interno). Ciò che è combinato all’interno del testo è un intero sistema di prospeve, perché anche quella dell’autore è combinazione di diverse prospeve, e araverso al combinazione di queste diverse che la realtà non data dell’oggeo esteco può essere costruita. Generalmente ci sono quaro prospeve: narratore, personaggi, intreccio e leore.

Se la funzione delle diverse prospeve è di avviare la produzione dell’oggeo esteco, ne segue che questo oggeo non può essere totalmente rappresentato da una sola di esse; mentre ciascuna prospeva ore una veduta parcolare, apre una veduta anche sulle altre prospeve. L’interazione tra prospeve è connua perché non sono neamente separate tra loro, ma non procedono neanche in parallelo. Queste sono le prospeve interne , disnte da quelle esterne , che legano il testo alla realtà esterna. Le prospeve interne formano una struura nella quale gli elemen seleziona sono combina, ma essi devono essere struura in modo tale che la combinazione possa essere regolata.--> disnzione tra tema e orizzonte.

Siccome le prospeve sono connuamente intrecciate e interagen, non è possibile per il leore abbracciarle tue contemporaneamente, e così la veduta nella quale egli è coinvolto in ogni momento è ciò che costuisce per lui il tema; questo sta sempre prima dell’orizzonte; l’orizzonte abbraccia e comprende tuo ciò che è visibile a un certo punto. L’orizzonte non è qualcosa di puramente opzionale, esso è composto di tu quei segmen che hanno sostuito i temi delle fasi preceden della leura. È così che la struura tema-orizzonte organizza gli aeggiamen del leore e contemporaneamente costruisce il sistema prospeco del testo. Questa è la struura per la combinazione delle strategie testuali e i suoi ee sono molteplici.

  1. Essa organizza un rapporto tra testo e leore che è essenziale per la sua comprensione. Il testo è una veduta prospeca dell’autore; il compito del leore non è semplicemente di acceare, ma di comporre per se ciò che deve essere acceato. Il modo in cui egli lo compone è deato dallo spostamento connuo delle prospeve durante il usso temporale della leura, e questo provvede una struura tema-orizzonte, che gli consente di sostuire gradualmente la veduta del mondo non familiare dell’autore nei termini imposta dall’autore. Struura tema-leore legame vitale tra testo-leore., perché coinvolge avamente nel processo di sintesi di un montaggio di pun di vista costantemente mobili , che non solo si modicano reciprocamente, ma inuenzano le sintesi passate e future.
  2. L’interazione connua delle prospeve gea una nuova luce su tue le posizioni manifestate linguiscamente nel testo, perché ciascuna è posta in un nuovo contesto, e l’aenzione del leore è araa dagli aspe no a quel momento non manifes. Ogni segmento di prospeva del testo appare contro gli altri e quindi non è solo se stesso, a un riesso e un rieore per gli altri. Il testo leerario dispone di un meccanismo che regola la percezione generale, perché ciò che è osservato cambia quando è osservato, in accordo con le aspeave dell’osservatore. Quest’ulme sono condizionate dai preceden segmen di prospeva del testo, perciò i segmen individuali acquistano signicanza solo mediante l’interazione con altri segmen, e perciò il signicato nale

[Digitare il testo]

del testo, o l’oggeo esteco, trascende tu gli elemen determina. Qualsiasi posizione incorporata nel testo diventa un oggeo di osservazione, e in quanto tale, mutevole; se queste posizioni rappresentano una selezione dal mondo sociale o leerario esterno al testo, ne segue che il leore, in quanto produce l’oggeo esteco, può reagire al mondo incorporato nel testo, cioè può vedere le norme selezionate soo una nuova luce funzione ulma dell’oggeo esteco si pone come punto di vista trascendentale rispeo alle posizioni rappresentate nel testo. La formazione dell’oggeo esteco coincide con le reazioni del leore alle posizioni stabilite e trasformate dalla struura di tema-orizzonte.

  1. Se l’oggeo esteco può essere costruito trasformando le posizioni nel testo, non può essere come sosteneva Ingarden, ovvero che gli aspe schemazza dal testo costuiscono un medium che consente l’accesso a ciò che lui chiama oggeo intenzionale, poiché solo la loro mutua trasformazione produce le equivalenze che portano alla produzione dell’oggeo esteco. I riconosceva che l’oggeo intenzionale doveva essere formulato dal leore, ma non ci dice nulla sul modo in cui i segmen possono essere combina.

Struura tema-orizzonte sfrua il modo di comprensione comune alla teoria della percezione , ma dierisce in quanto la cornice di riferimento è immaginaria e non reale; ciò da inizio a un processo di comunicazione araverso trasformazione di posizioni.

VARIAZIONI DELLA STRUTTURA TEMA-ORIZZONTE Importante aspeo del processo di comunicazione è l’assegnazione delle norme selezionate alle prospeve testuali individuali. una certa validità sarà posta automacamente nelle norme sociali e nelle allusioni leerarie. Il repertorio riee un processo di selezione, ma anche l’assegnazione dei suoi elemen, araverso per esempio, la prospeva dei personaggi. In generale vi sono due possibilità: le norme selezionate saranno rappresentate sia dall’eroe che dai personaggi minori. Le conseguenze possono essere dieren: se l’eroe rappresenta la norma, i personaggi minori saranno insucien o divergen da lui; nel caso opposto, l’eroe da luogo a una visione crica delle norme. Le norme saranno aermate o scalzate. Distribuzione del repertorio tra le diverse prospeve produce criteri per la valutazione degli elemen seleziona. Tali criteri diventano eevi solo mediante l’interazione tema-orizzonte, che permee al leore di vedere le vecchie norme in un nuovo contesto. La struura tema-orizzonte assorbe il leore nella situazione storica al quale egli deve reagire.

Le prospeve nel testo sono combinate in un rapporto specico l’una rispeo all’altra. Nei tes narravi abbiamo 4 pi di combinazione:

  1. compensazione comporta uan gerarchia denita di prospeve: qualità e dife sono gradua e la funzione comunicava dle testo è specicamente indicata. XES: Pilgrim’s Progresss, di Bunyan l’eroe rappresenta la proseva principale e tramite lui è svelato il catalogo delle norme, e a queste ci si deve conformare per raggiungere la salvezza. Le norme sono aermate, tramite una prospeva centrale, e qualsiasi violazione è punita. La prospeva dei personaggi minori è subordinata, e coloro che si conformano più coerentemente alle norme rappresentate rimangono più a lungo in compagnia dei pellegrini. La connua aermazione delle norme rappresentate dall’eroe richiama l’aenzione sulle insucienze del sistema dal quale quelle norme sono state trae, ed in tal senso la combinazione delle prospeve procura un bilanciamento stabilizzante. Qualsiasi cosa manchi ai personaggi minori è fornita dall’eroe, e qualsiasi cosa manchi a lui egli impara da solo a procurarsela. Le norme dell’eroe dimostrano la loro validità proporzionalmente alla non validità di quelle dei personaggi minori l’interazione tema orizzonte causa una riduzione delle incertezze

[Digitare il testo]

FENOMENOLOGIA DELLA LETTURA. IL TRATTAMENTO DEL TESTO

LETTERARIO.

CAP. 4 AFFERRARE UN TESTO

INTERAZIOEN FRA TESTO E LETTORE

Repertori testuali e strategie orono una cornice entro la quale il leore deve costruire per sé l’oggeo esteco. Il transfert dal testo al leore non è prodoo soltanto dal testo, ma dipende dalla capacità di questo di avare le facoltà individuali di percezione e manipolazione nel leore. Sebbene il testo possa incorporare le norme sociali e i valori dei suoi possibili leori, la sua funzione è di usarli allo scopo di assicurare la sua comprensione. Ore una guida a riguardo di ciò che si deve produrre, quindi non può essere esso stesso il prodoo. Il testo è una pregurazione struurata, ma ciò che è dato deve essere ricevuto, e il modo in cui è ricevuto dipende tanto dal leore quanto dal testo. La leura non è una direa interiorizzazione, perché non è un processo a senso unico, il nostro interesse sarà direo a trovare il modo di descrivere il processo di leura come interazione dinamica tra testo e leore. I segni linguisci e le struure del testo esauriscono al loro funzione nell’innescare a che sviluppano al comprensione. Tali a, benché avvia dal testo, sfuggono a un controllo totale, e questa mancanza di controllo è la stessa mancanza che forma la base della dimensione creava del leore. (sterne)Autore e leore devono condividere la parta dell’immaginazione, la quale non funzionerà se il testo si avvia a d essere qualcosa di più che un insieme di regole di condoa. Il piacere del leore comincia quando egli stesso diventa produvo, cioè quando il testo gli consente di meere in gioco le sue facoltà. Vi sono dei limi alla volontà del leore di partecipare, e ques saranno supera se il testo rende le cose troppo chiare o troppo oscure: la noia e la tensione eccessiva sono i due poli della tolleranza e in entrambi i casi è probabile che il leore riu il gioco. (sartre chiama il rapporto un pao).

IL PUNTO DI VISTA ERRANTE Il testo intero non può essere percepito in un solo istante. Riguardo a ciò esso dierisce dagli ogge da che possono essere generalmente vis e concepi come un tu’uno. L’oggeo del testo può solo essere immaginato grazie a diverse fasi consecuve della leura. Noi samo sempre al di fuori dell’oggeo dato mentre siamo colloca all’interno del testo leerario. Invece di una relazione soggeo-oggeo si ha un punto di vista mobile che viaggia lungo l’interno di ciò che deve cogliere. Ulteriore complicazione i tes leerari non servono soltanto a denotare ogge empiricamente esisten. Anche facendolo, li depragmazzano, perché ques ogge non devono essere denota, ma trasforma. La denotazione presuppone presuppone qualche forma di riferimento che indicherà il signicato specico della cosa denotata. Il testo leerario pone gli ogge seleziona al di fuori del loro contesto pragmaco e così distrugge la loro originale cornice di rifermento; ne risulta la rivelazione di aspe rimas nascos no a quando al cornice di riferimento rimaneva intaa. In tal modo al leore non è data la possibilità di distacco, come l’avrebbe avuta se il testo fosse stato puramente denotavo. Invece di trovare conferma al’esterno, egli deve costruire l’oggeo da se, spesso in un modo che va contro il mondo familiare evocato dal testo. Il punto di vista errante del leore è allo stesso tempo aerrato e trasceso dall’oggeo che deve essere appreso. La percezione può solo avere luogo araverso fasi, ciascuna delle quali conene aspe dell’oggeo da costruire, ma nessuna può pretendere di essere rappresentava di esso. L’oggeo esteco no può essere idencato con alcuna delle sue manifestazioni durante il usso temporale di leura. L’incompletezza di ciascuna manifestazione richiede delle sintesi, che a loro volta provocano il transfert del testo nella coscienza del leore. Il processo di sintesi dunque non è sporadico ma connuo lungo tue le fasi del viaggio del punto di vista errante.

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Prospeva delle frasi del testo scoperte empiriche della psicolinguisca “apertura occhio-voce”= designa questa apertura del testo che può essere circoscria durante ciascuna fase della leura. La decodica procede per pezzi più che per singole parole, tali pezzi corrispondono alle unità sintache di una frase. Le unità sintache delle frasi sono pezzi residuali desna alla percezione all’interno del testo leerario, l’interesse predominante qui è posto nei correla di frase, perché il mondo dell’oggeo leerario è costruito mediante ques correla intenzionali. Le frasi si uniscono in modi diversi per formare unità semanche di un ordine superiore che esibisce struure molto varie; da queste struure nascono entà come romanzi, raccon, controversie, drammi ecc quando Ingarden parla di correla di frasi intenzionali la dichiarazione e l’info sono già dichiara, perché ciascuna frase può raggiungere il suo scopo solo mirando a qualcosa oltre se stessa. Se ciò vale per tue le frasi, i correla si intersecano costantemente dando origine al compimento semanco al quale essi miravano. Il compimento tuavia avviene non nel testo, ma nel leore. Che deve arare l’interazione dei correla prestruura mediante la sequenza di frasi. Le frasi avviano a un processo che porterà alla formazione dell’oggeo esteco come un correlato nella mente del leore.

Faore elementare che gioca un ruolo centrale nel processo di leura gli indici semanci delle frasi individuali implicano sempre un’aspeava di qualche po Husserl le chiama “protensioni”. L’interazione tra correla intenzionali di frasi porterà non tanto al compimento delle aspeave quanto alla loro connua modicazione. Qui si colloca la struura fondamentale del punto di vista vagante: la posizione nel leore nel testo è nel punto di intersezione tra ritenzione e protensione. Ciascun correlato di frase individuale pregura un orizzonte parcolare ma questo è immediatamente trasformato nello sfondo per il successivo correlato e deve necessariamente essere modicato. L’orizzonte pregurato orirà una veduta che dovrà contenere delle indeterminatezze e così generare delle aspeave riguardo al modo in cui verranno risolte. Ciascun nuovo correlato risponderà a delle aspeave e ne genererà di nuove. Per quanto riguarda la sequenza di frasi vi sono due possibilità:

  1. se il nuovo correlato comincia a confermare le aspeave suscitate dai suoi predecessori , la gamma di possibili orizzon semanci sarà limitata. Ciò accade con tes che descrivono un oggeo parcolare perché il loro interesse è di limitare la gamma allo scopo di produrre l’individualità di questo oggeo.
  2. Nella maggior parte dei tes leerari la sequenza di rasi è struurata in maniera tale che i correla servono a modicare e a frustrare le aspeave che essi hanno suscitato. Così facendo hanno automacamente un eeo retroavo su ciò che è stato già leo che ora appare del tuo diverso. Esso spinge a una ristruurazione delle sintesi passate. La memoria perciò subisce una trasformazione, ciò che è ricordato diventa aperto a nuove connessioni e queste a loro volta inuenzano le aspeave suscitate dai correla individuali nella sequenza di frasi.

Nel processo di leura vi è un’interazione connua tra aspeave modicate e ricordi trasforma. Tuavia il testo steso non formula aspeave o loro modicazioni, né specica come la connebilità dei ricordi deve essere compiuta. Questo è il campo di avità del leore. Questo processo di traduzione fa risalire anche la struura ermeneuca fondamentale della leura. Ciascun correlato di frase conene una sezione vuota, che guarda in avan al prossimo correlato, e una sezione retrospeva, che risponde alle aspeave della frase precedente. Così ogni momento di leura è una dialeca di ipotensione e ritenzione. Il punto di vista mobile si apre la strada araverso entrambi contemporaneamente e li porta ad immergersi insieme nella sua scia. Questo processo è inevitabile perché il testo in nessun momento può essere aerrato come un tuo unico. Ciò rende possibile il processo araverso il quale l’oggeo esteco viene connuamente

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L’evocazione reciproca delle prospeve non segue normalmente una strea sequenza temporale. Gli indici gli smoli non evocano solamente i loro predecessori immedia, ma spesso anche aspe di altre prospeve che sono già aondate in profondità nel passato. Se il leore è spinto a richiamare qualcosa di già aondato nella memoria, egli lo restuirà non isolatamente ma incastrato in un contesto parcolare. Il segno linguisco (le parole) possono solo denotare un riferimento e non il suo contesto. La connessione col contesto è stabilita dalla mente del leore. Se il riferimento invocato è incastrato in un contesto esso può essere visto da un punto di vista esterno ad esso, e così è possibile che ora divenno visibili quegli aspe che non erano tali quando il fao fu selezionato dalla memoria. Di conseguenza qualsiasi cosa evocata dalla leura passata apparirà contro lo sfondo della sua osservabilità, ed è a questo punto che il segno testuale e la mente del leore si fondono in un ao produvo che non può essere ridoo a una delle sue componen. Il fao stesso è presente, sono presen le sintesi e il contesto passato, e contemporaneamente anche la possibilità di una nuova valutazione.

Il come la mente eeuerà la connessione delle prospeve ineren al testo dipende da un gran numero di faori soggevi: memoria, interesse, aenzione … questa misura varierà da leore a leore, ma è questo che condiziona le appercezioni che scaturiscono dall’interazione tra il fao evocato e il suo contesto. Il collegamento retroavo aiuta individualizzare la prospeva smolante e le sfumature di questa individualizzazione dipenderanno da ques faori soggevi. Questo è il modo in cui la stessa struura intersoggeva del testo leerario può generare realizzazioni soggeve molto diverse.

CORRELATI PRODOTTI DAL PUNTO DI VISTA VAGANTE COSTRUZIONE DI COERENZA COEM BASE PER IL COINVOLGIMENTO NEL TESTO IN QUANTO EVENTO. Il pdvm è un mezzo per descrivere il modo in cui memoria e aspeava convergono , e il movimento dialeco che ne risulta causa una connua modicazione del ricordo e una crescente complessità dell’aspeava. L’interazione tra ques retroterra induce il leore ad un’avità di sintesi. Il punto di vista smembra il testo in struure interave le quali danno origine ad un’avità di raggruppamento che è fondamentale per aerrare il testo.

L’interpretazione coerente, o Gestalt, è un prodoo dell’interazione tra testo e leore. Gli esperimen di psicolinguisca hanno dimostrato che i signica non possono essere aerra semplicemente araverso una decodica direa o indirea di leere o parole, ma possono essere costui solo mediante raggruppamen. Il signicato è a un livello di linguaggio dove le parole non arrivano. Il signicato fa parte della struura profonda, del livello semanco, cognivo. Quindi il processo di leura non può essere una mera idencazione di segni linguisci individuali, ne consegue che l’apprendimento del testo dipende dai raggruppamen di gestalt. Getsalten (Moles)= autocorrelazione di segni testuali, prima della smolazione delle inclinazioni individuali del leore. Una gestalt non sarebbe possibile se non vi fosse all’origine una correlazione tra segni. Il compito del leore è di rendere coeren tali segni; così facendo stabilirà connessioni che diventeranno a loro volta segni per correlazioni ulteriori. Con autocorrelazione vogliamo dire che le connessioni costuiscono la gestalt, ma la gestalt non è essa stessa la connessione. La parte del leore nella gestalt consiste nell’idencare la connessione tra i segni: autocorrelazione gli eviterà di proieare un signicato arbitrario sul testo, ma al tempo stesso al gestalt può darsi solo come equivalenza oenuta mediante lo schema ermeneuco dell’ancipazione e del compimento in relazione alle connessioni percepite tra i segni.

La formazione della gestalt risolve le tensioni che risultavano dai vari complessi di segni. Ma questa gestalt non è esplicita nel testo, essa emerge da una proiezione del leore che è guidato no al punto in cui essa scaturisce dall’idencazione delle connessioni fra i segni. La gestalt coerente aribuisce ai segni linguisci

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la loro signicanza, e questa si sviluppa dalle modicazioni reciproche alle quali le posizioni individuali sono sooposte, come risultato del bisogno di stabilire equivalenze. la coerenza della gestalt può essere denita come noema percevo del testo. Questo signica che in quanto ciascun segno linguisco trasmee qualcosa di più di se stesso soltanto alla mente del leore, esso deve essere congiunto in un’unità parcolare con tu i suoi contes referenziali. L’unità del noema percevo avviene mediante l’ao di apprensione del leore: egli idenca le connessioni tra i segni linguisci e così concrezza i riferimen none esplicitamente manifes in ques segni. Il noema si unisce ai segni, alle loro implicazioni, inuenze reciproche e all’ao di idencazione del leore. Il testo comincia così a esistere come una gestalt nella coscienza del leore.

Le gestante aperte causano ulteriori tensioni che possono essere risolte solo da un più ampio campo di integraizone. La gestalt inizialmente aperta può portare verso un’altra chiusa, e questo fao mee in gioco automacamente un processo di selezione. Il noema percevo implica preferenze soggeve in rapporto agli a intersoggevi di costruzione di coerenza.

Ci sono stadi disn nel processo: primo, al formazione di una gestalt iniziale, aperta; secondo la selezione di una gestalt per chiudere la prima. Queste due operazioni sono streamente legate e insieme compongono il prodoo del processo di costruzione di coerenza. La gestalt primaria emerge dall’interazione dei personaggi e dallo sviluppo dell’intreccio, ed entrambe le componen dipendono dalla formazione di gestante e non sono date dal testo stampato. Anche il livello d’intreccio di un testo si sviluppa araverso la formazione di gestalten. Tuavia l’intreccio non è ne a se stesso, è sempre al servizio di un signicato perché i raccon non sono racconta per se stessi ma per la dimostrazione di qualcosa che si colloca al di là di essi. E così la gestalt che rappresenta lo sviluppo dell’intreccio non è completamente chiusa. La chiusura può intervenire solo quando la signicanza di un’azione può essere rappresentata da un’ulteriore gestalt.

A livello dell’intreccio si da un alto grado di consenso intersoggevo, ma al livello della signicanza devono essere prese decisioni seleve che sono soggeve non in quanto arbitrarie, ma al livello di signicanza devono essere prese decisioni seleve che sono soggeve non in quanto arbitrarie ma perché una gestalt può essere chiusa solo se una possibilità è selezionata e le altre sono escluse. La selezione dipenderà dalla disponibilità individuale e dall’esperienza del leore, ma l’indipendenza dei due pi di getsalten (livello d’intreccio e signicanza) resta una struura intersoggevamente valida.

Un importante aspeo della gestalt, che il testo leerario sfrua per costruire i suoi correla nella coscienza del leore. una gestalt si congura proporzionalmente alla sua capacità di risolvere tensioni fra i segni che devono essere raggruppa. Questo è vero anche per le sequenze di gestalten che dipendono dal principio di coerenza della “buona connuazione”. l’equivalenza dei segni interviene araverso la loro modicazione reciproca, e questa a sua volta dipende dalla misura in cui le aspeave sono soddisfae. Le aspeave tuavia possono portare alla produzione di illusioni, nel senso che la nostra aenzione è limitata a deagli che noi impregniamo di una validità totalmente rappresentava. La stessa costruzione di coerenza non è non è un processo di costruzione di illusioni ma la coerenza interviene araverso i raggruppamen di gestalten e ques contengono tracce di illusione per quanto la loro chiusura , dal momento che è basata sulla selezione, non sia una caraerisca del testo stesso ma rappresen solo un signicato conguravo.

Così la gestalten del ricordo traggono signicato dalla naturale eterogeneità della vita e le impongono ordine. Il romanzo realisco tradizionale non può più essere visto come una realtà riessa nello specchio, ma come un paradigma della struura della memoria. Il romanzo moderno presenta la realtà come conngente e priva di signicato, e così reagisce alle convenzioni abituali perceve liberando la realtà dalle

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lancia o il sigaro?  l’ironia normalmente conduce alla conclusione che il signicato è l’opposto di quello formulato dal testo. Qui non è così  la coerenza vitale per la comprensione porterà con se discrepanza. Essa ha l’eeo non solo di turbare una gestalt formulata ma di Mostrare la sua inadeguatezza essa stessa diventa oggeo d’analisi, perché sembra mancare della movazione necessaria a trovare un’equivalenza di segni. La loro inadeguatezza smolerà il leore a cercare un’altra gestalt per rappresentare la connessione tra i segni. Il processo di costruzione di coerenza è usato per far produrre discrepanze al leore stesso, e di quanto egli diventa cosciente sia delle discordanze che dei processi che le hanno prodoe, di tanto egli viene sempre più coinvolto nel testo.

Espedien costrui dentro le struure dell’opera per smolare la produzione di discordanze:

  • Joyce fraziona le prospeve testuali e le rimescola per evitare al leore di acquisire una songola posizione di vantaggio.
  • Becke ogni dichiarazione è seguita da una negazione, che è essa stessa una dichiarazione che provoca ulteriori negazioni.

Le discordanze prodoe dal leore gli fanno contestare le sue stesse gestalten; egli cerca di bilanciarle, ma la gestalten discubile che era il punto di partenza rimane come una sda di fronte alla quale l’integrazione deve dar prova di sé. Questa implicazione o coinvolgimento, è quel che ci colloca nella presenzialità del testo e che traduce il testo in una presenza per noi.

Le esperienze nascono solo quando il familiare è trasceso o scalzato. la leeratura ha la stessa struura dell’esperienza, nella misura in cui il nostro coinvolgimento ha l’eeo di spingere indietro nel passato i nostri vari criteri di orientamento, sospendendo la loro validità per il nuovo presente. Il nostro passato rimane ancora la nostra esperienza, ma comincia a interagire con la presenza nora non familiare del testo. Nel corso della leura queste esperienze cambieranno, perché l’acquisizione di esperienza consiste nella ristruurazione di ciò che già possediamo. Il testo conene una grande quantà di materiale familiare , che serve come base al di fuori della quale si devono forgiare le nuove esperienze. Il vecchio condiziona la forma del nuovo, e il nuovo ristruura selevamente il vecchio. La ricezione del testo da parte del leore non è basata sull’idencazione di due diverse esperienze, ma sul’interazione tra le due.

Elemento esteco la capacità di percepire se stessi durante il processo di partecipazione al testo è una qualità essenziale dell’esperienza esteca; l’osservatore si trova a metà strada: è coinvolto e osserva il proprio coinvolgimento. Tale posizione non è del tuo pragmaca, può solo intervenire quando i codici esisten sono trascesi o invalida. La ristruurazione risultante dalle esperienze accumulate rende consapevole il leore, non solo dell’esperienza ma anche dei mezzi mediante i quali essa si sviluppa. Solo l’osservazione controllata di ciò che è smolato dal testo rende possibile al leore la formulazione di un riferimento per ciò che sta ristruurando. Qui si colloca la pernenza praca dell’esperienza esteca: essa induce a questa osservazione che prende il posto dei codici altrimen essenziali per il successo della comunicazione.

CAP6 SINTESI PASSIVE NEL PROCESSO DI LETTURA

LE IMMAGINI MENTALI COME TRATTO FONDAMENTALE DELL’IDEAIZONE

l'atto di costruzione di gestalten porta poi alla formazione di sintesi , mediante le quali le connessioni tra segni possono essere identificate e la loro equivalenza rappresentata.

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le sintesi sono frutto dell'interazione fra testo e immaginazione del lettore, creano una realtà complessa in cui la separazione fra soggetto e oggetto sparisce.

le sintesi Vengono prodotte al di sotto della soglia della coscienza Perciò lo chiameremo con termine husserliano sintesi passive , per distinguerle da quelle che nascono dalle predicazioni e dai giudizi.

elemento fondamentale delle sintesi passive è l’immagine. immagine rappresenta l'intuizione di qualcosa che non è ancora pienamente identificato con un dato oggetto empirico, trascende il sensoriale, non è ancora pienamente concettualizzato. per gli empiristi l'immagine è la visione ottica del mondo che si percepisce.

Per gli empiristi l'immagine incarna il modo in cui gli oggetti esterni si imprimono nella mente. Fino a Bergson le immagini erano contenuto e non attività mentale, per le quali la memoria è solo un contenitore. Gilbert Ryle  l'immagine è elemento vivente dell'attività mentale; immaginazione il tentativo di rappresentare ciò che non si può mai vedere come tale; il vero carattere delle immagini è il fatto che esse portano alla luce aspetti che non sarebbero emersi tramite la percezione diretta dell'oggetto.

bisogna distinguere tra percezione e rappresentazione (2 mezzi diversi per accedere al mondo): la percezione richiede la presenza reale dell'oggetto, la rappresentazione dipende dalla sua assenza o non esistenza; l'immagine si riferisce al non presente, non dato (la rappresentazione) dotandolo di presenza. XES versione cinematografica di un romanzo che si è letto delusione i personaggi falliscono nel dar vita all’immagine che ci siamo creati di loro mentre leggevamo; abbiamo una percezione ottica contrapposta allo sfondo di immagini che ricordiamo. la differenza è che il film è ottico e presenta un oggetto dato, mentre l’immaginazione rimane libera (la loro povertà ottica è indicazione del fatto che il personaggio non è un oggetto, ma un portatore di significato).

nel processo di lettura la nostra immagine deriva dalla combinazione sperimentale dei dati disponibili, è continuamente frazionata e continuamente ristrutturata da quelle che seguono; XES l’eroe si comporta in modo inaspettato, siamo obbligati a incorporare le nuove circostanze, per mezzo delle quali cambiano retrospettivamente le nostre immagini passate. Quindi nessuna immagine valida in un dato momento di lettura è valida in assoluto, ma esse focalizzano punti di vista che devono essere sintetizzati.

il processo di sintesi è passivo perché avviene inconsciamente. spesso i film dei libri ci deludono perché non riproduce un oggetto esistente, ma allo stesso tempo mi esclude da un mondo che possiamo vedere, ma che non abbiamo contribuito a creare.

IMMAGINI MENTALI CHE INFLUENZANO IL LETTORE

il lettore è assorbito in ciò che egli stesso è costretto a produrre attraverso le immagini; egli non può fare a meno di essere influenzato dalla sua stessa produzione.

la costruzione di immagini elimina la divisione soggetto-oggetto ( se noi siamo assorbiti in un’immagine, non siamo più presenti nella realtà) essenziale per ogni percezione; quando smettiamo la lettura (ci svegliamo), tale divisione appare molto più accentuata: ci troviamo staccati dal nostro mondo e capaci di percepirlo come oggetto anche se solo momentaneo, può consentirci di applicare la conoscenza che abbiamo acquisito.

[Digitare il testo]

Il significato del testo può essere completato solo dal soggetto che legge e non esiste indipendentemente da lui. Altrettanto importante è che il lettore, costituendo il significato, è anche costituito. significato e senso non sono la stessa cosa. La significanza del significato può essere stabilita solo quando il significato è messo in relazione ad un particolare riferimento, che lo rende traducibile in termini familiari. Frege Husserl: il senso è il controllo attivo del significato da parte del lettore, il significato che produce effetti sull'esistenza;

quindi la struttura intersoggettiva della costruzione del significato può avere molte forme di significanza a seconda del codice sociale e culturale o delle norme individuali che sostengono al formazione di senso.

struttura intersoggettiva della produzione del significatoteoria dell'effetto letterario; significanza assegnata al significato teoria della ricezione, Sociologia letteraria; le norme classiche di interpretazione privano l’esperienza della lettura di una dimensione vitale, identificando significato e senso; ciò perché si pensava che il senso dovesse sempre agire nello stesso modo, provocare ammirazione del bello, della perfezione. L’arte era considerata come rappresentazione della verità, così che ci si aspettava che il lettore non facesse nulla se non contemplare e ammirare. Letteratura post-classica non ha tenuto distinti senso e significato e ha provocato gran confusione(per significato hanno inteso significanza). significato  totalità referenziale che è implicata dagli aspetti contenuti nel testo, che devono essere composti nel corso della lettura. Significanza  assorbimento del significato da parte del lettore. Entrambi garantiscono l’effettualità di una esperienza che implica che il lettore costituisca se stesso costituendo una realtà fino a quel momento a lui non familiare.

COSA ACCADE AL LETTORE? La costituzione del significato acquista il suo pieno senso quando qualcosa accade al lettore. egli si colloca al di fuori del testo e la sua posizione deve essere manipolata dal testo se il suo punto di vista deve essere correttamente guidato. Tale punto di vista non può essere determinato esclusivamente dalal storia dell’esperienza personale del lettore, ma tale storia non può neanche essere totalmente ignorata; solo quando il lettore è stato tratto fuori dalla propria esperienza però, il suo punto di vista può essere cambiato.

700  il lettore fittizio è una prospettiva che incarna particolari e contemporanee (alla visione del mondo dell'autore) inclinazioni: una prospettiva più che una persona, che mostra le norme prevalenti del tempo in modo tale che il lettore reale possa vedere se stesso e le proprie credenze come oggetto. Norme prevalenti del tempo formano una base sulla quale costruire la comunicazione. Il riconoscimento di ciò che lo orienta è causato da un processo di negazione, in quanto le vedute che egli sembra condividere diventando oggetto di un esame critico. Questo dal 700-Beckett. L.f STRATEGIA CHE SERVE A STABILIRE LA POSIZIONE DEL LETTORE REALE; deve adattarvisi per modificare se stesso. Poulet: sparisce distinzione sogg-ogg essenziale; letteratura mezzo unico di accesso a nuove esperienze. Il soggetto altro che pensa ai suoi pensieri altri nel lettore indica la presenza potenziale dell’autore. La coscienza è il punto in cui autore e lettore convergono, e questo segna la fine del processo temporaneo di autoalienazione che avviene mentre il lettore pensava ai pensieri dell’autore. Per P questo processo è la COMUNICAZIONE, che avviene a due condizioni la biografia del lettore deve dileguarsi, così come le inclinazioni individuali del lettore. l’opera stessa deve essere pensata in quanto coscienza perché soltanto questo può fornire una base adeguata per il rapporto autore-lettore. la teoria di P. È insufficiente; se l’opera fosse autopresentazione della coscienza, il lettore non dovrebbe fare altro che contemplarla(rianimazione dell’ideale classico). La lettura rimuove la separazione tra soggetto e oggetto, perché l’io del lettore fa posto agli orientamenti del testo. Il lettore viene posseduto dai pensieri dell’autore. Egli abbandona [Digitare il testo]

temporaneamente le sue inclinazioni perché è interessato da qualcosa che fino ad ora non è mai stato incluso nell’orbita della sua personale esperienza. Questo non significa però ch ei suoi orientamenti spariscano completamente; essi formano il retroterra contro cui i pensieri dominanti dell’autore assumono il loro senso tematico. Nella lettura vi sono sempre due livelli e non possono mai essere messi da parte.

la nostra assimilazione di nuovi orientamenti cambia i nostri orientamenti precedenti: la divisione non è fra testo e il lettore ma fra due lettori: l’uno del passato (l’io prima della lettura) l'altro nel presente della lettura.

quindi il lettore quando legge e accoglie nuovi orientamenti li rende attivi nel presente Dentro di lui: da ciò deriva l’impressione durante l'atto di lettura di subire una trasformazione. Husserl : l’affezione, cioè l'effetto del testo sul lettore, stimola il desiderio del lettore di riacquistare il proprio io, ma questo sarà un io modificato. la separazione del lettore da sé stesso Attiva la sua spontaneità. il senso dell'Opera quindi non risiede nel significato siglato dentro il testo, ma nel fatto che il significato del testo provoca l'attivazione di ciò che era in noi non attivo teoria psicoanalitica dell'arte.

INTERAZIONE TRA TESTO E LETTORE

Cap.7: ASIMMETRIA TRA TESTO E LETTORE

CONDIZIONI DELL’INTERAZIONE

teoria dell'interazione di Jones and Gerard classifica diversi tipi di contingenza che si possono verificare in tutte le interazioni umane; imprevedibilità  elemento costitutivo e differenziale in questo processo di interazione.

-pseudo contingenzaquando l'interazione i partner conoscono i rispettivi piani

comportamentali così tanto da poter prevedere le conseguenze; l'interazione è regolata da

un rigido apparato di norme e così la contingenza sparisce grazie a questa ritualizzazione;

-contingenza asimmetrica quando A si rende subordinato a B

-contingenza reattiva A e B cercano entrambi di mettere in atto il loro piano

comportamentale; contingenza dominante e ostacola tutti i tentativi dei partner di mettere

in gioco i loro piani.

-contingenza reciproca uno dei due soggetti adegua il proprio piano comportamentale

alle reazioni e al piano dell'altro;

la base delle relazioni interpersonali è garantita dal fatto che nessuno può sperimentare se

stesso come gli altri lo sperimentano; dovrà quindi accedere a tale esperienza per via

indiretta che è proprio l'interazione con gli altri. È questa invisibilità che costituisce la base

delle relazioni interpersonali.

Diversamente dall’interazione sociale, un testo non può adattarsi a ogni lettore col quale

entra in contatto, e il lettore non potrà apprendere dal testo fino a che punto siano

accurate le sue vedute di esso. Non vi è cornice di riferimento che governa la relazione

testo-lettore; gli indizi per la costruzione della cornice sono dentro il testo frammentati, e

devono essere prima messi insieme. Sono le lacune (blank), l’asimmetria fra testo e

lettore, che fanno sorgere la comunicazione nel processo di lettura. Quindi come

l'interazione fra persone è determinata dalla volontà di colmare una lacuna della nostra

esperienza, allo stesso modo è regolata l'interazione fra testo e lettore; la lacuna da

colmare è la mancanza di una cornice di riferimento comune. Il fallimento consiste ne

riempire i blank esclusivamente con le proprie proiezioni, sovrapponendole liberamente al

[Digitare il testo]