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Appunti linguistica generale. Deissi.
Typology: Assignments
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Berruto-Cerruti fa riferimento al fenomeno della “DEISSI”, suddividendola in deissi: personale, temporale e spaziale. I “DEITTICI” sono quegli elementi la cui interpretazione non si risolve tutta dentro il testo, all’interno dell’enunciato, bensì si risolve anche facendo un diretto riferimento al contesto extra linguistico, come fossero degli indici, con lo scopo di disambiguare il significato di un deittico facendo riferimento alla situazione esterna (pronomi possessivi, dimostrativi, avverbi di luogo, di tempo..), possiamo però aggiungere che questi elementi all’interno di un testo possono avere un valore anaforico o cataforico, quindi, possono anche disambiguarsi all’interno del testo stesso.
1.LUI NON MI STA SIMPATICO (funzione deittica) 2.PAOLO NON MI STA SIMPATICO DATO CHE NON PARLA MAI CHIARAMENTE (funzione anaforica) La problematica del significato è stata, appunto, sempre un grande problema, affrontato sia in ambito linguistico, filosofico, piuttosto che logico ecc, perché mentre il piano del significante è direttamente osservabile, il piano del significato non ha una natura sensibile, quindi non è direttamente osservabile, non ha un’evidente materializzazione, possiamo coglierlo in maniera positiva, cogliendo il fatto che “bello” si oppone a “brutto”; ma per spiegare il vero ed esauriente significato di queste terminologie è davvero difficile, proprio perché il significato ha una natura
psicologica, mentale, sta nella mente che non è osservabile visivamente, mentre il significante è direttamente osservabile. Questo ha creato sempre un certo imbarazzo ed ha contribuito nell’evitare il problema della semantica da parte della linguistica ( la linguistica generativa infatti non lo affronta e si crea una semantica generativa che funge da ramo staccato ). La semantica non è un piano che si sovrappone a fonemi, morfemi, parole, frasi, che successivamente si risolve nel piano fenomenologico del testo. Il problema poi del significato si riscontra già a livello di morfemi, entità dotate di significante e significato, che è il primo livello dell’articolazione, quindi la semantica è un problema che scorre parallelo a questi vari livelli dal piano della morfologia in sù. Si fa anche una suddivisione tra una corrente del pensiero linguistico che ha voluto considerare il significato come un’entità puramente linguistica, cioè la comprensione del significato stesso si risolve all’interno della lingua, con le cosiddette definizioni dizionariali.
TOM è UN ESSERE UMANO ADULTO. (significato linguistico) Invece se prendiamo in considerazione “ la donna” e tutto quello che sappiamo su di lei, sulle sue condizioni e caratteristiche, non sarebbe pertinente al significato della parola “donna”, c’è quindi un tentativo di porre un confine tra significato come fatto linguistico e le conoscenze enciclopediche relative all’entità di cui parliamo. Correnti più recenti come la semantica di approccio cognitivista sostengono, invece, che non è possibile porre questo confine. SCAPOLO si oppone secondo la semantica intra linguistica a ZITELLA perché il primo è un maschio adulto non sposato ed il secondo donna adulta non sposata (conoscenza linguistica); anche se vi è la sostanziale differenza visto che nel caso dell’uomo succede perché non ha particolare interesse verso il matrimonio, invece verso la donna vi è un valore di disprezzo perché nessuno ha voluto maritarsi con lei (conoscenza enciclopedica), questo tipo di conoscenza prestabilito è basato su convenzioni sociali esistenti. Il tipo di approccio che Berruto-Cerruto fa proprio è quello che il significato sia definibile all’interno dei confini della lingua senza sconfinare verso l’enciclopedia e chiama quindi in causa la distinzione la differenza tra un significato denotativo e connotativo. Nel caso del denotativo il significato ha semplicemente la capacità di individuare il referente nella realtà extralinguistica.
Nel caso del connotativo abbiamo un insieme di altre possibili sfumature ed informazioni che possono essere collegate a quella parola, che non servono solo ad identificare il referente, ma aggiungono una serie di valori soggettivi.
LA PAROLA GATTO IN UNA PERSONA ALLERGICA Può EVOCARE UN SENSO DI FASTIDIO. Il significato denotativo, quindi, si ha quanto la parola “gatto” viene usato in un testo tecnico, mentre quello connotativo si ha quando c’è un insieme dei contenuti emotivi ed effettivi che possiamo associare ad una parola.
soggetto come interlocutore, ha quindi la funzione sociale di mantenimento di una persona. Si fa un ulteriore distinzione tra parole che hanno un significato più tecnicamente lessicale, le cosiddette parole piene (tavolo, sedia), e parole che hanno significato di tipo grammaticale, parole vuote (il, per, perché). Un'altra differenziazione è racchiusa tra significato e senso, perché il senso è il significato contestuale di una enunciazione. Felice, infatti, può avere più sensi. Posso essere felice per aver superato un esame e posso esserlo perché mi sono fidanzato con la ragazza che mi piace. Quindi la stessa parola può avere più sensi. Allo stesso modo se diciamo “non era molto felice” abbiamo un altro senso e addirittura un altro significato. Dato un significato schematico che conosciamo delle parole, di volta in volta dobbiamo attribuire nella comunicazione alle parole e soprattutto alle frasi il significato che ci dà il senso della frase stessa. I primi due “felice” e poi “non felice” che significa non adatto a una certa situazione, hanno sensi diversi, tanto che “non felice” si è talmente differenziato da poter costituire un significato diverso che probabilmente troveremmo nel dizionario sotto felice 3. ESEMPIO: finestra ha come significato apertura in una parete ma viene utilizzata in anche altri contesti come per esempio ad indicare i riquadri che si aprono sullo schermo di un computer. In realtà finestra sul computer è ormai un significato autonomo, e per metafora dalla parola originale finestra si è creato un nuovo significato, che è anche uno slittamento semantico influenzato dall’uso in inglese di windows, il sistema operativo, che appunto vuol dire finestre, perché la rappresentazione di informazioni sullo schermo del pc avviene aprendo dei riquadri che sono associabili a delle finestre. In realtà qui siamo già a dei significati differenti che sono sicuramente elencati nel dizionario, quindi questo esempio non va bene per spiegare il senso. Un altro esempio di senso: i ragazzi mi hanno rotto la finestra giocando a pallone: il senso è che hanno rotto il vetro della finestra, è una modulazione contestuale di senso. Devo dipingere la finestra: in questo caso con finestra intendo l’infisso e non il vetro; devo far sostituire la finestra si riferisce a tutta la finestra, vetro e infisso. Quindi si tratta di designazione della stessa entità di cui vengono messe in evidenza componenti e aspetti diversi che però fanno riferimento al significato 1 di finestra, quello originale. Sono quindi sensi differenti del valore semantico generale di finestra. Il valore derivato e metaforico di visualizzazione riquadro sullo schermo del computer è un secondo significato, non è un senso ormai. Molto spesso i secondi significati nascono da situazioni di modulazione del senso contestuale, poi questo senso derivato diventa talmente importante da diventare un secondo significato della parola stessa. Es: macchina ha un significato generale di designare un meccanismo con una serie di automatismi, un meccanismo che svolge certe funzioni; ma poi macchina ha iniziato a significare auto, automobile; allo stesso modo la parola testa, parte del corpo, ha avuto slittamenti semantici ed ha cominciato ad essere usata per indicare il fatto di essere alla testa di una gerarchia. Forse c’era una fase iniziale in cui un parlante ha iniziato ad usare la parola testa con un senso differente ed è diventato talmente forte da staccarsi e diventare un significato autonomo. Ad esempio la parola meat deriva da un’altra parola dell’inglese medio che significava cibo in generale. Ad un certo punto incominciò ad usarsi per indicare il cibo di carne e quindi si creò una polisemia; per cui quando una persona diceva cibo in inglese con meat intendeva non di carne, ma anche di latte, cereali ecc., finché la parola meat che all’inizio designava i cibo in generale a un certo punto ha cominciato a designare sia il cibo in generale che quello di carne. Infine ha finito per designare solo la carne; infatti ora si usa un’altra parola per designare il cibo in
generale che è food. Questo ha a che fare anche col fenomeno della polisemia, ovvero il fatto che le parole possono avere significati diversi. Ma un solo significato può anche avere sensi diversi come nel caso di finestra. Frase: sequenza di parole; enunciato. Frase pronunciata, evento comunicativo, qualcosa che qualcuno dice. Quindi possiamo avere il significato di una frase in quanto struttura prodotta dal sistema generativo, ma anche significato della frase in quanto intenzioni comunicative da parte di una persona e interpretazione da parte di un interlocutore, ovvero il senso. Di solito le singole parole acquistano sensi diversi solo collocate in contesti enunciativi diversi; basta può significare tante cose a seconda della situazione in cui lo pronuncio. Anche una frase come “ci vuole un’ora per arrivare a Roma” ha un senso diverso dalla frase “che ora è?”; in un caso mi riferisco all’ora come estensione temporale, nell’altro mi riferisco all’ora come collocazione nell’arco temporale di una giornata. Anche “Quel palazzo è alto” è diverso dal dire “quella mensola è alta”; il palazzo è alto vuol dire che il palazzo ha un’estensione verticale alta, mentre con mensola alta si intende che il soffitto è una collocazione sull’asse verticale in alto. Qualcuno parla anche di significati diversi per alto, ma in realtà si tratta solo di due sensi diversi di parole prese senza un contesto e senza frase, che da sole non possono significare quasi nulla; se dico “sei un ragazzo” ad una persona giovane ha certi valori, se lo dico ad un uomo anziano può avere altri valori. Rapporti di significato tra i lessemi Nei vari studi semantici si è cercato di mettere in ordine e capire i rapporti di significato tra i lessemi e in che modo i rapporti tra lessemi possono essere definiti in base dal punto di vista del significato. Omonimia : parole uguali nel significante come riso (cereale) e riso (atto del ridere) che in realtà sono parole diverse. L’omonimia vera e propria implica che ci sia omofonia e omografia. Esempio: la parola mandarino designa diverse entità: il primo significato è il frutto, il secondo è “funzionario nell’amministrazione dell’impero cinese”, termine che è stato attribuito dai portoghesi e che deriva dal malese. Il secondo significato è derivato dall’ arancio del frutto che è stato associato ai cinesi perché secondo alcuni stereotipi il mandarino cinese è una persona dal colore della pelle giallo-arancio. Il terzo significato di mandarino è “ruolo di un lanciatore nel gioco del pallone col bracciale”, che è una parola italiana in disuso. Altri casi di omofonia sono casco, quello che si mette in testa, prestito dallo spagnolo, e casco, terza persona del verbo cadere. Pianta significa pianta vegetale, ma pianta significa anche mappa. Ci può essere anche omofonia senza omografia: cieco in realtà si pronuncia ceco, ed è omofono della designazione etnica di persona dalla Cecoslovacchia “ceco”; anche da preposizione e dà verbo sono omonime solo in omofonia, perché si pronunciano in modo uguale ma sono scritte in modo diverso. In inglese questo fenomeno è molto più frequente, come nel caso di rain che ha tre significati diversi ma non sono omografi. L’omografia è il caso in cui le parole sono scritte in modo uguale ma pronunciate in modo diverso: pesca e pesca oppure botte e botte. Gli omonimi sono quindi parole diverse che hanno lo stesso significante. Polisemia: unica parola che ha più significati; un significante con più significati. Esempio: corno, che può indicare la protuberanza dell’anatomia di alcuni animali, lo strumento musicale a fiato, una cima aguzza sopra una montagna ecc. Anche la parola carica è polisemica, perché vuol dire carica dell’esercito, caricare il cellulare, carica energetica in generale, carica politica ecc. Anche