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history literature mind map and schedule
Typology: Schemes and Mind Maps
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EPOCHE STORICHE: si suddividono in questo modo: Età antica (fino al V sec. d.C. - cioè fino al crollo dell’Impero Romano d’Occidente) Medioevo (VI-XIV sec.) Età moderna tutta la cosiddetta età della Restaurazione)^ (metà del XV sec.- XIX sec. - ad oggi arriva fino all’Unita d’Italia, e comprende cioè
Età contemporanea^ (metà del XIX sec. (dal 1861) - oggi) Riflettiamo su alcuni degli elementi strutturali della storia...
1. (^) VALORE DELLA PERIODIZZAZIONE
La periodizzazione è molto importante ma dobbiamo tener conto che essa è frutto del lavoro degli storici che provano a catalogare le epoche storiche, dunque la loro organizzazione è puramente CONVENZIONALE, non deve essere vista come un qualcosa di immutabile e rigoroso, bensì di variabile e mutevole (basti pensare alla “storia del Risorgimento”, che ad oggi non esiste più ma che un tempo contrassegnava quella porzione cronologica che è stata contrassegnata da una serie di rivoluzioni che hanno portato appunto al Risorgimento italiano). Le epoche storiche sono un qualcosa di strutturale, servono cioè a rendere più organici la riflessione e lo studio della storia, tuttavia non sono interne ad essa, in quanto talvolta è difficile capire con certezza quando termina un periodo e quando ne inizia un altro. All’interno di questi grandi contenitori temporali possiamo perciò trovare delle sfumature che alla fine di un periodo storico ci fanno già presagire l’avvio di cambiamenti che ci porteranno a qualcosa di nuovo. Per questo motivo è stato introdotto anche il concetto di ETA’ DELLA TRANSIZIONE: periodo che caratterizza il passaggio tra un mondo che conoscevamo e un mondo che non conosciamo. Guerra Fredda, che ha consacrato una serie di problemi economici, sociali e politici già presenti in tutto il (Es. Fine della mondo, ai quali però non si è data immediatamente una risposta. Tale situazione la stiamo vivendo anche con la fine della pandemia).
2. (^) SIGNIFICATIVITÀ DELLE DATE Quest’ultime non devono essere concepite come il fine della storia, però è pur vero che alcune di esse sono importanti da ricordare in quanto aiutano a creare la giusta consapevolezza tra il prima ed il dopo. Sono come delle impalcature che servono a costruire un certo periodo storico e a meglio ricordarlo. 3. VALORE DELLE CESURE E PERMANENZE CENSURE: radicale. (es. pandemia, crollo delle torri gemelle, caduta del muro di Berlino...). Non tutte le epoche sono sono eventi importanti che segnano uno stacco, un passaggio tra due epoche, un cambiamento state contrassegnate da eventi forti e quindi da censure, infatti possiamo anche parlare di sono aspetti che non cambiano tra le varie epoche ma rimangono costanti ed uguali, alle quali lo storico PERMANENZE : deve dare molta importanza, poiché il bravo storico non fissa l’attenzione solo su ciò che cambia, ma anche su ciò che rimane (insegnamento dato magistralmente dai grandi storici francesi della scuola degli Annales degli anni ‘20, che iniziarono ad introdurre nel modo di fare storia una prospettiva nuova, che teneva conto anche di ciò che rimaneva uguale per molti secoli, come, ad es., le dinamiche sociali).
Non si può fare la storia senza fonti in quanto esse sono la garanzia della scientificità della storia , e, per giunta, non ne basta solo una per confermare un determinato avvenimento bensì ne servono molteplici per confermare una determinata teoria ed avere una panoramica più ampia e certa. È dunque molto importante per lo storico confrontare le fonti.
5. OBIETTIVITÀ DELLA RICOSTRUZIONE STORICA Si tratta di un’ ambizione legittima dello storico ma spesso assai difficile da raggiungere, soprattutto quando un’evento storico è molto vicino a lui (sia nel tempo che dal punto di vista affettivo. Non a caso in Italia vige una legge che non permette la consultazione di archivi legati ad un determinato fatto storico da parte degli storici prima che siano passati 40 anni dal fatto stessi: deve infatti passare un lasso di tempo che permetta allo storico di guardare a quell’evento con uno sguardo meno coinvolto). Tuttavia lo storico può comunque aspirare a questa obiettività al fine di non creare una storia troppo di parte, e lo può fare, ad esempio, confrontando le varie fonti e cercando meno coinvolgimenti possibili che rendano impossibile uno sguardo asettico. 6. (^) IL RUOLO DELLO STORICO
Rispetto a quanto appena detto, lo storico deve appunto essere in grado di staccarsi dal presente e calarsi nell’epoca che studia. Egli non deve assolutamente studiare il passato con le categorie del presente. Non posso studiare il passato cercando in esso elementi che mi stanno a cuore nel presente (es. rispetto dei diritti di tutti, emancipazione femminile,...) perché non può pretendere dal passato ciò che fa parte del presente. Lo storico deve essere estremamente equilibrato ed attento, deve cercare di comprendere le categorie mentali del passato, le idee, i principi da cui sono sorti determinati atteggiamenti ed eventi che hanno segnato la storia.
7. (^) FORTE INTERAZIONE TRA STORIA E GEOGRAFIA
Lo studio della storia e dei suoi avvenimenti è strettamente collegato allo studio della geografia. Non possiamo studiare un evento se non se ne conosce il luogo, il contesto geo- politico e geo-storico in cui esso avviene: per esempio, conoscere un popolo significa conoscere anche il suo territorio, i suoi spostamenti, il modo in cui esso utilizza le risorse date dal territorio in cui viene a stabilirsi, e non solo le loro abitudini.
A tal proposito, però, è bene anche chiedersi: Cosa si intende per continente e cos’è l’Europa? (pag.15) Esistono diverse definizioni di continente: quella vecchia fa riferimento alla concezione secondo cui un continente sarebbe una delle terre emerse dall’oceano. Tuttavia questa affermazione non è molto attinente a cosa sia realmente l’Europa. A seconda dei diversi contesti culturali del mondo la suddivisione del mondo viene concepita in 4 modelli, infatti si possono delineare diversi modelli: 1^= 4 CONTINENTI (modello che prevale in Russia, e punta sul fatto che l’Asia, l’Africa e l’Europa siano unite insieme nell’Euroafrasia, a cui si uniscono entrambe le Americhe prese insieme, l’Oceania e l’Antartide) 2^= 5 CONTINENTI 3^= 6 CONTINENTI (è il nostro modello, che considera come continenti l’Africa, l’Asia, l’Europa, l’Oceania, l’Antartide, e le Americhe, anche se si tratta di un modello con diverse varianti)
OPPOSIZIONE ROMANI-BARBARI diritti, della libertà, con quello dispotico dei Barbari. (Non a caso uno degli storici francesi della= contrapposizione del mondo romano, nonché il mondo dei scuola degli Annales , Le Block, considera la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, avvenuta nel 476 d.C, come la data d’inizio dell’avventura europea. Altri invece credono che essa nasca successivamente, con la caduta di Costantinopoli, e, di conseguenza, dell’Impero Romando d’Oriente, avvenuta nel 1453 d.C, che ha segnato un altro grande periodo di censura, che ha dato vita, ad es., alla riscoperta dei classici e dunque alla nascita dell’Umanesimo). RUOLO DELL’ISLAM = la diffusione a macchia d’olio dopo il 7o sec. D.C della religione islamica nei territori dell’Asia Minore e del Nord Africa, e anche la penetrazione della penisola Iberica ha rappresentato un elemento di contrapposizione estremo in un’Europa fortemente intrisa da una spiritualità cristiana. L’Islam, nella fattispecie dell’Impero Ottomano, è stato un amico presente, insistente e pericoloso, proprio perché, fino al 1719, hanno cercato di penetrare nelle strutture interne dell’Europa Occidentale, il cui impero, fondato da Carlo Magno ma protrattosi di fatto fino al 1806 con la dinastia Asburgo, è sempre stato considerato da loro un forte elemento di opposizione. RUOLO DEL NUOVO MONDO fine di trovare una nuova via per raggiungere l’Oriente dopo la caduta di Costantinopoli) costituì un= paradossalmente la scoperta delle Americhe fatta dagli europei (al elemento di opposizione, poiché ebbe un ruolo fondamentale nell’andare a disegnare un nuovo paesaggio mentale e culturale nella mente degli europei. L’Europa, scoprendo di aver scoperto il nuovo mondo, non ha soltanto organizzato le proprie strutture al fine di sfruttare al meglio le enormi risorse presenti in quei territori, ma è anche andata ad elaborare il mito della “ che è andato ad eliminare intere popolazioni. Questa visione dicotomica del nuovo mondo era data civilizzazione ”, che sarebbe poi stata condotta anche con un tipo di colonialismo molto pesante, dalla semplicità che i colonizzatori vedevano come caratteristica delle popolazioni autoctone, che giudicavano primitive ed ingenue (questo atteggiamento di superiorità che i coloni adottarono nei confronti delle popolazioni del mondo nuovo non si ebbe, invece, nei confronti dei popoli asiatici, per i quali gli Europei provarono anzi una sorta di consapevolezza che qui vi erano invece stati importanti imperi, come quello giapponese e cinese). sudditanza psicologica sulla base della
RUOLO DELL’ILLUMINISMO europei provavano nei confronti degli altri popoli. Gli illuministi propagarono un idea ottimistica= l’illuminismo andò a consacrare il sentimento di superiorità che gli dell’Europa, concepita come una specie di grande Repubblica suddivisa in Stati, una “ spiriti eletti ”, prima che il nazionalismo ottocentesco si trasformasse in competizione tra le nazioni. società di L’Europa era concepita come un focolaio di civiltà anche dagli illuministi. Da ciò nacque e si consolidò quel concetto di superiorità che possiamo vedere nella parola “ EUROCENTRISMO ”.
EUROCENTRISMO dell’Europa, considerando solo le vittorie e i successi dell’Europa, senza tener invece conto dei suoi misfatti= atteggiamento di coloro che provano a spiegare il mondo dal punto di vista delle ragioni (imperialismo culturale, che è avvenuto quando gli europei hanno portato la loro cultura, il loro modo di concepire la civiltà e lo Stato in altri territori, spesso, però, cancellando le altre culture ed identità.) -> Ad oggi l’Eurocentrismo è in una fase di calo, ed è stato sostituito con una prospettiva di la visione secondo cui la civiltà europea non viene vista solo come quella civiltà che ha propagato la civiltà POLIEDRICITA ’ ovvero nel resto del mondo, ma viene vista come un mosaico di popoli e d’identità, nel quale sta racchiusa la grandezza dell’Europa, che nonostante questa varietà, è riuscita a sopravvivere unita e forte come non mai. (pag.25) Oggi ci sono grandi differenze tra l’EUROPA ORIENTALE E OCCIDENTALE; le ragioni di questa differenza sono molteplici e si distendono nelle varie epoche storiche e nei vari ambiti: recenti, passati, politici, religiosi,
sociali,... Una di queste sembra essere perché per molti decenni l’E. Orientale è stata sottoposta a regimi di tipo sovietico e comunista; un’altra, non così recente, può essere invece rintracciata nella maggior permanenza dell’Impero Romano d’Oriente, che pare abbia improntato quella parte di Europa ad un certo tipo di rapporto tra potere religioso e potere politico (sudditanza della Chiesa Ortodossa rispetto all’Impero, elemento non avuto nella parte occidentale, dove tutti i poteri politici si sono ben saldati, lasciando spazio alla Chiesa di agire in modo più autonomo, divenendo un punto di riferimento per la società e l’organizzazione politica). EUROPA= 47 stati-> 27 fanno parte dell’UE (frutto di un lungo percorso che va da imperi a stati)-> 19 condividono la zona euro.
DEFINIZIONI: IMPERO: parola con un senso molto variegato.
forma di governo monarchico avente a capo un imperatore insieme dei paesi sottoposti ad un’unica sovranità, benché essi abbiano caratteristiche differenti (es. Sacro Romano Impero dal 800 al 1806, che dopo il 1806 diviene l’Impero Austriaco, che poi nel 1848 diviene Impero Austroungarico, in quanto le sue iniziali zone d’influenza e le sue principali caratteristiche geo-politiche, sociali e religiose rimangono sostanzialmente immutate nel tempo; Impero Ottomano 1299-1922; Impero russo 1721-1917. Tutti questi tre imperi hanno avuto fine durante la Prima Guerra Mondiale, che è stato il conflitto che ha messo fine ai cosiddetti imperi centrali).
nazione che esercita la sua autorità sui popoli conquistati (forma mediata di impero, si parla per lo più di controllo imperialistico. Es. Si parla di Impero Americano quando gli Stati Uniti esercitarono per molto tempo una grande influenza nei confronti di alcuni territori europei e dell’America Latina). sfera o ambito di espansione o supremazia estesa e profonda specialmente nel settore economico STATO: organizzazione politica di un gruppo sociale stanziato stabilmente su un territorio. Si possono avere diversi tipi di stato, sia dal punto di vista strettamente “organizzativo e logistico”, sia dal punto di vista della forma di potere esercitata : stato federale ( cioè composto da territori che, purtroppo riconoscendosi all’interno di un unico grande “contenitore”, lo Stato appunto, possiedono io propri statuato e le proprie leggi. es. Germania o Stati Uniti), stato unitario (es. Italia), stato democratico, stato totalitario (dove i cittadini diventano sudditi, in quanto vengono privati di quasi tutte le libertà fondamentali, come nei tentativi portati avanti da Mussolini ed Hitler) , stato assoluto. NAZIONE: concetto che viene a configurarsi dalla seconda metà del ‘400 alla seconda metà dell’ e con il quale si indica il complesso degli individui legati da una stessa lingua, storia, civiltà, interessi e aspirazioni. Per nazione si intende un gruppo di individui che hanno coscienza di questo patrimonio comune; non a caso nell’800 si delinea anche il principio di autodeterminazione dei popoli , fondamentale alla definizione del concetto stesso di nazione in questo senso, poiché consiste nel diritto dei popoli di scegliere la forma di governo a cui sottostare.
monarchico (dove si trovavano gli ex magistrati appartenenti a famiglie patrizie). Il senato, per tutto il tempo della storia romana, conservò la natura elitaria, anche perché le cariche erano vitalizie.
Roma assunse molte forme di governo: monarchia-> repubblica-> Impero (pag.53-55). La parola “impero” rimanda alla straordinaria ed irreperibile esperienza di dominio mediterraneo della civiltà romana, che rappresenta forse meglio il legato complessivo della Storia di Roma (prima dell’impero romano l’impero per eccellenza fu quello del macedone Alessandro Magno). Tuttavia l’impero romano fu l’esito di una serie di iniziative individuali, spesso originate dalla forte conflittualità interna al sistema politico romano stesso: il grande processo che portò alla costruzione del grande impero romano non ebbe quindi nulla di ineluttabile e di scontato. (Nasce non solo in base all’affermazione di qualcosa, ma anche in base alla contrapposizione dì qualcos’altro). CITTADINANZA I due grandi esempi sopracitati, quello greco e quello romano, vennero spesso presi come modelli di confronto, e i due ebbero un modo diverso di declinare l’ambito della cittadinanza. Infatti in Grecia è cittadino chi nasce da cittadini greci ( più aperto in quanto cittadini lo possono diventare tutti ( concezione esclusiva concezione inclusiva ), mentre a Roma il concetto è); ciò si ebbe dapprima con le popolazioni italiche, in seguito con i popoli conquistati ed infine anche perché vennero introdotte delle tasse che favorirono ciò. La formazione dell’Europa cristiana - Cap. In questo volume è stato importante riflettere sulla formazione dell’Europa Cristiana poiché la Carta Costituzionale dei diritti fondamentali dell’Europa (in quanto uno dei principali obiettivi del corso è conoscere prima la Costituzione Italiana, e poi ampliare a quella Europea, al fine di poter insegnare ed. Civica nelle scuole), in nome della laicità, ha espunto un riferimento esplicito al Cristianesimo, come una delle radici dell’Europa e della comunità Europea. Nonostante la Carta della costituzione europea non abbia riferimenti espliciti al Cristianesimo, per diretta oppositore della Francia in nome della laicità appunto, non possiamo, se osserviamo la storia del continente, non vedere come la religione Cristiana sia stata un forte collante per l’unità europea e la sua stessa costruzione, anche laddove essa è stata messa in discussione (es. Illuminismo). Essa, almeno fino al XX sec., ha rappresentato una presenza molto pervasiva, che ha sperimentato dinamiche socio-culturali molto forti. Non a caso la storia moderna propriamente intesa, che va dalla seconda metà del 400 all’inizio della seconda metà dell’800, è una storia che ha avuto, proprio nella divisione della Cristianità, operata dalla Riforma Protestante, uno degli elementi di avvio.
Temi del capitolo: Capire le radici cristiane dell’Europa Caratteristiche del Cristianesimo Invasioni barbariche Sincretismo culturale Frontiere Migrazioni
L’autore parte proprio dal contesto culturale, storico e geografico (Israele, Palestina = angolo remoto dell’impero romano all’epoca del re giudaico Erode, morto nel IV d.C) in cui si innesta la figura di Gesù, proprio per far comprendere, se questa pervasività del Cristianesimo è vera, come essa si sia conformata al di là degli elementi teologici. Il capitolo inizia infatti con questa frase
“ Gesù è probabilmente l’uomo più importante della storia d’Europa ” Le notizie giunteci riguardo a Gesù, a partire da circa una quarantina d’anni dopo la sua morte, lo riferivano come un maestro (testimonianza ricostruita da coloro che lo hanno conosciuto). Gesù si presentava come il figlio di Dio, il Messia annunciato nel Vecchio Testamento, colui che era stato mandato in Terra per salvare gli uomini. È stato questo l’elemento che ha fatto sì che venisse messo sotto accusa dal procuratore romano Ponzio Pilato. Pag.61 -> l’autore dice che non riesce a capire perché si sia diffuso così rapidamente questo culto. In realtà, pensando storicamente, collocando cioè la parola di Gesù nel suo periodo storico, essa proponeva un ribaltamento di tutti i valori allora esistenti: messaggio di amore, di uguaglianza universale, che metteva in primo piano gli ultimi della società; la carità opposta alla violenza; la pace opposta alla guerra... Inoltre è importante osservare come anche il periodo in cui tale voce si diffuse fosse un periodo caratterizzato da molti cambiamenti, che avvennero nel giro di pochi anni, nemmeno decenni: dalla monarchia si passò all’impero, e poi dall’impero alla repubblica...
Elementi di disturbo (ma anche di incentivo) all’iniziale diffusione del Cristianesimo:
Cristianesimo). Con questo editto assistiamo anche alla restituzione dei beni che furono confiscati ai cristiani.
Sia Tacito (55-120), che E. Gibbom consideravano questi popoli violenti, pericolosi e rozzi. Però è importante sottolineare come anche l’Europa cristiana abbia fatto da barriera contro essi, salvando la cultura latina dall’inclusione di altre culture che, altrimenti, avrebbero travolto tutte le istituzioni annientando completamente l’elemento romano e le sue influenze. Grazie a ciò i costumi e gli orientamenti romani non scomparvero del tutto fortunatamente, bensì cambiarono. Si ebbe una convivenza tra i due mondi grazie all’elemento di unione dato dal mondo cristiano, che rese appunto possibile questa unione. TEMA DELLE INVASIONI, DELLE MIGRAZIONI E DELLE FRONTIERE Facciamo un po’ di chiarezza...
Alcuni episodi importanti che riguardarono i barbari..
Maometto e Carlo Magno - Cap.
Tuttavia la rapida diffusione dell’islam è anche stata resa possibile perché era già presente il concetto di paganesimo, che non esisteva ai tempi di Gesù, così come non c’era più l’organizzazione territoriale dell’impero romano. I freni nei confronti del cristianesimo erano più forti allora, che era stato costretto a scontrarsi con l’impero romano nel suo apogeo.
Islam: 5 (ma in realtà 6) pilasti costitutivi.
641 conquista della Mesopotamia, 646 conquista dell’Egitto, 651 conquista dell’Armenia e dell’Iran. 698 conquista araba di Cartagine 711-718 conquista della penisola iberica 730 circa invasione della Provenza 827 inizio della conquista della Sicilia (al culmine tra X e XI secolo). Approfondimento sull’islam da B. M. Scarcia Amoretti.
Nel 1683 i Turchi assediarono Vienna, capitale del sacro Romano Impero. Riuscirono ad allontanare la minaccia dell’espansione dell’islam e questa vittoria consolidò il sacro romano impero e quindi decretò la nascita di un’Europa cristiana. L’impero Ottomano continuò la sua espansione fino al 1717 con l’assedio di Belgrado, che fu sventato, poi incominciò una lenta decadenza che si conclude con la Grande Guerra. Nel 1922 nasce la repubblica turca.
Antitesi tra Maometto e Carlo magno (= tra Islam e Cristianesimo) La battaglia di Poitiers (732): Questa battaglia ebbe un ruolo tale per cui consentì ai franchi di presentarsi come coloro che hanno tutelato la cristianità. La battaglia fu combattuta tra l’esercito musulmano e quello dei Franchi, comandato da Carlo Martello. La battaglia fu vinta dai Franchi che si accreditarono come i difensori della cristianità contro l’espansionismo islamico. I Franchi ottennero quindi l’appoggio della chiesa e Carlo Martello riuscì grazie a questa battaglia a far ottenere a “Pipino il breve” la possibilità di diventare Re dei Franchi. L’incoronazione di Pipino il breve avvenne con l’unzione sacra da parte del Papa Stefano II. Diventò così il primo sovrano legato cosi strettamente alla chiesa cattolica. (Riconoscimento del potere politico di un sovrano da parte della massima carica della chiesa).
La battaglia di Roncisvalle (778): ( una città al confine tra Spagna e Francia.) I Franchi si accreditano sia come vittime della slealtà dei popoli baschi (ne vedevano una minaccia nei Franchi e dunque si allearono con i sovrani musulmani), che consegnarono i Franchi in mano agli islamici, ma contemporaneamente anche come esempi di eroismo. Questa battaglia, nonostante venne persa dai Franchi, contribuì ad elaborare una delle matrici della cultura europea: la «chanson de geste» del ciclo carolingio. Carlo Magno (742-814)
Al di sotto dei vassalli minori si trovavano gli uomini liberi (artigiani, contadini, commercianti), i quali, a loro volta, vedevano sotto di essi i servi della gleba (coloro che lavoravano la terra) e i mendicanti (che non possedevano nulla). Questo sistema a “matriosca” aveva quindi tutte le condizioni per durare a lungo, poiché provvedeva non solo all’organizzazione sociale, ma anche politica ed economica dell’Impero. Tuttavia questo sistema ovviamente sopravvisse non senza contrasti. Alcuni aspetti di questo sistema sono rintracciabili anche all’interno della Rivoluzione Francese, proprio perché uno dei primi atti compiuti da coloro che si trovarono al potere durante questo periodo fu quello di abolire il vecchio sistema di vassallaggio, che, a quanto pare, seppur in misura minore è certamente diversa, era ancora presente. Il sistema feudale rimase però in piedi per poco tempo, o almeno così come lo aveva concepito Carlo Magno. Questo perché, alla sua morte, quest’ultimo non aveva lasciato un’unica eredità in mano ad un unico figlio, di modo che il sistema continuasse così come lo aveva pensato, bensì sparti la sua eredità tra i tre figli. Ciò generò indubbiamente lotte e sconvolgimenti, che portarono i vassalli maggiori a prendere sempre più potere e privilegi, e che, successivamente, resero i titoli ereditari. In questo modo il sistema di vassallaggio non si basava più sul rapporto di protezione, fiducia e lealtà con cui era originariamente nato, bensì unicamente sull’ereditarietà del titolo e dei privilegi.
La suddivisione fra i 3 figli di Carlo andò quindi a creare le premesse per la costituzione di stati dinastici.
Per questo motivo, all’epoca della Riv. Francese, il sistema feudale, ormai snaturato dalla sua concezione originaria, era visto in modo molto negativo, in quanto divideva la società in maniera molto rigida. Il Sacro Romano Impero rimase però in piedi, come già sappiamo, fino al 1806. Le sue caratteristiche principali furono: Assenza di una capitale fino alla Metà del 500 (successivamente, con l’età moderna, e la consecutiva nascita della necessità di trovare un luogo di residenza agli imperatori, essa diventò Praga e poi Vienna). Tuttavia il sovrano girava sul territorio, e questo perché aveva introiettato il bisogno di stare a contatto con il suo popolo. Questa caratteristica fu tipica sia dalla dinastia di Carlo Magno che dai suoi successori, e questo anche perche, in tal modo, i sovrani potevano amministrare meglio il territorio e controllare il fisco. A pag. 117 si afferma che Carlo Magno, al fine di assicurare una certa stabilità al suo impero, opero un sincretismo, tale per cui: riprese dalla tradizione classica l’organizzazione dei territori (per molto tempo i romani avevano amministrato un grande impero); riprese dalla tradizione barbarica il sistema basato sui legami di fedeltà tra chi c’era al potere e chi era sottoposto; riprese dalla tradizione cristiana l’alleanza tra Potere e Chiesa (in quanto fece amministrare territori anche a Vescovi e Abati). Assemblea annuale, che, durante tutto il periodo dell’impero, si svolse ad Acquisgrana, dove venne fatta costruire anche una cappella e d’un palazzo imperiali (unico ente di continuità tra il Medioevo e l’età Moderna). A questa assemblea molto importante prendevano parte tutti i notabili del regno, i vassalli maggiori è anche i vescovi e gli abati che sempre più venivano nominati dal sovrano (che si arrogò questo diritto in quanto principale alleato del Papa). Creò anche un sistema tramite cui controllare l’azione di Conti e Marchesi tramite l’uso dei cosiddetti missi dominici che, periodicamente, andavano a controllare l’operato di quest’ultimi,
situati spesso in territori molto lontani del regno. Questa funzione dei missi dominici venne spesso svolta anche dai vescovi e dagli abati, ai quali spesso venne data anche l’immunità, ovvero il privilegio di rispondere delle loro azioni unicamente difronte al sovrano. I conti e i marchesi si occupavano principalmente di amministrare la giustizia secondo, però, le leggi vigenti sul territorio (questo è un elemento molto importante perché anche la successiva dinastia degli Asburgo, che governeranno l’impero tra il 1500 e il 1700, concederanno una sorta di autonomia, in materia di giustizia, ai singoli territori. Ciò è un primo esempio di libertà, che contrasta con la concezione assolutista del potere. Un esempio di questa libertà di giustizia è l’editto di Rotari che andò a sostituire l’elemento comune delle Faide, nonché gruppi gli uni opposti agli altri i quali vendicavano vicendevolmente dei soprusi subiti, portando continue lotte, con l’elemento giuridico del Guidrigildo, nonché un compenso in denaro che doveva essere pagato a coloro che avevano subito un danno). Carlo Magno impose anche per la prima volta dei dazi sulle merci di scambio. Si stabilì dunque una non completa libertà del commercio tramite una serie di imposte indirette, che rimasero fino alla fine del 700 (non si potevano imporre imposte dirette, sulle persone, perché si sarebbe dovuto conoscere il reddito di ogni persona, cosa all’epoca non possibile anche per la presenza del baratto). Il ricavo di queste imposte andava a pagare il salario dei missi dominici. Tuttavia allora il compenso risultava meno importante del prestigio che si ricavava dall’essere nominati all’interno di questo sistema di vassallaggio. (Per molti aspetti questo concetto rimane ancora oggi presente nella storia moderna. Ad es. persone che svolgono funzioni diplomatiche a livello internazionale, godono, oltre che di un certo salario, anche di grande prestigio e di uno status sopraelevato, che risultano quindi più importanti del compenso stesso).
Per molti secoli il titolo di imperatore venne trasmesso ai figli. Tuttavia dal 1356, grazie alla Bolla d’Oro, venne stabilito che la successione, da quel momento in poi, sarebbe stata legata ad una elezione, portata avanti d a un’assemblea di principi legittimari a votare. Ciò non escluderà che ci sarà una dinastia, quella degli Asburgo, che dalla metà del 400 in poi, riuscirà ad aggiudicarsi sempre l’esito positivo di queste elezioni. Ciò fu possibile perché avevano grande potere di controllo su molto territori, tante alleanze e molti rapporti.
Papato Lo Stato pontificio dal V sec. Al 1870 ebbe ruoli molto importanti all’interno della Penisola, poiché, addirittura, andò a controllarne ampie parti. (In quanto anche alleata dell’Impero)
Successivamente, a sostegno dell’importanza del ruolo della Chiesa, comparve uno scritto apocrifo nel quale si diceva che l’imperatore Costantino aveva donato una parte dei territori italiani alla Chiesa al fine di fondare lo Stato Pontificio. In questo scritto, dunque, la figura del Papa, in qualità di autorità politica e sociale, arrivava ad assumere un prestigio ancora maggiore dell’imperatore all’interno della società europea.
Lo Stato pontificio, non a caso, venne a consolidarsi attorno all’VIII sec, epoca in cui finì il governo dei Longobardi ed ebbe inizio il regno dei Franchi, che divennero paladini della cristianità.
Tuttavia ci furono anche dei conflitti tra i papi e gli imperatori nel corso della storia. Questi conflitti nascevano quando il potere di un imperatore diveniva meno forte, ecco che la presenza della
TRA 1000 e 1500 Esistono solo circa 80 città “grandi” (=10.000 abitanti) in Europa. Se però facciamo un confronto tra la diffusione di centri urbani in Cina e in Europa fino all’anno 1000, ecco che la nostra situazione appare molto ridimensionata, in quanto già fino all’anno 1000 circa il 20% della popolazione cinese viveva già in città, e, addirittura, attorno all’anno 1500 esistevano città che contavano un milione di abitanti. DOPO IL 1500 In Europa si hanno circa 220 “grandi città”-> si diffonde anche nell’ entroterra e nell’Europa centro- orientale il modello urbano -> le città fioriscono pur in mezzo a immensi spazi rurali grazie allo sviluppo dei commerci e del lavoro. Tuttavia secondo Zannini si tratta di un aumento che riguarda tutta la popolazione e che non indica l’aumento di potenzialità della città. (Non e come nel 1800 che le campagne si spopolano in quanto il la lavoro agricolo viene meccanicizzato e dunque la gente si sposta in città in cerca di nuove opportunità di lavoro). Qui si tratta solo di un aumento della popolazione e basta, dovuta ad una fase di espansione economica le esigenze alimentari, e dunque questo porta ad una fase di contrazione, di crisi e di carestie (inizio XIV (dal X al XIV sec.). Tuttavia nel lungo periodo la produzione agricola non è in grado di soddisfare sec.). Attorno alla metà del XIV sec. Si ha infatti una grande pandemia di peste, che, proprio a causa dell’insegnamento avutosi precedentemente, porta ad un grande aumento di contagi. Di conseguenza, queste pandemie diminuiscono l’espansione delle città. (Qui si vede l’alternarsi di periodi di ascesa e declino delle città). Nel Medioevo quasi tutte le città avevano mura cittadine, e questo perché era assente una sovranità unica e diffusa in grado di proteggere dai nemici, dalle invasioni, dai nemici (dunque muro come sia elementi di identità che elemento di difesa). Nonostante la presenza delle mura, non dobbiamo pensare che esse portino ad una divisione tra città e campagna, che comunque sono ambienti interdipendenti e costituiscono sistemi economici diversi ma complementari. Dalla campagna arrivavano infatti in città i rifornimenti, che venivano poi lavorati. In questo senso le città possono essere paragonati a dei polmoni: si riempiono (come nel caso dell’espansione economica) e si svuotano (es. peste, Boccaccio stesso scrive che molte persone fuggivano dalla città e cercavano rifugio in campagna) a seconda delle circostanze.
Sicuramente dopo l’anno 1000 vengono a distinguersi in modo più chiaro le funzioni produttive sia della città che della campagna.
Le città sono organismi viventi, in quanto sono presenti tutti gli ordini sociali. Si distinguono nella società di antico regime tre ordini o stati sociali (stato non sinonimo di classe, perché quest’ultimo è un concetto introdotto dalla filosofia marxista che va ad indicare un’insieme di membri che hanno un’omologazione dal punto di vista economico) prevalenti: Clero Nobiltà (non si tratta di un ceto sociale omogeneo, in quanto i nobili di campagna
hanno meno privilegi di quelli di corte). Popolo (era la parte più consiste della popolazione, e, nel corso dei secoli, guardando soprattutto alla Borghesia, andrà ad affermarsi come ceto sociale di grande rilievo, che addirittura scalzerà per certi aspetti i nobili, e questo grazie alla rete di mercati costruita al di fuori dalle mura con cui si arricchirono). Parlando di mercati, si può affermare che in città si trovano: Corporazioni dei mestieri -> MERCANTI e artigiani di oggetti preziosi. Corporazioni delle arti -> PROFESSIONISTI (medici, notai...). Queste corporazioni sono caratterizzate da un proprio statuto, che va a tutelare sia le figure che ne fanno parte, sia i prodotti e le materie, che dovevano essere creati seguendo determinate tecniche rigorose, esplicitate proprio in questi testi. Sono molto importanti questi testi in quanto ci lasciano molte tracce e preziose informazioni sul ceto popolare (non a caso questo e la nobiltà sono quelli più studiati proprio perché hanno lasciato più testimonianze su di loro).
Da ciò se ne deduce che le città dell’Europa preindustriale sono luoghi di commerci e manifatture. Le corporazioni sono esclusiva delle città. à ancora oggi le città portano impresse le tracce di questo passato ( à nomi delle vie indicano la specializzazione funzionale di chi le ha abitateà via Orefici, via Speronari, via Spadari ecc.)