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A short summary of the course, Summaries of Classical Philology

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FILOLOGIA GERMANICA LEZIONE 3 4/11
Abbiamo parlato dello schema tripartito di Tacito riguardo le popolazioni
germaniche e secondo la sua storia le popolazioni germaniche abbiamo detto sono 3
derivanti dalle pseudo divinità. Non si tratta di popoli distinti ma gruppi etnici e
questo viene confermato dai confini fluidi tra una tribù e l’altra. Queste 3
popolazioni poi, notiamo che non sono altro che quelle popolazioni che i romani
vedevano attorno a loro e sono esclusi i germani settentrionali e i germani
orientali. L’area scandinava è collegata alla tedesca tramite la Danimarca. Con
istevoni, erminovi ed ingevoni Tacito si riferisce ai germani occidentali, gruppo
composito in cui sono costrette delle lingue con caratteristiche comuni ma sono più
marcate le differenze, come le isoglosse ingevoni e la seconda mutazione
consonantica. Gli ingevoni sono proximi ocaeno, ocaeno è usato per dire mare, mare
del Nord in questo caso e vedremo che sono popolazioni che hanno contribuito alla
nascita dell’inglese. Quindi germanico del mare del nord, da cui derivano il frisone,
sassoni di cui una parte resta nella parte del mare del nord e gli altri vanno nella
futura Inghilterra. Quelli nella parte della Germania settentrionale parleranno il
Sassone (basso tedesco) e verrà a contatto con altre popolazioni + influenza della
Germania del sud e sarà chiamato tedesco. A livello scritto la lingua sarà unica per
nord e sud. La differenza tra alto e basso tedesco rispetta la fisicità del territorio
tedesco (alto al sud per i territori montuosi, basso al nord per territori piatti). Dal
basso tedesco nascerà il nederlandese, costituito da olandese e fiammingo. Gli
studiosi hanno notato che Tacito si riferiva solo ai germani occidentali, quindi parla
delle future lingue germaniche e i rispettivi popoli. I germani orientali sono
rappresentati da vandali, goti, burgundi, ma non abbiamo testimonianze scritte, solo
i goti lasciano una testimonianza ampia per l’epoca, ma ha la caratteristica di essere
esclusivamente religiosa, è una letteratura limitata perché risponde alla traduzione
di testi come la Bibbia ed è legata al cristianesimo. Già verso il 3-4 secolo ma anche 2
secolo, risultano spostati dalle coste della Germania Settentrionale più o meno nel
momento in cui Tacito scrive (il suo libro viene però trovato nel periodo umanistico).
Burgundi e vandali non lasciano niente ma vengono ricordati nell’epica germanica,
anche i goti sono contenuti nell’epica germanica più antica, quindi poemi e poemetti
con contenuti eroici, che migravano con tradizioni orali e sono capaci di migrare
perché sono tribù quindi non hanno una definizione linguistica marcata, dunque non
ci sono confini ben definiti che ne impediscono il passaggio orale. I germani
orientali, anche se non ci hanno lasciato una testimonianza scritta e poetica
soprattutto, sono comunque il nucleo più antico dell’epica germanica e dei goti
abbiamo una tradizione scritta, anche ampia, ma sono versi di traduzione. Capita
anche ai vandali di essere connotati in maniera negativa, ma in realtà sono ricordati
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FILOLOGIA GERMANICA LEZIONE 3 4/

Abbiamo parlato dello schema tripartito di Tacito riguardo le popolazioni germaniche e secondo la sua storia le popolazioni germaniche abbiamo detto sono 3 derivanti dalle pseudo divinità. Non si tratta di popoli distinti ma gruppi etnici e questo viene confermato dai confini fluidi tra una tribù e l’altra. Queste 3 popolazioni poi, notiamo che non sono altro che quelle popolazioni che i romani vedevano lì attorno a loro e sono esclusi i germani settentrionali e i germani orientali. L’area scandinava è collegata alla tedesca tramite la Danimarca. Con istevoni, erminovi ed ingevoni Tacito si riferisce ai germani occidentali, gruppo composito in cui sono costrette delle lingue con caratteristiche comuni ma sono più marcate le differenze, come le isoglosse ingevoni e la seconda mutazione consonantica. Gli ingevoni sono proximi ocaeno, ocaeno è usato per dire mare, mare del Nord in questo caso e vedremo che sono popolazioni che hanno contribuito alla nascita dell’inglese. Quindi germanico del mare del nord, da cui derivano il frisone, sassoni di cui una parte resta nella parte del mare del nord e gli altri vanno nella futura Inghilterra. Quelli nella parte della Germania settentrionale parleranno il Sassone (basso tedesco) e verrà a contatto con altre popolazioni + influenza della Germania del sud e sarà chiamato tedesco. A livello scritto la lingua sarà unica per nord e sud. La differenza tra alto e basso tedesco rispetta la fisicità del territorio tedesco (alto al sud per i territori montuosi, basso al nord per territori piatti). Dal basso tedesco nascerà il nederlandese, costituito da olandese e fiammingo. Gli studiosi hanno notato che Tacito si riferiva solo ai germani occidentali, quindi parla delle future lingue germaniche e i rispettivi popoli. I germani orientali sono rappresentati da vandali, goti, burgundi, ma non abbiamo testimonianze scritte, solo i goti lasciano una testimonianza ampia per l’epoca, ma ha la caratteristica di essere esclusivamente religiosa, è una letteratura limitata perché risponde alla traduzione di testi come la Bibbia ed è legata al cristianesimo. Già verso il 3-4 secolo ma anche 2 secolo, risultano spostati dalle coste della Germania Settentrionale più o meno nel momento in cui Tacito scrive (il suo libro viene però trovato nel periodo umanistico). Burgundi e vandali non lasciano niente ma vengono ricordati nell’epica germanica, anche i goti sono contenuti nell’epica germanica più antica, quindi poemi e poemetti con contenuti eroici, che migravano con tradizioni orali e sono capaci di migrare perché sono tribù quindi non hanno una definizione linguistica marcata, dunque non ci sono confini ben definiti che ne impediscono il passaggio orale. I germani orientali, anche se non ci hanno lasciato una testimonianza scritta e poetica soprattutto, sono comunque il nucleo più antico dell’epica germanica e dei goti abbiamo una tradizione scritta, anche ampia, ma sono versi di traduzione. Capita anche ai vandali di essere connotati in maniera negativa, ma in realtà sono ricordati

per il loro prestigio politico, culturale, un certo modo per farsi ricordare dagli altri e questo è anche grazie al nome dato al mar Mediterraneo, conosciuto come mare dei vandali perché si trovano a dominare lungo tutta la nostra penisola e formano un regno con capitale Cartagine, da cui si espandono ampliandosi in Sardegna, Corsica e Baleari, per questo il nome che ritroviamo e Mare dei Vandali. Tentano di risalire la penisola e ci riescono mettendo a sacco Roma, passano nella penisola Iberica lasciando il nome Andalusia. Sconfinano in territorio Francese invece i burgundi che danno il nome alla Borgogna. I burgundi compaiono anche in un’epica cavalleresca che ha perso le caratteristiche dell’epica pagana, ma mantiene molto dell’antica storia dei germani, come nell’epica dei nibelunghi in alto tedesco medievale. La tradizione testuale, la storia di un testo è fatta di vari incidenti, casi, fortune, non è detto che un popolo non abbia testi scritti, magari non ci è giunto. Probabilmente è stato soppresso tutto quello che non era cristiano. Tornando ai vandali, ai burgundi, dopo abbiamo i goti che si sono spostati verso l’Europa orientale. Jordanes fu uno storiografo dei goti che afferma che i goti derivano dalla Scansa Insula(?), che sarebbe la Scandinavia, grazie a questo collegamento con la Scandinavia e la Germania Occidentale si è pensata a una compagine Goto-nordica, anche grazie alla teoria delle onde che parla di contatti dopo essere nati dagli stessi genitori. Questo spiega l’isoglossa goto-nordica, ci sono caratteristiche comuni che gli studiosi giustificano con la teoria di Jordanes. Già a partire dalla fine del 3 secolo a.c. risultano attestati nell’area geografica di Grecia, Bulgaria, anche Mar Nero e sono divisi tra Ostrogoti e Visigoti. I primi si scontrano con gli Unni, il cui capo Attila porta un nome di origine gotica che è formato da atta che significa padre e ila che significa piccolo quindi in questo caso con connotazione negativa una sorta di padrino. Visigoti, ostrogoti hanno la radice del nome che allude ad un posizionamento della Germania, quelli più orientali sono gli Ostrogoti, occidentali i Visigoti. L’attestazione scritta arriva dai visigoti: loro si trovano in un’area vicina alla Grecia in una regione chiamata Mesia e che corrisponde all’attuale Bulgaria. Il capo dei Visigoti, bilingue, è vicino alla cultura greca e si converte al cristianesimo grazie alla lingua greca (testi). Quindi solo i goti hanno a che fare con testi greci. Il capo comincia un’alfabetizzazione legata alla conversione al cristianesimo, attraverso la traduzione della Bibbia in gotico, per farlo avrebbe potuto usare l’alfabeto greco ed in parte l’ha fatto, non manca di conoscere l’alfabeto latino o poteva usare la scrittura del futhark. Il fatto che abbia inventato l’alfabeto gotico viene giustificato dagli studiosi sulla base del fatto che la scrittura runica appartiene ad un mondo che si sta per lasciare (pagano) e ha una valenza magico-sacrale: anche Tacito parla di segni scritti usati per la divinazione. Aldilà di questo, il capo dei Visigoti rifiuta la scrittura dei Germani perché fa parte di un mondo pagano e perché usata per il mondo magico.

mantenuto la lingua che c’era. Il gotico che abbiamo in forma scritta è attestato in codici del 5-6 secolo ma risale al periodo della composizione della Bibbia di Wulfila. I codici sono di epoca teodoriciana, redatti in Italia, in particolare abbiamo un codice massiccio nei materiali utilizzati, Codex Argenteus, forse redatto a Ravenna. Il fatto che ci sia arrivato dopo tanti secoli è stupefacente. Questo è composto da 187 fogli sulla Bibbia di Wulfila, in pergamena purpurea, quindi di colore rosa perché è stata conciata dato che la pergamena è tratta dalla pelle di animale, ancora più strano dato che è un organismo biologico che tende a decomporsi. È utilizzato un inchiostro su cui è stato versato una polverina di oro o argento ed è molto decorato, i fogli hanno archi con la sigla dei nomi dei 4 evangelisti. Nel 1970, in un duomo di una città tedesca è stata ritrovata una cassetta, un reliquiario, con pergamene arrotolate con fogli del Codex Argenteus ed è il 188esimo foglio. Per i testi antichi è complicato recuperare ciò che è andato perso, quindi è strano che venga ritrovato un foglio che è andato perso, è stato strappato. Della Bibbia di Wulfila abbiamo anche altre testimonianze, che non sembrano dipendere dal Codex A. , ma da altri modelli come il Codex Carolinus, un testo che è un palinsesto, in termini di codici, significa che data la preziosità e la fatica con cui si producevano, il foglio viene raschiato nello strato superiore e si riscrive. Si vede che è stato cancellato qualcosa, quindi è detto anche Codex rescriptus. Il palinsesto nel caso dei manoscritti fa capire che prima c’è stato scritto qualcos’altro, nel codex Carolinus il testo precedente era in gotico e affianco c’è un testo latino, un altro unicum per l’epoca perché sappiamo che la Bibbia di Wulfila è in greco, una volta riconosciuto viene ricopiato in latino e si ottiene un testo bilingue. Il Codex Carolinus è conservato in Germania. Ci sono anche codici ambrosiani e si chiamano così perché sono conservati nella biblioteca di sant’Ambrogio a Milano. Alcuni di questi sono arrivati nella biblioteca del Vaticano. Poi c’è un altro codice, Skeireins (letto schirins) che trasmette un altro testo, non la Bibbia, bensì frammenti, 8 , del Vangelo di Giovanni e questo testo chiamato Skeireins dal suo editore, inteso come filologo, per farci capire che è una parafrasi, commento, sul Vangelo di S. Giovanni. La traduzione non è letterale ma commentata perché spiega il contenuto della frase tradotta. È un palinsesto, deriva da quelli ambrosiani, abbiamo detto che è un frammento. Infine abbiamo documenti o papiri ravennati che fanno riferimento alla capitale del regno di Teodorico che non è conosciuto solo come re, ma anche come mecenate quindi abbiamo molti monumenti. I papiri (materiale molto usato nell’antichità), venivano usati per sancire il valore di un documento, anche se hanno problemi nella trasmissione manoscritta perché difficile da scrivere. Ci interessano perché gli ostrogoti ci trasmettono i testi dei visigoti, dunque resta qualche traccia in particolare qui abbiamo documenti di compravendita. Sono due documenti, uno di Arezzo che è

scomparso, uno sta a Napoli. La lingua gotica ha caratteristiche importanti per noi, tanto più perché i testi che ci sono arrivati sono attestazioni del 5 secolo. Riproducendo le caratteristiche visigotiche si mostra un livello di arcaicità molto utile nella ricostruzione del germanico, come il sanscrito per l’indoeuropeo. Ma l’anglosassone NON DERIVA dal gotico. Il gotico ci mostra un livello di Germanico comune che non abbiamo attestato in germanico, ma questo non significa che il gotico corrisponda sempre al germanico. nel 4-6 secolo abbiamo regni romano- barbarici. I germani erano considerati barbaci, un termine che è negativo per noi ma l’etimologia greca indica coloro che non usavano la lingua greca e nel praticarla balbettavano perché stranieri, a volte quindi nemici. I germani, in molti casi, non erano infatti barbari. I visigoti si spostano dalla Grecia, tentano di arrivare in Africa ma falliscono e vanno nella penisola iberica, poi fondano Tolosa in Francia e Toledo in Spagna, un regno che finisce con l’arrivo degli arabi. Regno dei burgundi, regno dei franchi, di cui non distinguiamo i francesi o tedesci, poi sulle coste del mare del nord troviamo anche gli ingevoni. Essi erano una popolazione di cui Tacito dice che erano proximi ocaeno e sono Sassoni, Iuti, Frisoni ed Angli, che poi migreranno in Bretagna. Istevoni sono germani della Weser e del Reno (daranno dialetti di base francone) e gli I-/Erminoni sono i germani dell’Elba (alto tedesco). Ricordiamo l’allitterazione tra i membri di una stessa famiglia. Differenze in particolare sono rappresentate proprio dagli Ingevoni che sono popolazioni vicine ad un mare, il mare del Nord, tra questi Iuti, Sassoni, Angli e Frisoni. Gli angli vanno anche in Britannia e mantengono le caratteristiche ingevoni ma l’area è di basso tedesco, parliamo di sassone antico e lo distinguiamo da quello che darà origine all’inglese. Quelli che migrano in Britannia, ma è una terra di origine celtica che viene germanizzata, la lingua anglosassone si diffonderà anche in altre aree pur mantenendo la matrice celtica. Questa non fu un’imposizione ma venne chiesta dall’interno. I Briti e Picti e i romani non riescono a sedare le liti autoctone per questo chiamano i vicini popoli germanici e i frisi si spostano per andare in Britannia. Sappiamo che parlano di un’armoniosa distribuzione di queste popolazioni, non conquista o invasione, e dopo aver sedato le fazioni di popoli autoctoni, formano 7 regni germanici che viene conosciuta come eptarchia ed era tutto pacifico. Di questi 7 regni, i nomi sono la Northumbria, zona sopra il fiume Humber, la Mercia, East Anglia, Wessex (Sassonia occidentale), Sussex (Sassonia settentrionale) Essex (Sassonia orientale), Kent. Abbiamo una lingua che possiamo chiamare Inglese antico o Anglosassone (-> dovrebbe essere usato per parlare di ciò che accade all’interno di questi confini). Le varianti dell’inglese antico, non sono 7 quindi una per ogni regno, abbiamo il Northumbrico, Merciano, Sassone occidentale, e il Kentiano. I primi due risultano varianti dell’Anglico. La storia, detta brevemente,

insulare perché fa riferimento alle caratteristiche comuni del territorio. Da Alfredo in poi ci sarà l’alfabeto latino + le rune che rendono i suoni che il latino non riesce, come la thorn. La convivenza pacifica ha consentito monumenti importanti come la croce cristiana e le rune incise sulle pareti della croce stessa. È alta circa 7mt e 80 cm, si tratta di una croce votiva e si trova nelle chiese o cimiteri di campagna e nel 1600 circa il movimento di rivoluzione iconoclastica distrugge, anzi smonta la croce e viene rimontata poi integralmente. Le pareti conservano delle iscrizioni, alcune delle quali in caratteri runici, simboli pagani su un simbolo per eccellenza del cristianesimo, ma la cosa particolare è che le iscrizioni traslitterate coincidono con versi di una poesia. Non è un codice, ma abbiamo una tradizione plurima di uno stesso testo.