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Appunti di Introduzione allo studio delle religioni , Study notes of Theology

Appunti di Introduzione allo studio delle religioni

Typology: Study notes

2017/2018

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federico13081995
federico13081995 🇮🇹

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INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE RELIGIONI
LEZIONE n°1 8/02/16
Oggi parlerò di PLURALISMO RELIGIOSO e ANALFABETISMO RELIGIOSO.
PLURALISMO RELIGIOSO: termine che spesso si riferisce alle culture, inteso come sistema di
riferimento di persone che provengono da contesti anche geografici differenti; il pluralismo
religioso è una cosa più particolare e specifica perché attiene alle diversità del credo, delle
tradizioni, dei modi di praticare che derivano da quel credo. Parliamo del Mondo del terzo
millennio: oggi ci sono tante religioni, c’è una diversità religiosa che, a dispetto di alcuni modelli
che andavano di moda e che sembravano vincenti negli anni 60-70, oggi si continua non solo a
parlare di religione, ma anche a vivere e ad avvertire la presenza, il peso della religione nel mondo.
Per capire dobbiamo immaginare che negli anni 60 e alla fine in particolare, non solo andava di
moda, ma aveva anche soddisfatto sociologi, storici, filosofi, politologi il modello della morte di
dio. Fino alla fine degli anni 60 sembrava che Dio stesse per o fosse morto, cioè che la società
altamente secolarizzata non avrebbe più avuto bisogno di un riferimento extra-umano, che fosse un
dio unico o fossero tante divinità, cioè si pensava che gli uomini e le donne, in particolare nelle
società occidentali, non avrebbero più avuto l’esigenza di riferirsi a delle forze, a delle energie, a
delle autorità al di là del loro essere umano ed essere umani. Nel 1968 ad aprile esce una delle
copertine del Time che è stata giudicata una delle prime 10 copertine sconvolgenti del XX sec,
poiché essa ha una scritta rossa su fondo nero “IS GOD DEAD?”. Risposta all’interno del dossier :
i migliori intellettuali sulla piazza del tempo che argomentano il “sì, dio è morto”, perché la società
non ha più bisogno di quel riferimento. Ci sono altri riferimenti, modelli e valori che si
autodeterminano, quindi il dio dei cristiani è destinato a scomparire dalla società perché non ci
saranno più credenti, più praticanti. Siamo alla fine degli anni 60. Poi però è successo qualcosa che
ha totalmente sbaragliato la tenuta di questo modello, nei mesi successivi, in seguito a quella
domanda, e quel modello vincente della morte di dio che convinse tutti, non convince più così in
fondo e viene rovesciata nel suo opposto: dio non è morto,, anzi si è moltiplicato perché a dispetto
di una unica divinità dei cristiani, modello imperante nelle società occidentale si è moltiplicato nel
senso che si sono moltiplicati i riferimenti extra-umani di cui continuano ad avere bisogno gli
uomini e le donne anche nelle società occidentali. Tutto ciò per tre ragioni in particolare:
1) a partire dagli anni 70 iniziano fenomeni migratori sempre più massicci, sempre più complessi,
intricati che portano da parti del mondo differenti delle religioni differenti. Quindi prima
ragione per cui Dio non è morto: perché magari il dio dei cristiani non se la passa molto bene,
ma a dispetto di questa semideficenza del dio dei cristiani ci sono delle altre divinità che
arrivano e che cominciano ad abitare in maniera più consistente il territorio delle società
occidentali.
2) Strettamente legata ai movimenti di protesta alle controculture, il tentativo di trovare degli stili
di vita differenti. Anni 68-70: una ricerca spirituale mosse tantissime esperienze di queste
controculture, prime fra tutte le esperienze spirituali che attingevano in maniera più o meno
corretta, più o meno lecita dalla spiritualità del così detto oriente. Pensate a quante generazioni
di giovani sono andati inn India a cercare una forma spirituale più genuina, più pura, quello che
non c’era più, e nel contempo hanno portato dalla Cina, dall’India, Giappone, Nepal delle forme
spirituali delle tradizioni, delle culture religiose che fino a quel tempo erano ancora molto poco
presenti nelle società occidentali e che diventano invece a partire da quegli anni, quotidianità
per tante persone. Se noi leggiamo le conversioni o le adesioni a forme di buddismo o
induismo, non possiamo che rimanere colpiti dal fatto che esse siano costantemente in aumento
dagli anni 70 a oggi. Quindi migrazioni = tante culture = tante divinità. L’oriente che arriva in
occidente.
3) Idea di una società capitalista razionale e razionalista in cui tutto è basato su ciò che si tocca, ciò
che si può ottenere, vedere, ciò che è concretamente legato a logiche economiche. Non funziona
verso fine anni 80-90, perché non soddisfa a pieno la ricerca del senso della vita e della morte
delle persone. La mancanza delle risposte alle domande che uomini e donne si fanno dall’inizio
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INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLE RELIGIONI

LEZIONE n°1 8/02/ Oggi parlerò di PLURALISMO RELIGIOSO e ANALFABETISMO RELIGIOSO. PLURALISMO RELIGIOSO: termine che spesso si riferisce alle culture, inteso come sistema di riferimento di persone che provengono da contesti anche geografici differenti; il pluralismo religioso è una cosa più particolare e specifica perché attiene alle diversità del credo, delle tradizioni, dei modi di praticare che derivano da quel credo. Parliamo del Mondo del terzo millennio: oggi ci sono tante religioni, c’è una diversità religiosa che, a dispetto di alcuni modelli che andavano di moda e che sembravano vincenti negli anni 60-70, oggi si continua non solo a parlare di religione, ma anche a vivere e ad avvertire la presenza, il peso della religione nel mondo. Per capire dobbiamo immaginare che negli anni 60 e alla fine in particolare, non solo andava di moda, ma aveva anche soddisfatto sociologi, storici, filosofi, politologi il modello della morte di dio. Fino alla fine degli anni 60 sembrava che Dio stesse per o fosse morto, cioè che la società altamente secolarizzata non avrebbe più avuto bisogno di un riferimento extra-umano, che fosse un dio unico o fossero tante divinità, cioè si pensava che gli uomini e le donne, in particolare nelle società occidentali, non avrebbero più avuto l’esigenza di riferirsi a delle forze, a delle energie, a delle autorità al di là del loro essere umano ed essere umani. Nel 1968 ad aprile esce una delle copertine del Time che è stata giudicata una delle prime 10 copertine sconvolgenti del XX sec, poiché essa ha una scritta rossa su fondo nero “IS GOD DEAD?”. Risposta all’interno del dossier : i migliori intellettuali sulla piazza del tempo che argomentano il “sì, dio è morto”, perché la società non ha più bisogno di quel riferimento. Ci sono altri riferimenti, modelli e valori che si autodeterminano, quindi il dio dei cristiani è destinato a scomparire dalla società perché non ci saranno più credenti, più praticanti. Siamo alla fine degli anni 60. Poi però è successo qualcosa che ha totalmente sbaragliato la tenuta di questo modello, nei mesi successivi, in seguito a quella domanda, e quel modello vincente della morte di dio che convinse tutti, non convince più così in fondo e viene rovesciata nel suo opposto: dio non è morto,, anzi si è moltiplicato perché a dispetto di una unica divinità dei cristiani, modello imperante nelle società occidentale si è moltiplicato nel senso che si sono moltiplicati i riferimenti extra-umani di cui continuano ad avere bisogno gli uomini e le donne anche nelle società occidentali. Tutto ciò per tre ragioni in particolare:

  1. a partire dagli anni 70 iniziano fenomeni migratori sempre più massicci, sempre più complessi, intricati che portano da parti del mondo differenti delle religioni differenti. Quindi prima ragione per cui Dio non è morto: perché magari il dio dei cristiani non se la passa molto bene, ma a dispetto di questa semideficenza del dio dei cristiani ci sono delle altre divinità che arrivano e che cominciano ad abitare in maniera più consistente il territorio delle società occidentali.
  2. Strettamente legata ai movimenti di protesta alle controculture, il tentativo di trovare degli stili di vita differenti. Anni 68-70: una ricerca spirituale mosse tantissime esperienze di queste controculture, prime fra tutte le esperienze spirituali che attingevano in maniera più o meno corretta, più o meno lecita dalla spiritualità del così detto oriente. Pensate a quante generazioni di giovani sono andati inn India a cercare una forma spirituale più genuina, più pura, quello che non c’era più, e nel contempo hanno portato dalla Cina, dall’India, Giappone, Nepal delle forme spirituali delle tradizioni, delle culture religiose che fino a quel tempo erano ancora molto poco presenti nelle società occidentali e che diventano invece a partire da quegli anni, quotidianità per tante persone. Se noi leggiamo le conversioni o le adesioni a forme di buddismo o induismo, non possiamo che rimanere colpiti dal fatto che esse siano costantemente in aumento dagli anni 70 a oggi. Quindi migrazioni = tante culture = tante divinità. L’oriente che arriva in occidente.
  3. Idea di una società capitalista razionale e razionalista in cui tutto è basato su ciò che si tocca, ciò che si può ottenere, vedere, ciò che è concretamente legato a logiche economiche. Non funziona verso fine anni 80-90, perché non soddisfa a pieno la ricerca del senso della vita e della morte delle persone. La mancanza delle risposte alle domande che uomini e donne si fanno dall’inizio

dell’umanità sulla vita e sulla morte, non è esaudita da certe risposte materiali e materialisti che quel tipo di società offrivano e offrono alle persone, e quindi c’è bisogno di una forma di spiritualità, di un dio di tante divinità, c’è qualcosa che vada oltre lo stato umano e oltre l’essere uomini e donne e vivere su una terra. Queste tre cause concatenate tra di loro con pesi differenti sono tre tra le prime cause possibili che noi dobbiamo andare a cercare nel domandarci perché alla fine Dio non è morto , ma anzi si era e si è moltiplicato. Questo dato regge tutt’oggi nel 2016 quando guardiamo le statistiche sui fedeli, non fedeli, persone che si sentono credenti o appartenenti. Occuparsi di religione e di fatto religioso è interessante da un punto di vista scientifico perché è un dato di fatto storico e culturale, che caratterizza non in maniera totalitaria, ma caratterizza aspetti importanti della società contemporanea. Su due piani differenti sia a livello individuale ( le singole persone che cosa fanno, come agiscono e in che cosa credono?) sia a livello collettivo e comunitario (come si pongono le comunità religiose dentro ad una società? Che cosa succede quando in una società non esiste una sola comunità religiosa di maggioranza, ma ne esistono tante con modi di stare al mondo differenti, non sempre conciliabili con richieste e esigenze pubbliche differenzi? Come questo dato mette in crisi la società?). studiare oggi il fatto religioso e la religione significa occuparsi di un dato di cui nessuna società esistente al mondo è priva, di cui non si può fare a meno, di cui non ci si può sbarazzare come dato superato, perché dio non è morto, quel modello della secolarizzazione non ha tenuto, è stato superato dalla storia e dal dato di fatto culturale e storico del dato di fatto. Quindi perché occuparsi di religione? Perché fa parte del mondo in cui viviamo, un mondo PLURALE, perché sempre di più gruppi religiosi si creano, vivono, si sviluppano, si radicano, si spostano, cambiano luogo… -Es.: qual è la religione che ha più persone che vi aderiscono oggi? Cristianesimo nella sua completezza, cioè cristianesimo significa tante confessioni differenti, che hanno una storia diversa, autorità diverse, pratiche e forme di credenza anche differenti. Quando parliamo di cristianesimo a livello mondiale, facciamo riferimento alla confessione più popolata che è il cattolicesimo. Cristianesimo significa anche i protestantesimi, cioè tutte quelle confessioni che fanno riferimento all’esperienza della riforma (Lutero, Calvino), tutte le frammentazioni che si sono susseguite, mondo che noi chiamiamo il mondo protestante o evangelico. Il mondo evangelico, che nella sua forma che chiamiamo Neoevangelismo, la confessione cristiana è la più forte in espansione negli ultimi 10-15 anni. Il neoevangelismo che possiamo anche chiamare il pentecostalismo, è una forma particolare di cristianesimo legato al mondo protestante, che ha spinto tantissimo l’acceleratore su una delle tre componenti della trinità, cioè lo spirito santo, ed è un cristianesimo neoevangelico basato sull’idea che tutti possano aspirare ad ottenere una sorta di invasione del sé dello spirito santo, cioè essere ripieni di spirito santo ed esternarlo attraverso canto, ballo e delle forme di liberazione anche collettiva dell’io e del male che c’è nell’io rispetto al bene. questa forma di cristianesimo neoevangelico ha particolare successo nelle chiese dei così detti sud del mondo, Africa, America latina, contesti di migrazione, anche in occidente (America e Europa). Negli ultimi 10 anni le chiese neoevangeliche pentecostali nel nostro paese sono aumentate del 500%. Sempre più persone praticano quel tipo di cristianesimo. La conseguenza è che nel 2050 le stime di coloro che studiano questo fenomeno ci dicono che la maggior parte dei cristiani nel mondo avrà la pelle nera. Nella nostra proiezione di pensare al tipico uomo cristiano come uomo bianco, colonizzatore ed europeo, ora invece la maggior parte dei cristiani sarà del colore diverso da quello di cui ci immaginiamo oggi. Anche gli ortodossi sono una fetta importante del cristianesimo, è la chiesa in più rapida e maggiore crescita nel nostro paese, (sono maggiori gli immigrati di fede ortodossa che di quella mussulmana). L’ortodossia, che è una delle prime forme di frattura del mondo cristiano, è una componente essenziale, quando pensiamo che cosa sia ee da cosa sia composto il cristianesimo a livello mondiale. Esiste poi l’ultima porzione piccola all’interno del mondo cristiano che è la chiesa COPTA: sono i cristiani dell’Egitto, la terra egiziana è una della terra in cui l’incontro- scontro fra le religioni può essere definito paradigmatico per la storia di tutta l’umanità, perché si sono susseguite, hanno coesistito e si sono scontrate religioni in numero elevatissimo. I compti sono la prima frattura a livello storico all’interno della storia del cristianesimo, i primi a staccarsi dalla corrente e a fondare uuna chiesa autonoma e indipendente da Roma e dal papato di Roma

stesse ricerche sono state condotte nei primi anni dopo il 2000, e la questione si è ribaltata, cioè tantissime persone hanno dichiarato di appartenere anche senza credere. Tante persone hanno cominciato a sentirsi in maniera profonda parte di una cultura, religione, tradizione anche in assenza di fede. A che cosa è dovuta questa inversione di paradigma? È stato dimostrato che a partire dal 11 settembre del 2001 e a partire da questo senso di invasione, di accerchiamento dell’altro, del diverso, dello straniero, di ciò che è l’alterità, c’è una chiusura nella propria identità che spinge tante persone a ritrovare la loro identità e la loro appartenenza per marcare il confine, la differenza con l’altro, anche in assenza di una fede. Quindi posso anche non credere nel dio dei cristiani, ma mi sento parte di una cultura e di una storia. Es. dibattito sulle radici culturali cristiane dell’Europa. Siamo parte di quella cultura che non va negoziata), behEaving (comportamento, fare delle cose. Nella nostra prospettiva, quando si parla di religione ci dimentichiamo che esistono molte religioni in cui la componente pratica è molto più importante che quella spirituale, intellettuale, speculativa. Religione è fare delle cose, comportarsi in un certo modo, praticare delle norme, mettere in pratica dei precetti. Esiste soltanto all’interno del cristianesimo cattolico l’opzione di essere credente ma non praticante. Per altre religioni l’opzione di essere credente senza praticare non esiste, se mai sono praticante senza credere. La pratica è in tanti gruppi e comunità religiosa è fondamentale per potersi definire appartenenti a quella religione.). Quindi credere, appartenere comportarsi come i tre piani che gli studiosi hanno sotto la loro attenzione quando cercano di capire quando stiamo parlando di persone religiose e persone che si sento o possono definire religiose. Quei famosi numeri di cui abbiamo parlato prima sono frutto di ricerche che tengono conto di questi tre livelli del legame degli uomini con la religione. Altro aspetto interessante del legame delle persone con la religione, una sociologa francese (DANIEL HERVIEU LEGER), scrive un libro a metà del primo decennio del 2000 che si intitola “IL PELLEGRINO E IL CONVERTITO”: queste due immagini ci servono per definire i credenti, i religiosi, gli appartenenti, i praticanti del terzo millennio. Queste due immagini parlano di che cosa significa che dio non è morto, che è invece ancora presente e si è moltiplicato, perché lei usa queste due figure, per dire che come in tutte le religioni esistono dei pellegrini, esistono dei convertiti, oggi sia il pellegrino sia il convertito sono le immagini simbolo, la metafora del credente del terzo millennio. Perché pellegrino: perché capita sempre di più e sempre con maggiore conseguenza ,anche nelle reti sociali,, che le persone compiano un percorso prima di arrivare alla meta, cioè in un clima di maggior libertà religiosa, maggio libertà dai vincoli famigliari relativi alla religione, le persone , ad esempio in Italia, sempre di meno nascono e muoiono all’interno della stessa religione senza effettuare un percorso, sempre più spesso le persone nascono in un modo, si avvicinano, si allontanano, mettono insieme dei pezzi e fanno un percorso a tappe che le porta ad una conversione. Percorso sia diacronico ( a tappe) sia anche sincronico (mescolano pezzi diversi di religioni diverse allo stesso tempo). Combinare pezzi diversi: es. yoga, una reminiscenza dell’oriente in occidente, disciplina ascetica (ascetica perché prevede l’esercizio fisico, assoggettamento del corpo e dello spirito) e che prevede delle forme di meditazione e di esercizio fisico e di forme di rinuncia gravissime che oggi è diventato uno sport da palestra, praticato da un numero di persone che cresce in modo esponenziale ogni anno. Chi cristiano si dedica alle meditazioni buddiste. Mescolamento che rende i confini difficili da districare perché (terzo paradigma oltre al pellegrino e il convertito) ormai da un po’ di anni a questa parte, tiene quuesto modello del SUPERMARKET DELLE FEDI, cioè esiste un supermercato della religione o della fede, per cui ciascun credente acquirente può servirsi tra gli scaffali del supermercato di pezzi diversi per comporre la religione che più gli sta addosso bene come un vestito, che più gli è consona. Quindi prende pezzi differenti, avendo un potere di acquisto suu prodotti differenti. Modello che fuunziona molto quando si parla di libertà religiosa, di possibilità di scelta religiosa, di possibilità di cambio, di negoziazione, di prendere pezzi diversi a seconda degli obbiettivi, delle finalità con quuesta operazione che viene definita di bricolage religioso. Ciascuno può comporsi la religione che gli interessa, mettendo insieme pezzi differenti. PLURALISMO dato da tutti questi aspetti. PUNTI CHE RIASSUMONO

  • Pluralismo religioso, sia a livello mondiale, sia a livello italiano,
  • le due figure del pellegrino e del convertito che sono rese possibili da un clima di libertà religiosa e di possibilità di scelta
  • supermarket delle religioni, cioè possibilità di compiere delle operazioni di bricolage in cui ciascuno mette ciò che vuole

ANALFABETISMO: l’Italia è un paese con una maggioranza cristiana cattolica. In italia esiste la religione di stato? È un paese laico? L’Italia è una repubblica democratica in cui da costituzione si garantisce e si tutela la libertà religiosa, in cui dal 1948 non esiste una religione di stato. Essa è esistita ufficialmente tra il 1929 e il 1948. 11 febbraio del 1929 furono firmati i patti LATERANENSI, in cui si cercava di riconciliare la frattura totale tra stato italiano e la chiesa cattolica. il regime fascista fa un patto con un altro organismo sovrano, ovvero lo stato vaticano, ovvero la chiesa cattolica, e si decide che esiste una religione di stato che è il cristianesimo cattolico e che esistono dei patti che regolano il rapporto tra i due. Nel 48 La costituzione italiana fa cadere il fatto che la religione dello stato italiano sia la religione cristiana cattolica, ma conserva 1° che nei patti lateranensi si parlasse di altri culti ammessi e quindi in presenza di una religione di stato c’era la possibilità già nel 1929 di culti ammessi, cioè altre religioni che potevano essere tollerate (quindi si mantiene qualcosa che era già presente nei patti lateranensi, ovvero l’ammissione di altri culti), 2° ma si mantiene anche il rapporto privilegiato dello stato italiano con la chiesa cattolica, in termini di articolo 7 e 8. Conservazione dei patti lateranensi nella costituzione. (articoli 7 e 8) La costituzione italiana fa riferimento a quei patti. nel 48 quindi nella costituzione, il rapporto tra stato italiano e chiesa cattolica è regolamentato secondo i patti lateranensi, e i patti è una intesa tra pari e stanno su un altro piano rispetto a altri eventuali accordi che con un nome tecnico si chiamano INTESE, possono ambire le altre religioni che in Italia possono nascere, crescere, sviluppassi, diffondersi in quanto culti ammessi. allora il culto ammesso può ambire non più a firmare un patto come ha fatto la chiesa cattolica, ma una intesa che ne regola la vita. Quali sono i culti ammessi e perché sono ammessi? Sono ammessi se non danneggiano l’ordine pubblico, la sicurezza e il “buon costume” (ambigua la regolamentazione dei culti ammessi nella nostra costituzione). L’Italia quindi non dichiara di essere uno stato laico, ma è conseguenza di letture della costituzione degli articoli sulla libertà di religione e sui patti che viene suggellata per iscritto con un decreto legge nel 1989. (passano molti anni dal 48, per avere una fonte giuridica scritta che parla laicità dello stato italiano). In questo regime si capisce bene il motivo per cui, avendo un rapporto privilegiato la chiesa cattolica con lo stato italiano, ha potuto organizzare a partire dal 48 e rivisto negli anni 80, la famosa istruzione religiosa in ogni scuola. Non più religione di stato, ma religione privilegiata, ha il diritto di costruire la sua istruzione, la sua educazione, la sua formazione nella scuola pubblica. Post-revisione del concordato 1986 , ha permesso la non obbligatorietà dell’ora di religione. Che cosa significa che in Italia, l’istruzione che ha come oggetto la religione e il fatto religioso, è una istruzione di religione cristiana cattolica. Solo a livello universitario si studia il dato e il fatto religioso come un fatto culturale, storico e basta, perché nella scuola italiana, quando si studia la religione si studia la religione cristiana cattolica. Perché ANALFABETISMO? Perché reputiamo che fino al livello di istruzione terziaria accademico universitaria non ci siano occasioni per studiare il fatto religioso da un punto di vista storico, antropologico, psicologico.. ottica totalmente laica

LEZIONE n°2 9/02/ Prima di iniziare il percorso storico, partiamo dall’epoca contemporanea, per offrire lo studio e la spiegazione di una delle più grandi sociologhe contemporanee della religione che si chiama LINDA WOODHEAD, che scrive qualche anno fa un articolo il cui titolo fa riferimento ai 5 concetti per la religione, ovvero i 5 modi differenti di studiare e intendere la religione. Quindi proviamo a vedere in che maniera lei propone l’accostarsi allo studio della religione. Non che cosa sia quindi la religione, ma la religione può essere studiata in quanto… 5 punti diversi: RELIGIONE (studiata) COME CULTURA La religione è un fatto storico e sociale che fa riferimento ad un sistema di credenze e un sistema di significati. Allo studioso non importa se queste credenze e questo sistema di significati siano giusti o sbagliati, ma interessa capire i meccanismi di diffusione e di radicamento di questo sistema di credenze e

simbolico, perché rimanda a qualche cosa di altro; Cristo significa UNTO, Gesù è l’unto della divinità, e unto fa riferimento al fatto che alcune persone con una certa autorità fossero cosparse di olio profumato da renderle unte, queste figure erano secondo la tradizione culturale ebraica erano il sommo sacerdote e il re di Israele; stiamo dicendo che c’è una continuità totale con la cultura ebraica, il fondatore di una nuova religione che si pone non solo in continuità ma anche in contrasto rispetto all’ebraismo conserva per sé stesso e per il suo nome un epiteto, un titolo onorifico che è funzionale nella cultura ebraica e che faceva riferimento al sommo sacerdote e al re di Israele; questo titolo mette insieme due forme di potere che poi strutturano tutto il cristianesimo, cioè l’autorità politica e l’autorità … .Gesù diventa contemporaneamente sacerdote e re, assumendo su di sé e congiungendo dentro si sé l’autorità politica e l’autorità religiosa. Cristo deriva dal termine greco “crio” che significa ungo per cui cristos è colui che è unto. Terza conseguenza di questo titolo onorifico e che passa nella storia non attraverso un nome ebraico, ma attraverso un nome greco, perché è con il greco che si trasmette fuori dall’ebraismo il messaggio di quella religione nuova, senza il greco non ci sarebbe stato il cristianesimo, perché esso permette di parlare alle persone fuori dalla terra e popolazione da cui nasce il cristianesimo, il grande scarto dall’ebraismo avviene attraverso il greco. Snodo che permea tutta la storia del cristianesimo, del rapporto difficile e a volte mal gestito tra potere politico e potere religioso, possibilità di mettere insieme le due sfere. Qual è il termine corrispondente etimologicamente, linguisticamente di Cristo greco in ebraico? Josciua (modo comune di chiamarsi nella Palestina), Gesù era ebreo. Dal punto di vista storico Gesù era ebreo. La parola corrispondente a Cristo è MESSIA che significa unto, derivante dall’ebreo. Gesù non è nato nell’anno zero, è un falso storico, non è chiaro se sia avvenuta qualche anno prima o dopo dell’anno 0, che è diventato un simbolo. Potenza dei simboli, per cui scelto quell’anno, non solo è influenzato il sistema di datazione di chi crede, è diventato un sistema di datazione universale della storia dell’umanità. Quindi il nostro modo di contare gli anni è fondata su una falsità. Anche coloro che reputano che la religione sia una costruzione fallace, ne siamo tutti comunque vittime. Ultima conseguenza della centralità delle parole del linguaggio, perché un altro di quei termini che ci aiuta a costruire il sapere sulla religione. Legato alle parole, linguaggio ci sono i TESTI, e il MITO. Tutte le religione hanno dei miti, il MITO è alla base di qualunque religione. Il mito: origini del pensiero filosofico occidentale, con quella netta distinzione che ha poi caratterizzato la storia del pensiero filosofico, che è quella dicotomia tra il mito e il LOGOS, cioè il pensiero razionale, vero, il pensiero che diventa parola filosofica, la possibilità di ragionare e pensare, contrapposta al mito che è la pura invenzione, la fantasia, (dei falsi e bugiardi), mito che è invenzione, contrapposto al logos. dobbiamo sbarazzarci di questa categoria, perché secondo lo sguardo occidentale razionalista, logico, filosofico il mito è una invenzione, ma non ci deve interessare che sia inventato o meno, ma ci deve interessare che il mito in un sistema culturale-religioso sonda la realtà, perché le persone credono che quel mito sia vero. Il MITO è un racconto che fonda la realtà per chi in quel mito crede; da un punto di vista storico il mito del diluvio universale, il mito del frullamento dell’oceano di latte alle origine del cosmo indù, il mito dei voli notturni in sogno di mohamed per ricevere il corano, il mito della risurrezione di Gesù cristo, sono tutto sullo stesso piano, sono tutti dei miti. Il che non vuol dire che sono delle fantasie inventate, mi interessa dire che sono dei racconti, dei linguaggi, dei sistemi di narrazione in cui le persone credono, e non mi interessa giudicare quanto vero o sbagliato sia credere in quel mito, mi interessa dire che è una parola che fonda la realtà. La necessità degli esseri umani ci creare dei racconti in cui credere per fondare la realtà e per vivere nella realtà che hanno fondato con quelle parole in cui tutti si riconoscono. Conseguenza: molte volte nei sistemi religiosi tutto ciò viene messo per iscritto, così tutto ciò viene fissato e c’è una possibilità più sicura che questo sia tramandato. CULTURA F 0 E 0CREDENZE, SIGNIFICATI, SIMBOLI, VALORI, PAROLE, LINGUAGGIO (= uno dei termini centrali di tutti i sistemi religiosi è MITO che può essere scritto o non scritto. Non necessariamente le religioni si riferiscono a dei testi scritti, esisto molti sistemi religiosi che per secoli hanno funzionato in assenza di un testo scritto, perché tramandate oralmente o attraverso un sistema diverso da quello scritto)

LA RELIGIONE COME IDENTITA’ La religione come sistema capace di creare delle identità precisa con dei confini che si distinguono da altre identità. L’identità che può essere di due tipi F 0 E 0IDENTITA’ PERSONALE, individuale e una IDENTITA’ COLLETTIVA. Ci sono persone che si definiscono sulla base del credo e della religione che confessano, la religione in alcuni casi non solo crea identità, ma fornisce anche l’esclusiva identità alle persone, così come la religione che diventa identità delle comunità, quindi comunità che condividono la stessa religione, diventano delle comunità con dei confini netti e distinguibili. La comunità, la società italiana è identificabile con una religione? NO, tantomeno nel terzo millennio. Sono altri tipi di comunità identificabili con una religione in maniera netta? SI, come nel caso dell’ebraismo, esso è detto religione etnica, perché c’è una forte coincidenza del dato culturale e del dato religioso con il dato di storia della popolazione. Caso delle 7

comunità esclusive, quel modo di appartenere fornisce l’identità alle persone, che sono parte di una comunità religiosa che ne fornisce l’identità. Uno dei problemi più gravi, scatenatori di violenze, in questa maniera di intendere la religione, è quando l’identità diventa unica ed esclusiva, cioè io non posso essere altro che una persona che si definisce e si comporta a seconda del suo credo religioso, la stessa cosa vale a livello collettivo, quando una comunità religiosa assume quell’identità come una e unica e diventa impermeabile allora c’è più facilità che nascano episodi di conflitto e violenza per quella permeabilità religiosa, che si dice identità esclusiva e non inclusiva, non è permeabile dall’esterno. La religione come identità risponde anche al bisogno di senso, senso personale che è facilmente esemplificative nella domanda “chi sono io?”, io sono quella persona che crede in una certa divinità e fa certe cose e riconosco quelli che credono nello stesso dio; il problema nasce quando non si riconoscono scelte diverse, quando l’identità diventa esclusiva e che si auto definisce come unica identità possibile. Per cui la religione come identità sia collettiva che personale, è un modo differente per approcciarsi al dato religioso. Alla fine di questi 5 modi per vedere la religione vediamo alcuni esempi di discipline che si interrogano sul fatto religioso. identità come modo esclusivo di scegliere di come stare al mondo e di autodefinirsi da parte di singoli individui, o gruppi di persone più o meno organizzate. religione come LEGAME (terzo modo di accostarsi alla religione) La religione non esiste per una singola persona, se io mi invento il mio dio, le mie regole e restano a me stessa quella cosa lì non si può chiamare religione, se io convinco qualcuno a venerare il mio stesso duio e siamo solo in due o tre, quel sistema di credenze e pratiche si può chiamare religione. La religione per essere definita tale ha sempre bisogno di minimo due otre persone, non esiste religione del singolo, si chiama in maniera differente. La religione crea sempre dei legami, sia VERTICALI sia ORIZZONALI. Crea dei legami verticali perché c’è sempre una credenza, un atto cultuale o idiolatrico nei confronti di qualche cosa o qualcun altro che sta in quella che noi definiamo la sfera extra-umana, qualche cosa che sta al di là dell’uomo, del tangibile, del concreto, dell’umano. Ecco perché non è il caso di tirare in ballo dio o gli dei per definire qualcosa religione, esistono le religioni senza dio, esistono anche religioni senza divinità (come il buddismo). Dio e dei non sono la condizione senza la quale si può parlare di religioni. Non è necessario che ci sia la figura divina per poter che qualcosa è una religione. È sufficiente un piano extra-umano che può essere totalmente astratto, energetico, una idea o delle idee, quindi il legame che c’è nella religione è il legame che c’è tra gli uomini e qualche cosa che sta al di là. (che può essere sopra, sotto di noi o nel mondo, in ogni caso è al di là della dimensione umana). Una delle religioni orientali ovvero lo scintoismo (Giappone), che ha una concezione di divinità panteistica, cioè le divinità (cioè extra-umane) stanno sulla terra, ovunque. Il legame più profondo, più vero è il legame che si crea tra le persone che condividono la stessa idea, le stesse credenze e le stesse pratiche. Ovviamente tutto ciò è legato al tema dell’identità, perché condividere, avere dei legami forti porta ad avere una identità collettiva e comune, ma il pensare ai legami tra le persone significa che, chi è interessato al dato della religione come sistema di legami, è interessato a dinamiche sociali. Cosa creano quei rapporti basati su un dato religioso comune? Con un esempio che si può fare che è un tema trasversale che si ritrova in tutte le religioni, c’è una pratica specifica e particolare che ci dice come tutte le religioni creano legami, pratica presente in tutte le religioni: PELLEGRINAGGIO come rito. Il rito, l’atto cultuale: in tutte le religioni esiste la concezione, la pratica del rito collettivo, il rito collettivo che mette insieme le persone, il culto, il fare delle cose che legano le persone tra di loro, le legano con l’extra-umano. Rito e mito, due parole chiave per tutte le religioni. Le due cose vanno di pari passo, uno fonda l’altro, il rito è la pratica cultuale concreta, che lega gli uomini all’extra-umano. Ci sono tanti riti diversi, uno dei riti che si ritrova in tutti i sistemi religiosi è la pratica del pellegrinaggio: il fatto di andare assieme fisicamente o metaforicamente verso una meta spesso con un percorso a tappe, in cui il viaggio stesso ha significato, il raggiungere la meta sigilla il significato del viaggio. Esempi di pellegrinaggio diversi che solitamente sono rappresentati o da un posto in cui è avvenuto qualcosa di significativo che avviene all’extra-umano, o una persona che può essere viva o morta, o per alcune religioni un testo che rappresenta la chiave di lettura per quella religione (quindi luogo, persona, testo). PELLEGRINAGGI RIFERITI A LUOGHI Esempi: (luogo che ha un significato profondo ) GERUSALEMME, importante per le così dette religioni del libro, per i tre grandi monoteismi, perché per l’ebraismo Gerusalemme è un luogo meta di pellegrinaggio? Per il muro del pianto, è la terra promessa, vi era il tempio di Salomone, nascita del messia, Gerusalemme è città sacra, meta di pellegrinaggio per gli EBREI perché Gerusalemme è la città considerata più importante simbolicamente, centrale della terra promessa per il popolo ebraico, è città dentro la terra che ha un significato particolare, perché la terra promessa come sede di stabilità di quel popolo, l’uomo è stato creato altrove, non in quella terra, Gerusalemme nella storia del popolo ebraico, ha significato capitale del regno, città principale in cui ci sono stati 2 templi centro della religione ebraica delle origini, Gerusalemme perché ospitava il centro, il tempio della religione ebraica. non esiste più il tempio di Gerusalemme dal 70 d.C. , non esiste più il tempio di

comune: chi sono i primi che si occupano di religione? Primi scienziati che iniziano a studiare la religione? I filosofi. 1600-1700 i prodromi dello studio della religione da un punto di vista scientifico

LEZIONE n°3 10/02/ Non c’è stata lezione

LEZIONE n°4 15/02/ Chi per primo in Europa ha iniziato ad interessarsi di religioni e fatto religioso, non dal punto di vista interno di una comunità religiosa o di un riferimento religioso. Ciò significa che la possibilità di uno studio scientifico, critico della religione è cosa piuttosto recente, è un approccio disponibile soltanto da circa 2 secoli. La storia dello studio della religione ha come punto di partenza il concetto stesso di religione. Religione è una parola che esiste in maniera simile alcune lingue, come in italiano, contemporanee, e ha una radice precise che ci racconta qualche cosa di questa ambiguità. Etimologie di religione : “religio” dal latino, etimologia che viene dal latino e non dal greco, non esiste alcun termine direttamente traducibile in greco. Il termine religione è riconducibile al mondo latino perché: “religio” è un sostantivo, che a sua volta ha una radice, una etimologia: da dove deriva il termine RELIGIO? Religare che significa legare insieme, mettere assieme. Il primo a cercare di capire da dove venisse il termine “religio” è un autore importantissimo della letteratura e della filosofia latina è CICERONE. 1) Egli si interroga in diverse opere sull’etimologia religio e una delle prime volte è all’interno del “de natura deorum” in cui cic. Reputa che “religio” arrivi dal verbo “religare”, che significa mettere assieme; uno degli aspetti tuttora importante per cui ci si occupa della religione, è proprio questo aspetto del legame sociale che creano le religioni. A che cosa farebbe riferimento la “religio” secondo cicerone? farebbe riferimento al fatto che la religione è ciò che riesce a mettere insieme, a legare, a costruire dei fili tra persone e altre persone e quelle persone con delle entità extra-umane, le così dette divinità. Cicerone parlava degli dei falsi e bugiardi di Roma, le divinità della Roma in cui vive e quindi nel cercare di interrogarsi su che cosa è religione, lui pensa alle divinità greco- latine e al legame forte che unisce le persone. 2)Poi però cicerone ci ripensa, in un’altra opera “DE INVENTIONE”, propone un’altra possibile etimologia di religione, ovvero essa deriverebbe da un altro verbo “RELIGERE” o “RELEGERE”, ovvero rileggere, ritornare con cura su una cosa, come si rilegge un libro che piace molto o che non si è capito o che ha un valore tale da essere di nuovo oggetti di interesse. Ritorna sull’etimologia, perché forse questo termine “religio” non arriva solo da “religare”, ma anche da “relegere” perché fa riferimento all’atto di rilettura, ovvero al ritornare con cura sul rapporto uomo-divinità. Quindi quel e ”relegere” farebbe riferimento all’atto cultuale, al prendersi cura, al porre attenzione alla pratica di invocazione e di venerazione delle divinità. Quindi altro significato di religione: non è più quella cosa che unisce le persone alle divinità, ma farebbe riferimento al RITO. Che cosa è la religione? la religione è una pratica rituale. Questa discussione viene portata fuori dai testi che sta scrivendo cicerone e diventa una discussione condivisa tra cicerone e alcuni suoi colleghi che già nei secoli in cui si comincia a discutere sul significato di religione, si domandano su quale sia l’etimologia di religione senza darsi una risposta. Che cosa ci fa notare questa discussione? Tre cose almeno:

  • non solo il concetto è ambiguo, sfaccettato, sfuggente ..ma anche il termine “religio” non ha una etimologia precisa, non si sa, e noi tuttora non sapremmo dire da dove deriva questa parola, se da uno o dall’altro verbo. Perché come non lo sapeva cic continuiamo a non saperlo noi.
  • Mondo latino e non greco perché? Perché nel mondo latino, nella Roma repubblicana e poi imperiale, la religione, il culto delle divinità ha un valore sociale e civile molto più importante e più profondo di quello che non ha in Grecia. Nella Roma degli dei l’atto cultuale, è un atto marcatamente civile e politico, ha senso perché tiene unita la società, ha senso perché crea il fondamento culturale e spirituale stesso di quello che poi diventerà l’impero. Tutta la personificazione dell’imperatore con la divinità. ES. Augusto. questo valore civile, valore politico e sociale si trova a Roma molto di più che in Grecia. È evidente che quel concetto di

religione è legato connaturato all’aspetto politico e pubblico, non basta l’aspetto privato, spirituale, famigliare del culto e della spiritualità. C’è una forma di coesione sociale a livello pubblico alto che crea la religione che si trova a Roma e che non si trova in nessuna delle poleis greche

  • La prima volta che si discute e viene proposto il termine e si riflette su questo termine , nella tradizione classica che non è cristiana. Cioè il termine esiste prima della religione che poi per secoli sarà l’unica religione possibile. Il termine e concetto di religione esiste nell’area geografica di riferimento prima che nasca la religione per eccellenza. Se Cicerone propone, discute, riflette, se il termine esiste a Roma e non in Grecia, se viene ripreso, discusso anche da contemporanei e subito successori di Cicerone che sono cristiani, passano II sec e il termine e il concetto di religione viene preso e diventa appannaggio esclusivo della cristianità. Cioè dal II sec d.C. l’unica religione possibile e pensabile, solo unicamente degna di essere chiamata religione è il cristianesimo. Non esiste più la possibilità di chiamare religione qualche cosa che non sia il cristianesimo. Cioè a partire dal II sec viene distinta tra VERA e FALSA religione. all’epoca di cicerone religione era qualche cosa avesse il potere di collante sociale, potere di legare gli uomini ad una divinità. All’inizio del II sec viene introdotto un giudizio di valore: esistono religioni vere e false, anzi esiste una unica religione vera; tutte le altre sono false. Secondo passaggio: qual è l’unica vera? TERTULLIANO (che si tartullava i maroni tartagliando), uno dei più importanti padri della chiesa, apologeta difensore di tutte le accuse mosse ai cristiani dai pagani, è il primo che mette per iscritto la differenza tra l’unica vera religione e le altre religioni che sono false. Scivolamento successivo operato dal conosciuto AGOSTINO, siamo nel IV sec : la religione unica e vera (l’unica possibile) l’unica degna di essere chiamata con quel nome è la tradizione cristiana, la storia cristiana. Neppure più tutto il resto è falso, neppure tutto il resto è religione. dal IV sec, con le opere biografiche, filosofiche e spirituali di Agostino attraverso un primato schiacciante di una dottrina e tradizione spirituale, il cristianesimo diventa LA religione. non ce ne possono essere altre. Per secoli quando si parla di religione si parlerà solo ed esclusivamente di cristianesimo. Non esiste più la possibilità di pensare ad altre religioni; tutta la letteratura, tutti gli scritti filosofici dei secoli successivi si riferiscono alla religione quando si parla di cristianesimo e basta: l a religione è il rapporto con IL dio, uno e unico Dio dei cristiani. La religione è la verità portata dal messaggio di Gesù cristo e basta; il cristianesimo è la religione che deve difendersi o deve sconfiggere altre false dottrine o miti, tradizioni popolari, forme di spiritualità; queste per secoli non vengono più chiamate religioni, che pur esistono e si conoscono, ma non solo non esisteva la storia delle religioni, ma non avrebbe avuto neanche modo di esistere, non esistendone l’oggetto. Quanto bisogna aspettare? Fino al XVI sec in occidente nessun filosofo, intellettuale, scrittore propone un pensiero differente, un approccio possibile ad una pluralità di religioni. Le prime riflessioni sulla possibilità di apertura ad altro, arrivano nel 1500 e nel 1600 con un approccio che è il primo approccio: esiste una religione universale che scavalca anche il cristianesimo in quando è universale, generale umana. Tutte le prime domande e i primi studi che escono dall’esclusività del cristianesimo come la religione, si interrogano sulla possibilità di una religione universale, di un sistema religioso che vada oltre del solo cristianesimo. I primi che aprono la strada in maniera totalmente eretica e inaccettata, alla possibilità di interrogarsi in maniera non da insider di religione sono i filosofi. Quale è la prima grande disciplina che ci permette di entrare nello studio della religione da un punto di vista critico? La filosofia. Sono i filosofi che in particolare nel 600, offrono le prime coordinate interpretative, i primi strumenti cognitivi per provare ad interrogarsi su religione in maniera totalmente diversa da quella che era stata la modalità accettata, diffusa, unica possibile per almeno 1500 anni. Forse soltanto immaginando che per il 1500 la religione unica pensabile fosse stata una, si può capire la frattura totale, la rivoluzione intellettuale, che i filosofi del 1600 operano nei confronti di questa, ritenuta eretica, inaccettabile, poiché non faceva parte della struttura mentale di quelle società, di poter capire se il termine e concetto di religione fosse solamente applicabile al cristianesimo o si dovesse andare oltre. Quell’andare oltre la prima volta viene proposta attraverso questa domanda di esistenza di una religione universale: “può esistere una religione universale, uno spirito

come modo per entrare in altri mondi e in altre rappresentazioni del mondo. Primo non solo che si accorge ma che ha anche il coraggio di esplicitare la totale parzialità di pensieri filosofici che per secoli si sono retti solo su una e unica modalità di lettura e di rappresentazione del mondo che è quella occidentale. Nella prefazione del mondo come volontà e rappresentazione, Schopi suggerisce di riprendere in mano le fondi filosofiche di testi scritti e di accostare Platone, Aristotele ai veda, mettendoli sullo steso piano. Significava accostare i padri fondatori non solo di una disciplina, ma anche di una tradizione intellettuale, di pensiero , intoccabile. Platone e Aristotele messi affianco a testi che a malapena si sapeva da dove provenivano, quando potevano essere datati, e dubbio era anche il contenuto. Schopi in maniera quasi provocatoria, capovolgendo completamente quello che era il modo di pensare alla religione dei filosofi che lo avevano preceduto, propone la lettura dei Veda. Perché è interessato non solo più alla religione razionale universale, lo spirito globale antropologico, ma è interessato alle religioni al plurale e ai modi differenti di leggere, rappresentare, interpretare il mondo. Quindi è interessato alle forme religiose come letture del mondo e come scritture del mondo. Compie questo passaggio importantissimo all’inizio del 1800, tra domanda riflessione sulla religione universale e possibilità e interesse che può avere studiare le religioni al plurale. Ovviamente un processo lungo che inizia nel 1600 e non si chiude nel 1800, ma che cambia totalmente il successo e l’identità della riflessione religiosa e in quei due secoli con una spinta di accelerazione nella seconda metà del 1700 e inizi 1800 F 0E 0 NOVITA’: sorge, nasce, radica, la possibilità di

  • (^) parlare di religione non solo più nei termini di cristianesimo
  • ma è anche possibile perlate di religioni al plurale e non religione solo al singolare doppio passaggio. Attraverso la filosofia della religione si arriva alla scienza della religione, all’inizio non bene definita, e alla fine poi alle varie SCIENZE DELLE RELIGIONI. Quindi primo a cui dobbiamo la possibilità di esserci liberati della lettura agostiniana della religione una e unica il cristianesimo è Hobs nel Leviatano. sono i filosofi 600 e 700eschi sigillati dal mondo come volontà e rappresentazione di schopi. In questo percorso noi troviamo il paradigma di un percorso intellettuale che compie una società che è quella variamente europea in quel periodo di tempo. (rosseau è il primo che ci propone la religione civile come forma religiosa totalmente superiore o altra rispetto alle religioni storiche, ma come collante sociale che utilizza tutte le dinamiche della religione. religione civile = cosa umana e totalmente umana.). 1700 – 1800 si prepara il terreno, il differenziarsi delle discipline che studiano l’oggetto religione, in particolare in questo periodo, oltre al testo di schopi, ci sono almeno tre grandi filoni, contenitori che ci aiutano a capire come e dove nasce l’interesse per le religioni al plurale. Cioè a parte schopi che cosa è che contribuisce? Perché alla fine del 700 – 800 tante persone in maniera differente iniziano ad interrogarsi di religioni al plurale? La prima domanda è suscitata dal trovare antidoti ai conflitti e di interrogarsi sulla pace possibile, ma da dove arriva questo diffuso interesse verso le religioni. Perché interessa così tanto le disciplina umanistiche e perché proprio in quel periodo diverse persone cominciano a produrre sapere su questo tema che fino al secolo prima era stato totalmente ad appannaggio di una sola religione con una visione esclusivamente interna?
  1. primo contenitore, prima etichetta che si da a questo interesse diffuso: RINASCIMENTO ORIENTALE che ha la base d’appoggio più concreto e più importante nella linguistica. Siamo a metà del 1700 e in diverse biblioteche e in diversi musei soprattutto dell’Inghilterra sono esposti manoscritti che arrivano da terre altre. C’è un caso particolare nella biblioteca di oxford, dove c’è un manoscritto della VESTA (= è il libro sacro dei Parsi. I Parsi sono una delle correnti religiose più antiche del mondo e dell’umanità legate al profeta Zoroastra o Zaratustra, nato , diffusosi lo zooastrismo i Persia, ovvero in Iran, diffusosi anche in india dove in particolare diventa la religione dei parsi.). questo manoscritto viene visitato da migliaia di persone, ma nessuno si era chiesto che cosa vi fosse scritto. Indecifrabile e indecifrato, finche un erudito francese vede una copia simile a Parigi e decide nel 1762 di partire in india e di cercare di tradurre quel manoscritto della Vesta. In india passa alcuni anni tentando di decifrare il testo della Vesta. Riesce ad andare perché convive lo sponsor ovvero la compagnia delle indie orientali, che opera in india e che sponsorizza volentieri il viaggio del francese perché decifrare una lingua significa avere più contatti, dialoghi, un territorio di scambio, possibilità di commercio/ controllo. Dopo alcuni anni in india, traduce il manoscritto:

prima volta in assoluto in cui viene decifrata e tradotta una lingua considerata totalmente altra dalle lingue in circolazione. Traduce la Vesta e poi le Upanichad (= testo di riferimento per la tradizione religiosa dell’induismo). Il tema della possibilità di decifrare dei testi segna l’inizio di quello che viene chiamato il rinascimento orientale. Cioè un secondo rinascimento rispetto a quello che conosciamo, in cui la novità è che l’interesse degli studiosi non è più l’interesse per la classicità , non sono studiati, tradotti e commentati i classici romani e greci, ma dei testi che arrivano dall’oriente. Poiché i testi sono quasi sempre legati a delle tradizioni religiose, va da sé che la conseguenza è un interesse diffuso per le religioni, che veicolano quei testi. Dalla lingua si passa ai contenuti e i contenuti parlano di religioni, credenze, pratiche, culti , di miti, riti e dei differenti. Non si può più non pensare alla possibilità di parlare e di studiare le religioni al plurale, perché ora ci sono dei testi che parlano di altre religioni e che fanno riferimento a divinità, a forme cultuali a forme di credenze ben specifiche, ben dettagliate determinate che mettono in crisi l’unicità dell’unica e vera religione possibile. Ce ne sono altre e ora che si leggono i testi non si può più fare a meno di riflettere su questa cosa. Nasce quella che viene considerata l’origine della FILOLOGIA COMPARATA e della LINGUISTICA COMPARATA, vengono aperte le prime cattedre di linguistica non europee che fanno riferimento a mondi e culture altre. Nello stesso momento c’è quella che è stata definita LA scoperta e poi l’operazione di decifrazione più simbolicamente importante di questo rinascimento orientale: STELE DI ROSETTA (= 1799, delta del Nilo i soldati delle truppe napoleoniche portano alla luce una stele datata al 196 a.C., scoperta dai francesi e poi rubata dagli inglesi, operazione di decifrazione e di traduzione è stata fatta da un francese e un inglese. Questa stele conteneva il greco, il geroglifico e il demotico. Due lingue e tre sistemi di scrittura. La decifrazione da via alla stesura di una serie di grammatiche comparate, che permettono poi di decifrare e tradurre altre lingue ed altri testi e di passare dal mondo orientale indiano , che è il primo luogo di interesse di tutte questi linguisti al mondo nord africano, in particolare egiziano. Di nuovo con la costruzione di una nuova riflessione sulle radici e sulle origini di certi pezzi della nostra cultura. Modello dell’Atena nera, che diventa negra). India ed Egitto come le due nuove frontiere geografiche/ culturali/ religiose da studiare, analizzare e proporre come oggetto di studio. Nel 1800 i primi 20 anni vengono inaugurate cattedre di sanscrito, demotico, geroglifico, vengono istituite associazioni e istituti di ricerca per queste lingue e religioni; vengono scritte grammatiche comparate sia dai francesi che dagli inglesi. Tutto ciò anche grazie al sostegno economico di imperi coloniali e di compagnie che hanno poi l’obbiettivo di aprire nuove frontiere per il commercio e di controllare i nuovi dominato. L’assoggettamento politico, economico e militare va di pari passo con il colonialismo culturale. Conoscere le lingue significa parlare, controllare… primo contenitore è la modalità linguistica legata al rinascimento orientale, in cui si scoprono l’india e l’Egitto e il loro sistema religioso. 2)si scopre all’inizio del 1800 che non esiste solo la storia ma anche la PREISTORIA .. in quel momento grazie agli scavi archeologici, al rinvenimento delle caverne, primi reperti, primi studi che mettono insieme specie animali estinti a utensili umani, mettendoli cronologicamente nello stesso piano della contemporaneità. Si scopre e si studia con occhio diverso la storia dell’umanità e si datano animali, reperti, fossili soltanto in quel momento. Conseguenza più stupefacente dell’ARCHEOLOGIA e della preistoria? Datazione della storia dell’umanità che confuta e rende inaccettabile la datazione che fino a quel momento era basata solo sulla bibbia. La storia dell’umanità non può essere datata su base biblica. Le scritture non possono essere riferimento scientifico per capire quando è nato, quando è stato creato il mondo, quando è comparso l’uomo, perché ci sono stati miliardi di anni in cui l’uomo non esisteva, perché il racconto biblico non dice scientificamente cose che invece vengono scoperte e divulgate al grande pubblico? la geologia, l’archeologia e tutti gli studi che muovono per la prima volta a partire dai fossili. Fossili scardinano il pensiero comune che non era mai stato messo in discussione fino a quel momento, tutti si basavano sul testo della bibbia, così come vengono messe in discussione tutte le storie raccontate nella bibbia (creazione delle varie specie, il diluvio universale…). Tutto salta nel giro di pochi anni. La scoperta della preistoria, dei residui, l’archeologia preistorica e la geologia non solo mettono in discussione, ma obbligano a retrodatare la cronologia biblica. Mettono in discussione la costruzione di un mondo che aveva tenuto per secoli e che non può più funzionare in quel modo.

LEZIONE n°5 16/02/ FRIEDRICH MAX MULLER : abita l’Inghilterra della fine del IX sec. Egli era un erudito e un linguista (sfrutta le competenze linguistiche per approcciarsi allo studio della religione). egli offrì una traduzione importantissima dei testi di Veda. È uno di quegli intellettuali a servizio del colonialismo, poiché senza quelle grandi compagnia che stavano colonizzando la parte sud ed est del mondo, riesce a compiere dei viaggi e a finanziarsi le ricerche e le traduzioni. Viene quindi ingaggiato attraverso la mediazione dell’ambasciatore e viene avviato dalla east india company. (uno dei più grandi esempi di mecenatismo in epoca coloniale, senza il cui mecenatismo tutto l’innesco non solo degli studi religiosi ma in generale) grazie al denaro investito da questa compagnia una serie di intellettuali sono riusciti a produrre saperi e cultura che poi è diventata il fondamento di tanti studi successivi. Di Max Muller ci interessa una sua opera in particolare “RITAGLI DA UN LABORATORIO TEDESCO”: ritagli sono i tentativi di traduzione, di lettura e di commento di manoscritti che giungono in maniera totalmente frammentaria. Sono quindi dei ritagli che non esiste in quel momento la possibilità di arrivare ad delle vere dizioni critiche di tanti testi non ancora totalmente a disposizione degli studiosi. Ultima edizione nel 1898. Laboratorio tedesco perché grazie al finanziamento della east indian company e grazie a questa intercessione di questo ambasciatore viene mandato a studiare e a lavorare a Lipsia e a Berlino. questo ci dice come in questo momento i paesi che saranno protagonisti degli studi sono l’Inghilterra, la Germania e la Francia. Altrove non si studia o non si studia a questi livelli. Il cuore dell’Europa che produce sapere. Solo alcuni decenni dopo arriveranno i primi grandi studiosi americani. Quest’opera è un’opera di filologia comparata, perché mette insieme pezzi di testi diversi da tradizioni culturali e religiose anche molto distanti, cercando di comparare da un punto di vista linguistico, cioè tenta un confronto uun paragone a partire dai nomi, dalla etimologia delle parole dei concetti, delle pratiche spirituali e delle divinità. Quindi questi ritagli da un laboratorio tedesco ci interessa perché è il titolo ci dice qualche cosa del modo di procedere di Max Muller. Intellettuale a servizio di una compagnia commerciale e al servizio del colonialismo, che produce sapere che viene utilizzato con fini di entrare in contatto, favorire il commercio , il controllo del territorio. Altro aspetto interessante di Max Muller è il fatto che comincia a dedicarsi a delle lezioni pubbliche che andavano di moda nella seconda metà dell’800. sono il primo momento di tentativo di divulgazione di questi saperi. Da un lato c’è la fase pionieristica e la prima volta che si producono saperi, si studiano, si analizzano certi testi, si cerca di andare oltre l’occidente, ma nello stesso tempo non è sapere che resta nei circoli degli eruditi, degli intellettuali, che parlano tra di loro e che rimangono una nicchia di cultura e di sapere, ma si aprono al grande pubblico. Da subito c’è l’esigenza di parlare alla gente, di portare questi temi e saperi alle persone nelle piazze e nelle chiese. Il ruolo della chiesa è un altro potere forte e fondamentale per lo sviluppo di tutti questi studi all’inizio del loro essere portati tra le persone, perché anche qui è meglio controllare che lasciare totale libertà agli intellettuali che si occupano di questi temi. È meglio che la chiesa sia cattolica che protestante partecipi, metta a disposizione gli spazi e fornisca una sorta di controllo / censura affinché gli studi, le lezioni e le analisi di questi studiosi non si spingano troppo in là , non siano troppo critici , non siano troppo laici. Ambiguità dell’inizio dello studio critico della religione, ambiguità dovuta al fatto che due poteri forti partecipano e controllano l’innesto di questi studi = potere commerciale politico , economico militare del colonialismo e dall’altra parte il potere ecclesiastico. Questi due pesi influiscono e influenzano tutta la prima fase degli studi in termini di disponibilità economiche, di controllo di accompagnamento. Ecco perché la è divulgazione possibile, ma deve stare entro certi confini. Nel caso di Max Muller non deve spingersi troppo in là con le comparazioni) esempio: paragonare il mito dell’acqua in diverse religioni significa riflettere e far riflettere le persone come le culture religiose in diversi momenti della storia dell’umanità e in geografie totalmente distanti hanno prodotto un racconto mitologico (quindi non vero) con somiglianza enormi; esistono in tantissime tradizioni religiose i così detti miti dell’acqua, cioè delle storie mitologiche che hanno l’acqua come oggetto/soggetto protagonista. Il famoso mito del frullamento dell’oceano. Shock culturale che una operazione del genere innesta, produce e causa? Perché ci si deve preoccupare se qualcuno inizia a comparare i miti dell’acqua in diverse tradizioni?

  • potrebbe rischiare di generalizzare tutto : DERIVA DELLA COMPARAZIONE SELVAGGIA, cioè tutto è più o meno simile e si possono fare paragoni su qualsiasi cosa, c’è un sussurrano antropologico universale che mescola confonde e mette insieme tutto quanto.
  • Messa in discussione di poteri, autorità religiose che reputando che quei miti siano veri, danno loro un valore eterno , assoluto, unico e originale, per cui la comparazione le mette sullo stesso piano, perché scardina l’originalità, la verità assoluta in cui credono alcuni appartenenti a certe tradizioni e soprattutto chi detiene il potere di gestire quelle tradizioni. Detonatore di potere e di autorità, perché se l’autorità legge e trasmette, se c’è qualcun altro che legge e trasmette in maniera diversa è un problema perché mette in discussione il potere assoluto di quelle autorità
  • Alcuni miti si trovano in tradizioni religiose precedenti al cristianesimo, quindi salta l’originalità, l’assoluto. Ritrovare il mito del diluvio universale in testi che per la prima volta archeologi e filologi alla fine dell’800 datano prima della scrittura di alcuni libri della bibbia , significa che il mito del diluvio universale è stato preso e rielaborato, ma non è originale, non è il primo in ordine cronologico, esisteva già in altre tradizioni religiose antecedenti e quindi il mito è un mito non è vero , perché se esisteva già significa che è evidente che il procedimento sia culturale e non scientifico non riferito ad una verità assoluta databile. Voi immaginate lo shock culturale che questi signori provocano nella gente a cui parlavano nelle piazze e anche nelle chiese, perché alla fine dell’800 raccontare che il mito del diluvia universale non esiste solo come è raccontato nell’antico testamento, nella bibbia ebraica, ma esiste in tante altre tradizioni con gli stessi dettagli e caratteristiche, con cambi di nomi ma il procedimento è quello, significa mettere in discussione la verità assoluta di un racconto biblico, significa mettere in discussione la credenza e il fatto di dare per scontato che quei racconti siano veri. Messa in discussione : creazione del mondo, peccato originale, Adamo ed Eva… tutta una serie di racconti che si trovano in altre tradizioni religiose. Questo provoca un terremoto culturale, collettivo e psicologico, perché per la prima volta viene riraccontata una storia che per secoli era stata data per scontata dalla maggior parte della popolazione del così detto mondo civilizzato. MULLER è tra i primi che parlando all’aperto alle persone mette insieme una serie di miti e soprattutto una serie di divinità riconducendole alla stessa idea simile di divino. Cioè dice che secondo lui attraverso i nomi e l’etimologia delle divinità si può ricostruire e riconoscere una equivalenza tra figure divine di religioni differenti. Egli conosceva almeno 20 lingue antiche e morte, quindi attraverso questa erudizione e attraverso questo studio accanito delle lingue e del linguaggio, riuscì a padroneggiare centinaia di testi fondanti e sacri di tradizioni religiose differenti. Da i testi riferiti alle tradizioni induiste a quelle dello zooastrismo alle tradizioni celtiche. Che cosa fa? Costruisce, basandosi sul linguaggio, il primo studio completo e complesso di MITOLOGIA COMPARATA, cioè il linguaggio secondo lui è la biografia dello spirito dell’umanità, il linguaggio è il fiume Rubicone tra gli uomini e gli animali, studiando il linguaggio si possono capire elementi fondanti della storia dell’umanità, studiando l’etimologia delle parole si possono costruire saperi fondamentali per capire cultura, culture e religioni. Quindi da che cosa parte Muller? Dalle parole, dal nome delle divinità e costruisce, scrive centinaia di pagine ricostruendo l’etimologia delle divinità per provare a capire il significato e la funzione attraverso i nomi. Esempio: racconto mitologico di APOLLO e DAFNE. Apollo è dio del sole, delle arti, nell’immaginario collettivo greco trasporta il carro del sole in un viaggio che va dall’alba al tramonto; Dafne è ancella della dea della luna. Apollo è innamorato di Dafne e la trasforma , mentre Dafne fugge da Apollo, in una pianta di alloro, che diventa pianta sacra legata ad Apollo e alle arti, con tutta la rappresentazione che verrà dopo rispetto all’alloro, legata a musica e gare artistiche. A Muller interessa dire che dal nome ha origine e viene scaturito il mito, perché Dafne in greco ha un doppio significato: significa sia fiamma, sia alloro e significa fiamma, e dal significato del nome ha origine il mito, perché Dafne è sia fiamma perché bruciata in alcune versioni del mito da apollo, che la invade con il calore del sole e la brucia, sia anche perché l’alloro è la pianta in cui viene trasformata la ninfa e che viene dedicata alle arti. Quindi Muller parte dal nome Dafne per spiegare le orogini. Se nomi simili hanno significati simili in tradizioni culturali religiosi differenti, i miti saranno simili. Questo è l’esempio più classico che fa, per spiegare cosa? Dai nomi si costruiscono

Tanti di questi studiosi stanno nell’albo del cristianesimo e in particolare dai protestanti. L’ebraismo persa tantissimo: diventa uno degli oggetti principali di studio e una tradizione culturale e religiose da cui provengono alcuni di questi studiosi. Il più grande e tormentato psicologo della religione era Freud che era ebreo. Ebraismo come elemento influenzante. BIBBIA: è il testo sacro dell’ebraismo ed è un tutt’uno che significa “ i libri”. Esiste un testo composto da libri diversi che nel complesso sono il punto di riferimento degli ebrei. la bibbia ebraico è composta da 3 parti diverse, di cui la prima è la più importante, le altre due parti si chiamano “gli scritti” e “i profeti”. La prima parte si chiama “torah” , composta da 5 libri F 0E 0 genesi, esodo, numeri, levitico, deuteronomio. Sono i titoli che ha dato la tradizione cristiana, perché in realtà la bibbia ebraica nomina questi libri con le prime parole del libro, quindi la genesi in realtà si chiama “in principio” e così via… se invece parliamo di BIBBIA CRISTIANA allora parliamo di una divisione diversa di libri che non è più tre parti ma in due parti che sono l’ANTICO e NUOVO TESTAMENTO o il primo e il secondo testamento. Con testamento si intende il patto tra il dio e il popolo che si ridefinisce il popolo eletto che è il popolo cristiano. L’antico testamento corrisponde alla bibbia ebraica? no. ci sono delle differenze: libri che in uno non ci sono, pezzi di brani che in uno ci sono e nell’altro no. quindi non è perfettamente corrispondente. Il nuovo testamento è una aggiunta accettata solo dal mondo cristiano. il nuovo testamento è composto dai VANGELI che sono considerati canonici e sono 4: dagli atti degli apostoli, dalle lettere attribuite e di Paolo e alle prime comunità cristiane e dal libri che sigilla e chiude il nuovo testamento che è l’apocalisse. (atti apostoli; lettere di Paolo; lettere comunità cristiane; apocalisse). ci sono delle differenze tra la bibbia cattolica e quella protestante.

TAYLOR 1832- 1917 grandissimo linguista, che ci aiuta ad entrare nel merito dell’approccio antropologico, perché il suo interesse non è più solo linguistico, filologico e quindi di traduzione e di studio analitico dei testi, ma un studio più diffuso che rende esplicita nella sua opera principale del 1871 “PRIMITIVE CULTURE” in cui ricerca e tenta di studiare il nucleo fondante e fondamentale della religione e cioè quali sono i germi, le forme primitive della religione. se poi le religioni si sono strutturate, sono diventate complesse, hanno costruito una storia , degli apparati, delle gerarchie ci deve essere però un nucleo centrale che è una sorta di origine primitiva del senso e della pratica religiosa. Che cosa è che innesca interesse in Tylor? I racconti di alcuni missionari a lui precedenti che avevano fallito nella loro ottica, prospettiva il tentativo di evangelizzazione, legge i resoconti dei missionari nel nord dell’Africa, perché scrivono questa nativi , primitivi, selvaggi sono incorreggibili (Tylor era d’accordo). Sono incorreggibili quindi non si possono convertire. Tylor cerca di prendere il positivo: perché sono incorreggibili? Perché evidentemente hanno delle credenze così forti da resistere all’attacco dei missionari che provano a portare credenze e pratiche diverse. Qual è l’oggetto da cui parte l’interesse di Tylor? L’oggetto e la parola chiave è il FETICCIO: oggetto di venerazione, parole di origine portoghese, è ciò che è fatto, è il manufatto, e di fatti in generale i feticci sono statuette di legno o oggetti costruiti con materiali naturali. È un oggetto fatto da mano umana a cui si danno dei poteri sovrannaturali perché il feticcio riesce con la sua potenze ad attirare energie positive e allontanare energie negative. Il feticcio secondo Tylor è la risposta alla domanda che si pone, cioè l’oggetto di culto primitivo, come oggetto concreto da studiare, perché all’origine della religiose, rappresenta la religione allo stato puro. Oggetto che attira e respinge energie, oggetto di scambio che rappresenta concretamente l’atteggiamento religioso dei primitivi che sono considerati dei selvaggi. Quindi dove si trova il nucleo primordiale e primitivo della religione? si trova nelle popolazioni extraeuropee che sono rimaste allo stadio involuto primitivo. Pur essendo molto interessato di società tribali egli è vittima di due atteggiamenti che noi dobbiamo riconoscere e mettere in luce come effetti collaterali di questi tentativi di studio scientifico: da un lato il positivo di interrogarsi per la prima volta non solo sulla possibilità di comparare le religioni, ma anche sulla possibilità di trovare il nucleo primitivo della religione (detto che Muller ci ha insegnato che le religioni possono essere comparate e che il cristianesimo più essere messo sullo stesso

**piano delle altre religioni) la domanda successiva è “esiste un sostrato comune, un principio comune, un’origine comune , una religione grezza alla base di tutte le evoluzioni storiche?” per Tylor si e si trova nelle forme religiose delle civiltà extraeuropee, nelle religioni tribali, nel feticcio; dall’altro egli rimane intrappolato dentro due dinamiche o approcci che sono l’EVOLUZIONISMO (ottica secondo cui esiste una evoluzione progressiva per cui i primitivi rimangono selvaggi, involuti, incivilizzati, infatti secondo lui le popolazioni extraeuropee che sono in quell’ottica rimaste allo stadio primitivo sono dei pervertiti degenerati, sono lo stadio inferiore, selvaggio, primitivo della cultura. Da un lato riconosce un tratto comune, una esperienza antropologica comune,, ma l’evoluzionismo fa in modo che l’ottica sia giudicante e sia in questa prospettiva necessaria per l’umanità. Tylor suddivide la storia dell’umanità in 3 stadi

  1. lo stadio dei primitivi selvaggi, cioè lo stadio dei raccoglitori e dei cacciatori, incivili. A livello storico quindi in principio c’erano i selvaggi, che cacciavano e raccoglievano
  2. lo stadio dei barbari, stadio successivo dell’evoluzione perché hanno cominciato ad essere sedentari ad allevare e coltivare la terra**
  3. in questa prospettiva diacronica di sviluppo dell’umanità passare da selvaggi a barbari a civilizzati segna il cammino dell’umanità civilizzata. Gli europei quindi sarebbero alla fine dello stadio evolutivo. Gli africani gli indiani e tutte quelle popolazioni considerate primitive vanno studiante in quanto sono come delle rimanenze di uno stadio dell’umanità che non esiste più. Quindi ottica profondamente evoluzionista. Tylor ha assunto anche l’atteggiamento di ETNOCENTRISMO, cioè si guardano le cose dalla prospettiva culturale e sociale in cui si è e tutto il resto è altro che al massimo sii può riconoscere, ma da cui si tengono le distanze e che si giudica come inferiore e differente. L’uomo bianco occidentale è al centro del mondo e giudica dalla sua prospettiva di uomo bianco occidentale e anche un po’ cristiano. I barbari e selvaggi sono stadi da superare attraverso l’evoluzione. Che cosa interessa a Tylor che ci siano nella società a lui contemporanea delle così dette SOPRAVVIVENZE, cioè delle sopravvivenze di forme primitive di religione anche nella società evoluta e civilizzata europea, perché ci sono come dei segni, dei virus e dei germi della cultura tribale, primitiva che sopravvivono all’evoluzione e che restano come spie di un mondo passato anche nella religione e nella società contemporanea con uno sguardo doppio: da un lato un po’ di sospetto, perché attecchiscono e intaccano il sistema evolutivo, ma anche con una carica positiva perché costituiscono degli antidoti al virus della degenerazione data dall’evoluzione. Cioè a forza di evolversi questa società dove andrà secondo tylor? A forza di evolversi la religione non avrà più ragion d’essere. Queste sopravvivenze sono quindi delle spie genuine del bisogno di sacro, di spiritualità e di genuinità anche nella società civilizzata ed evoluta contemporanea. Effetti collaterali della civilizzazione, le sopravvivenza permettono di rimandare alla genuinità primitiva. Esempi di sopravvivenze di religioni primitive nell’Inghilterra dell’800: spiritismo, ovvero il successo che in quel momento hanno le sedute spiritiche e le forme di richiamo delle anime dei morti come passatempo divertimento , occupazione che inizia ad andare di modo nell’Inghilterra dell’800, fenomeno di costume della borghesia inglese di quegli anni a parti dagli anni 70. Come mai si dedicano con tanta passione a forme di spiritismo? Perché una forma superstiziosa di spiritismo, unna forma di animismo, ovvero la credenza nell’esistenza di un’anima che resta e che so può rintracciare, sono tutte spie di come alcune modalità della religione dei selvaggi resta anche nella società civilizzata.

Muller F 0E 0 linguistica, etimologia dei nomi delle divinità, senso dei miti basato sui nomi, sulle etimologie; legame con il colonialismo Tylor F 0E 0 primitive culture; approccio antropologico; feticcio; etnocentrismo; evoluzionismo in tre stadi; sopravvivenze.

LEZIONE n°6 17/02/

Da un punto di vista dottrinale e religioso è l’utero materno che trasmette l’identità ebraica, il che vuol dire che se nasco da papà ebreo e mamma non ebrea, non sarò ebreo al 100%. Che cosa ci aiuta ad individuare SMITH? L’importanza dell’atto cultuale e del rito rispetto sia alla spiritualità intellettuale, sia il mito, sia alle forme intellettuali religiose che mette al centro la pratica. Non essendo interessato particolarmente a tribù, clan, indigeni o selvaggi, ma essendo più interessato agli ebrei , al popolo ebraico e alla religione ebraica,